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Giornata di solidarietà a Lostallo: oltre 190 volontari in campo

Uomini e donne si sono rimboccati le maniche per aiutare nello sgombero, nella pulizia e nel ripristino del comune colpito lo scorso giugno dal nubifragio

(Ti-Press)
20 luglio 2024
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Chi a mani nude e chi con i guanti da lavoro, chi da solo e chi insieme ad amici o familiari, chi per amore del territorio ferito e chi semplicemente perché è doveroso esserci, chi estrae dall’auto pale e rastrelli e chi non ha nulla con sé ma quel nulla è già un buon punto di partenza. Come tante laboriose formiche, gli oltre 190 presenti alla giornata del volontariato organizzata sabato dal Comune di Lostallo hanno dato vita a un evento che è stato soprattutto comunitario nel senso ampio del termine, nella convinzione diffusa che qualche ora trascorsa a raccogliere detriti rappresenti un gesto concreto di affetto verso una vallata e la sua gente che stanno rialzando la testa dopo il disastro del 21 giugno.

I volontari provenivano un’ottantina dal Moesano, altrettanti dal Ticino e i rimanenti da Italia e Oltralpe. Fra i 190 presenti anche il team spontaneo di cucina che recentemente si era già prodigato per coloro che si erano occupati dei soccorsi e dei primi lavori di ripristino; team che sabato ha perfettamente organizzato e distribuito il ristoro di metà mattina e, nella palestra delle scuole comunali, il pranzo offerto a tutti i presenti a base di pasta al sugo e altre leccornie. In realtà i volontari annunciatisi erano molti di più ma a una cinquantina di persone iscrittesi un po’ all’ultimo momento il Comune ha dovuto dire di no per evitare una gestione problematica nei tredici siti di pulizia; un’altra opportunità sarà comunque data nel corso delle prossime settimane, visto che le autorità meditano di organizzare una seconda giornata di volontariato ancora nel corso dell’estate o a inizio autunno.

Il legname sarà trasformato in humus

Ad accogliere le svariate decine di volonterosi, al limite sud del villaggio, una grande collina di massi e terra: presenza emblematica di quanto il nubifragio di un mese fa sia stato violento ed esteso. Qui i grossi camion da cantiere fanno la spola ininterrottamente, arrivano pieni e se ne vanno vuoti. Il volume della deponia è destinato a crescere ancora e altre due discariche provvisorie saranno dislocate altrove, mentre l’Ufficio delle foreste e dei pericoli naturali insieme ai vari settori del Cantone coinvolti sta già predisponendo il riutilizzo futuro di terra, pietre e massi nell’ambito delle opere di premunizione che sarà necessario realizzare. Quanto alla moltitudine incalcolabile di legname di buzza, sarà tritato e valorizzato producendo humus destinato ad arricchire il suolo agricolo una volta liberato dal fango. Anche un’alluvione, vien da pensare, può dar vita a un interessante sistema di economia circolare.

Dove non sembra essere successo nulla

Missione della giornata: ripulire prati, terrazzamenti, sentieri. O quello che ne è rimasto. La legna di qua, i sassi di là. I mezzi pesanti, forniti dalle aziende locali, hanno giocato un ruolo fondamentale nello spostamento e nello sgombero del legname e delle pesanti masse di detriti accumulati. Svariati escavatori, cingolati, dumper, camion gru e camion a quattro assi hanno sostenuto l’opera dei volontari. L’occasione è stata buona per verificare sul terreno gli effetti degli scoscendimenti, che fra grandi e piccoli sono stati svariate decine, sia nella sponda destra maggiormente colpita dal temporale – tanto che nella frazione di Sorte si piangono due vittime e c’è ancora un disperso – sia nella sponda sinistra della Moesa. Alle situazioni di devastazione più eclatanti, si aggiunge una moltitudine di eventi di portata minore: di primo acchito a questi prati verdeggianti non sembra essere capitato nulla di male, ma quando il rastrello affonda i denti nell’erba, ecco spuntare legna marcia in grande quantità. Il proprietario di un terreno dove sorgono una piccola stalla, le arnie per le api e un grotto ricavato sotto un masso gigantesco ci mostra l’origine del problema: diversi metri cubi di detriti si sono riversati da quello che non era un riale ma che il 21 giugno lo è diventato in pochi istanti abbattendo la rete metallica di confine col bosco sovrastante. Ora, portato via il grosso, si tratterà di risalire con un ‘ragno meccanico’ il non-torrente, spostare i massi pericolanti, mettere l’area in sicurezza e capire se e come incanalare il tutto, considerando che accanto vi sono altre proprietà che hanno subìto situazioni analoghe.

Resilienza e positività

“I risultati ottenuti – riassume in un comunicato lo Stato maggiore che coordina le operazioni – hanno superato le aspettative iniziali, dimostrando una forte resilienza e un messaggio di positività”. Il pranzo offerto, con tanto di maglietta regalo abbellita dal logo ‘Forza Mesolcina’, “ha permesso non solo di condividere i progressi realizzati, ma anche di vivere un momento di convivialità”. Qui, a fine lavori, incontriamo il sindaco Nicola Giudicetti e il municipale Moreno Monticelli, sempre in prima fila con i colleghi locali e della valle durante le ultime settimane di crisi. Forse ci han fatto il callo a comparire davanti ai media e la pressione degli eventi li ha abituati a rispondere in modo lineare e chiaro, anche quando si tratta di commentare le notizie più brutte. Oggi è diverso, oggi è il momento della commozione gioiosa suscitata dal brulichio di persone con le mani sporche e tanta voglia di tornare.

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