La Procura sta approfondendo le circostanze successive a un incidente frontale che vede coinvolta la nipote 24enne della soccorritrice
Si è allargata a una terza persona l’inchiesta avviata dalla Procura cantonale grigionese nei confronti di due giovani conducenti scontratisi frontalmente il 19 novembre a un incrocio di Roveredo con le rispettive vetture dopo una festa tenutasi poco distante e conclusasi verso le 4 del mattino. Come appreso dalla ‘Regione’, indagata per favoreggiamento è la direttrice del Servizio ambulanza Moesano (Sam) che quella notte, insieme a un collega, si trovava a bordo del veicolo di soccorso sanitario intervenuto sul posto. L’accusa le è stata comunicata poco prima di Natale e al momento la diretta interessata non è ancora stata interrogata. La difesa è assunta dall’avvocato Roberto Keller, il quale potrebbe però dover affidare a qualche collega il mandato di patrocinio per conflitto d’interessi – se gli verrà rimproverato dagli inquirenti – essendo anche presidente del medesimo Servizio ambulanza.
La verifica penale riguarda un presunto favore che la soccorritrice avrebbe fatto quella notte alla conducente 24enne dell’Audi nera coinvolta. Le due sono legate da un rapporto di parentela (zia e nipote) e questo fatto nell’ambito del diritto penale non rappresenta un’aggravante bensì una circostanza attenuante, sempre che – bene inteso – il reato venga confermato in sede giudiziaria. Il che è ancora tutto da vedere anche perché, come detto, l’inchiesta è solo alle battute iniziali. Dal canto suo il comitato del Servizio ambulanza non ha ancora avviato delle verifiche interne, le quali dovranno giocoforza interfacciarsi, per ottenere un quadro esaustivo, con quelle di natura penale. Il presidente Keller, interpellato dalla redazione, si limita a constatare l’estrema delicatezza della situazione e ad assicurare che il comitato esige dai collaboratori del Sam la massima correttezza. Al momento, ribadiamo, fa comunque stato il principio della presunzione d’innocenza.
Nel suo comunicato stampa diffuso il giorno successivo all’incidente, la Polizia grigionese scriveva che “dopo le prime cure mediche prestate sul posto, un passeggero del conducente ventenne è stato trasferito dal Servizio ambulanza del Moesano al centro medico di Roveredo con ferite lievi. La conducente 24enne è stata sottoposta a un esame del sangue. Il conducente di 20 anni, illeso, è stato classificato come non idoneo alla guida e il test dell'alito è risultato positivo”, mostrando un tasso dello 0,92 per mille. Stando a informazioni da noi raccolte e non confermate, il favore fatto dalla soccorritrice sarebbe da ricondurre al controllo dell’alcolemia cui vengono per prassi sottoposti i conducenti coinvolti in incidenti stradali. Risulta ad esempio che mentre il 20enne al volante di una Subaru grigia è rimasto sul luogo dell’incidente a disposizione della polizia, la conducente 24enne ha invece abbandonato la scena recandosi a piedi a casa propria (situata nelle vicinanze) sottraendosi così alle verifiche di rito. Circostanza questa che l’avvocato Keller non conferma né smentisce; idem per quanto avrebbe detto o fatto in quelle ore la soccorritrice. Risulterebbe ad esempio (il condizionale è d’obbligo) un trasporto in ambulanza della ragazza verso il centro medico affinché venisse sottoposta al controllo dell'alcolemia attraverso un prelievo di sangue. Trasporto, prelievo ed esame che non si sa bene se siano stati realmente eseguiti. Come si è visto, nel suo comunicato del 20 novembre la Polizia cantonale parla di controllo del sangue basandosi sulle informazioni in suo possesso in quel momento. Ravvisate successivamente delle anomalie, la stessa polizia ha segnalato la questione alla Procura retica che ha quindi aperto l’inchiesta.