A 10 anni dalla nascita l’Ente regionale ha affidato a Elia Frapolli uno studio presentato mercoledì a Grono. Obiettivo filiera. Avviata la consultazione
Tutti uniti per trasformare, in base a linee guida condivise, il turismo moesano in un’autentica filiera il cui sviluppo sostenibile a medio e lungo termine vada a beneficio dell’intera regione. Questa la sensazione emersa mercoledì pomeriggio nell’aula magna delle scuole comunali di Grono durante il workshop di presentazione di un’analisi preliminare elaborata dal consulente Elia Frapolli, già direttore di Ticino Turismo, su mandato affidatogli lo scorso maggio dall’Ente turistico regionale. Un incarico voluto da Direzione e Cda a dieci anni dalla fondazione, con l’obiettivo di allestire insieme ai portatori d’interessi un piano strategico e operativo innestando così una nuova marcia grazie anche a un discreto potenziamento dei finanziamenti da parte dei Comuni (che ancora in buona parte devono deliberare in merito alla Legge sulla tassa turistica) e al sostegno cantonale.
Il lavoro finora svolto ha rilevato quanto già esiste e ha identificato possibili opportunità e sfide utili a rafforzare l’attrattiva – sia interna rivolta alla popolazione locale, sia esterna indirizzata ai turisti – di una regione che sta vivendo l’alba di due interessanti sfide. Parliamo del Parco naturale regionale Val Calanca e del rilancio in grande stile di San Bernardino. Fra i 70 portatori d’interessi presenti c’erano sindaci e municipali dei dodici Comuni, granconsiglieri, operatori turistici, albergatori, ristoratori, rappresentanti del Parco e del progetto Swiss Alps, membri delle associazioni di categoria quali Moesano arti e mestieri, Società agricola e Cooperativa per la promozione e lo smercio di prodotti regionali. Il documento verrà ora completato con le osservazioni raccolte. «È stata l’occasione – ci spiega il direttore dell’Ente turistico Christian Vigne – di esprimere le potenzialità, il posizionamento geografico, le opportunità, le unicità, la bellezza dei paesaggi e l’offerta gastronomica di Mesolcina e Calanca, con l’intento di definire chi è oggi il Moesano e chi vorrà essere in termini turistici nel 2030». Prossimamente sarà attivato un sito internet dedicato che permetterà di colloquiare con popolazione e attori vari raccogliendone gli spunti.
Da documento presentato "emerge una regione ampia, diversificata e abbastanza equilibrata in termini di sostenibilità dell’offerta turistica", si legge nelle conclusioni: "Se questo equilibrio è da salutare con favore, sono l’ampiezza e la portata dei fenomeni legati alla sostenibilità a presentare ampi margini di miglioramento da colmare con iniziative volte a incrementare il potenziale turistico inespresso della regione". Elencati anche ‘casi di studio’ relativi a valli e regioni che per estensione, morfologia e target somigliano al Moesano: la ticinese Verzasca, la grigionese Surselva, le italiane Valchiavenna, Val di Non e Brembana, nonché le zone elvetiche di Interlaken, Oberland Bernese in generale e la romanda Vallée de Joux.
Con 553 chilometri di sentieri, 49 km di percorso ciclabile che risale la valle fino al Passo di San Bernardino e 16 grotti, il Moesano "conta su un’offerta turistica estiva diversificata e adatta a molteplici gruppi d’interesse amanti della natura e delle attività sportive all’aria aperta. Numerosi sono inoltre i luoghi dov’è possibile vivere la cultura e le tradizioni locali, senza dimenticare i grotti, dove la tradizione non si scopre ma si assapora". Tuttavia al momento l’offerta "appare poco coordinata e il trasporto pubblico limitato", mentre è da tenere sott’occhio un eventuale turismo di massa.
Con 6 impianti di risalita, 35 km di piste per lo sci di fondo, 6 km di piste per lo sci e lo snowboard, durante l’inverno il turismo moesano "assume una rilevanza ancora maggiore. A San Bernardino, nonostante la chiusura avvenuta nel 2013 degli impianti sciistici principali, l’afflusso di turisti si mantiene alto grazie sia alla reputazione della destinazione e alle numerose iniziative, sia alla presenza di numerose abitazioni secondarie". Il progetto di Swiss Alps, ma non solo, per San Bernardino, "lascia intravedere la possibilità di una riqualifica dell’area sciistica di Confin. Oltre a San Bernardino anche in altri luoghi (alta Calanca, ndr) vengono offerte piccole ma interessanti attività a dimostrazione del fatto che è possibile diversificare le forme di turismo anche durante la stagione invernale". Fra le opportunità vengono citati l’aumento del turismo sportivo e gli importanti investimenti previsti, mentre a pesare sono la concorrenza delle stazioni invernali ticinesi e di Splügen.
Per stabilire quali siano i turisti più affini al Moesano, e ritenendo fondamentale che le nuove offerte rispecchino gli interessi e soddisfino le esigenze dei futuri avventori, sono state analizzate domanda e offerta. Emerge "da un lato un approccio curioso e rispettoso della natura e delle tradizioni ancora ben presenti. Dall’altro l’interesse verso le località riconosciute o con un potenziale di sviluppo suggestivo". Un punto di svolta è, come detto, lo sviluppo di San Bernardino che "permetterà di attirare nuovi potenziali turisti caratterizzati da un approccio piuttosto ‘consumista’ nei confronti della destinazione". A questo riguardo, annota lo studio Frapolli, "sarà importante delineare un’offerta capace di guidarli gradualmente verso indirizzi più in linea con quelli strategici della regione".
Nelle due tipologie di turisti lo studio Frapolli ha poi individuato quattro categorie distinte per status sociale più affini al Moesano: il ceto medio, ossia la tipica famiglia che trascorre le vacanze in albergo e in località di mare e montagna adatte ai bambini e con attività legate alla natura e al wellness; i post-materialisti, "la cui scala di valori, molto affine ai temi dell’ecologia e della sostenibilità, così come anche il forte interesse verso natura e nuove culture, ne fanno uno dei target ideali per la Calanca e di riflesso per l’intero Moesano"; l’alta borghesia che durante il tempo libero "ricerca l’esclusività e un alto valore estetico e qualitativo" e perciò "l’offerta escursionistica, culturale e la natura del Moesano, oltre che la nomea di San Bernardino, rappresentano importanti attrattori"; infine i tradizionalisti "il cui forte interesse verso tradizioni, natura e mondo agricolo li rende adatti alla realtà tradizionale e naturalistica della Calanca e di alcune aree e valli laterali della Mesolcina". Condividendo numerose caratteristiche, le quattro categorie sono "un gruppo coeso per quanto eterogeneo e diversificato".
L’offerta dovrà in definitiva concentrarsi su sei principali famiglie d’interessi: territorio-cultura (tradizione contadina, rete di fortificazioni e la sua storia), ecologia-sostenibilità (integrando, grazie a coordinamento e incentivi, i vari attori attivi della catena di valore aggiunto turistica), vacanza attiva e sportiva, strutture ricettive alternative e dalla forte componente esperienziale (oggi sotto-rappresentata), enogastronomia (profilare il Moesano come meta culinaria genuina, attenta al km zero e all’agricoltura di montagna) ed esclusività (da un lato San Bernardino e dall’altro la tranquillità delle valli laterali).