Il Tribunale federale conferma che l’uomo intimorì due poliziotti e due funzionari durante un’inchiesta nel 2010 per reati nell’ambito della caccia
Il Tribunale federale (Tf) ha confermato la condanna per minaccia inflitta al municipale di Mesocco Devis a Marca, patrocinato dall’avvocato Tuto Rossi. I giudici di Losanna a fine gennaio hanno infatti respinto il ricorso nel quale l’ex presidente della Lega dei Mesolcinesi e già candidato al Gran Consiglio ticinese nel 2015 e 2019 chiedeva di annullare la sentenza del Tribunale cantonale dei Grigioni e quindi di proscioglierlo da questa imputazione.
I fatti sono avvenuti nel 2010, quando nei confronti del già allora municipale di Mesocco era stato avviato un procedimento penale per reati nell’ambito della caccia (aveva abbattuto illegalmente alcuni ungulati). Durante l’inchiesta aveva quindi detto a due poliziotti e due guardiacaccia: “Se pensate di passarla liscia ve la farò pagare, tanto non ho più niente da perdere”, “quando entro in un bosco e c’è un selvatico non esco senza” e “state bene attenti”. Nel 2012 il Tribunale distrettuale Moesa lo aveva quindi condannato per violazione della legge sulla caccia (pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere di 60 franchi ciascuna, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di tre anni e multa di 1’000 franchi), ma prosciolto dall’accusa di violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari. Tuttavia uno dei poliziotti ha in seguito presentato appello dinanzi al Tribunale cantonale dei Grigioni, chiedendo che a Marca venisse condannato per minaccia. Appello che è poi stato accolto nel 2019. Nel 2020 l’attuale municipale ha presentato ricorso al Tf che lo ha però respinto.
I giudici di Losanna hanno infatti confermato le considerazioni della Corte cantonale: con le frasi pronunciate a Marca ha annunciato al poliziotto in questione “che avrebbe potuto subire un pregiudizio grave, alludendo altresì all’utilizzo delle armi da fuoco nell’ambito della caccia”. Un comportamento che ha quindi “intimorito” il poliziotto che si è sentito “turbato nel suo sentimento di sicurezza”. In altre parole si tratta di una minaccia.
Visto che l’imputato non è stato prosciolto, il Tf ha anche respinto la richiesta di un’indennità di circa 47mila franchi per le spese legali sostenute per la sua difesa, oltre a un risarcimento di 6’000 franchi quale riparazione del torto morale. Il ricorrente dovrà, anzi, pagare 3’000 franchi per le spese giudiziarie e altri 3’000 franchi di indennità al poliziotto a titolo di ripetibili della sede federale.