La Società impresari costruttori svizzera annuncia che espellerà le tre imprese se i sospetti di accordi cartellari fossero confermati
Tolleranza zero da parte della Società svizzera degli Impresari-Costruttori (Ssic) e della corrispondente costola retica nei confronti di accordi cartellestici nel settore degli appalti: se i sospetti che concernono le aziende attualmente sotto inchiesta nella regione Moesa si riveleranno fondati scatterà l'esclusione dalle organizzazioni.
L'indagine in corso della Commissione della concorrenza (Comco) concerne tre ditte (la Censi & Ferrari Sa di Grono, la Savioni Attilio Sa di San Vittore e la F.lli Somaini Sa pure di Grono, come anticipato stamattina da laRegione), due delle quali sono membri della Sic grigionese e al contempo dell'associazione nazionale, spiegano in un comunicato gli impresari, che si dicono "colti di sorpresa", soprattutto dopo i procedimenti conclusi in Engadina, "da cui il settore delle costruzioni ha imparato la lezione".
"La Sic Gr e la Ssic si distanziano chiaramente da qualsiasi accordo sugli appalti e sostengono espressamente la concorrenza leale e conforme alla legge, a parità di condizioni per tutti gli offerenti", scrivono nella nota. Negli ultimi anni le associazioni hanno compiuto diversi passi e nell'assemblea generale tenutasi a Scuol il 26 aprile 2019 i membri della Sic Gr hanno adottato all'unanimità un codice di condotta che al primo posto vede il rispetto del diritto della concorrenza".
Nell'attuale procedimento relativo ai Grigioni italiano vale il principio della presunzione di innocenza, ricordano le organizzazioni. "Alla luce degli insegnamenti tratti dal recente passato una eventuale violazione della concorrenza sarebbe però inaccettabile sia per la Sic Gr che per la Ssic, motivo per cui le imprese inadempienti dovrebbero fare i conti con l'esclusione dalla rispettiva associazione sia a livello cantonale che nazionale".
"Se le infrazioni fossero davvero confermate, ne saremmo estremamente irritati", afferma il presidente degli impresari retici, Maurizio Pirola, citato nel comunicato. "Sarebbe inaccettabile se, dopo tutti gli sforzi profusi, ci fossero ancora imprese che si comportano in modo scorretto, causando così ulteriori danni all'immagine di un settore che ora ha davvero fatto i compiti".