Grigioni

Cartello tra imprese edili? Scatta l'inchiesta nel Moesano

Sotto la lente della Commissione della concorrenza un presunto sistema di accordi sugli appalti tra diverse ditte. De Tann: 'Molto preoccupato'

Ti-Press
26 giugno 2020
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Due anni fa il Dipartimento cantonale delle costruzioni aveva sospeso i propri appalti nel Moesano sospettando l'esistenza di un'intesa illegale fra imprese edili nelle offerte per lavori pubblici (strade, viadotti, sottostrutture, ecc.). Appalti poi ripresi nel 2019, ma ora di nuovo sospesi con tanto di segnalazione alla Commissione federale della concorrenza (Comco) che ha aperto un'inchiesta, l'ennesima nei Grigioni. Nel mirino l'esistenza di un presunto sistema di accordi "tra diverse imprese" - così comunica oggi la Comco - attive nel settore delle costruzioni nella regione Moesa. L'inchiesta dovrà stabilire se esistono effettivamente restrizioni illecite alla concorrenza - prosegue la Comco - precisando che sono state effettuate perquisizioni presso le imprese coinvolte. Le imprese che coordinano le loro offerte nel quadro di appalti pubblici o privati - specifica la Comco - partecipano a dei cosiddetti accordi sugli appalti. Detti anche 'cartelli'. Generalmente, nel quadro di un tale accordo, gli offerenti concordano le offerte in modo da stabilire preventivamente l’impresa che dovrà ottenere la commessa o l'appalto e il prezzo che dovrà essere offerto. La Comco ricorda di aver "già condotto dieci inchieste nell’ambito di accordi sugli appalti nel Cantone dei Grigioni ed ha reso la sua ultima decisione nel 2019", relativa alla Bassa Engadina. Nel caso 

La procedura richiederà due anni

Nella prima fase dell'inchiesta (la fase investigativa) la Comco esaminerà tutti gli elementi in dettaglio per verificare se i presunti sospetti sono confermati o meno. In particolare - spiega alla 'Regione' l'avvocata Ines Boschetti, collaboratrice scientifica della Comco - occorrerà esaminare se e in che misura siano esistiti eventuali accordi sugli appalti. Dopo la fase d’investigazione, si procederà al progetto di decisione. Le ditte interessate dalla procedura la riceveranno e potranno prendere posizione. Sulla base di tali osservazioni e del progetto di decisione, la Comco medesima prenderà infine una decisione. Si prevede che la procedura richiederà circa due anni. 

Il presidente della Regione: 'Evitare lo stop. Rischiamo di perdere 6-7 milioni'

Tornando al 2018, era il mese di giugno quando il Consiglio di Stato retico decise di annullare temporaneamente, a fronte di alcuni sospetti, una mezza dozzina di bandi cantonali per cantieri nel Moesano. Rischiando di veder compromessa la loro sopravvivenza, le aziende avevano ricevuto l'attenzione della Regione Moesa che aveva quindi scritto a Coira evidenziando il problema, chiedendo spiegazioni e la rivalutazione della decisione per poter evitare conseguenze di carattere strutturale sull’economia e importanti perdite finanziarie agli enti pubblici. In quel frangente Coira non diede però le risposte attese a sud del San Bernardino. Oggi il presidente della Regione, Christian De Tann, ribadisce i timori di allora. Interpellato dal nostro giornale, dichiara di essere «molto preoccupato, sia ovviamente qualora dovesse essere confermata l'esistenza del cartello fuorilegge, sia per la salute dell'economia regionale che dopo lo stop del 2018 rischia, con questa nuova sospensione, di subire un altro importante contraccolpo perdendo un afflusso cantonale di circa 6-7 milioni per l'anno corrente». Una perdita «che va a influire non solo sul settore edile, ma anche sull'intera filiera», quale ad esempio la fornitura di materiale da costruzione. Contraccolpi «che anche i Comuni rischiano di subire per cantieri previsti insieme al Cantone». Un esempio fra tanti, il rifacimento per oltre 7 milioni del malconcio tratto centrale della Strada Italiana che attraversa il nucleo di Mesocco, Comune di cui è sindaco proprio De Tann; la parte a carico dell'ente locale ammonta a 2,5 milioni, opera che a seguito dell'inchiesta Comco rischia di slittare di qualche anno. L'auspicio del presidente della Regione è in definitiva che l'inchiesta faccia il suo corso celermente e che il Cantone eviti nel frattempo di sospendere gli appalti e relativi cantieri: «Un conto sono le colpe che, se confermate, andranno debitamente sanzionate; un altro conto è la salute della nostra economia che va difesa e sostenuta».

Nella Bassa Engadina risarcimento di 5-6 milioni

Nella Bassa Engadina, ricordiamo, sono state accertate e sanzionate diverse infrazioni al diritto dei cartelli commesse dalle imprese coinvolte nel periodo tra il 2004 e il 2012. La Comco aveva appurato che dodici imprese si erano accordate per "pilotare" gli appalti di lavori stradali, ripartendosi i progetti di costruzione e fissando il prezzo delle offerte. Centinaia di progetti per un ammontare superiore a 190 milioni di franchi erano stati così manipolati. Vittime degli accordi sono stati il Cantone i Comuni. Nel giugno 2019 le imprese hanno raggiunto un accordo con il Cantone su pagamenti a titolo di transazione per un totale di 5-6 milioni di franchi. Anche i Comuni hanno ricevuto indennizzi. Lo scorso mese il Cantone ha raggiunto un accordo con Implenia Svizzera, una delle società oggetto delle inchieste sui cartelli. L'impresa ha regolato la sua posizione con il pagamento di circa un milione di franchi. Con l'intesa raggiunta con Implenia il Governo può concludere per il momento i passi intrapresi in materia di diritto civile e degli appalti in relazione alle inchieste della Comco. Complessivamente i versamenti compensativi a Cantone e a Comuni delle imprese coinvolte nelle indagini ammontano così a circa nove milioni di franchi.