Grigioni

Coronavirus: due petizioni a difesa del Moesano

Già raccolte oltre mille firme. Si chiede lo stop ai cantieri per motivi di prevenzione, in modo da non sovraccaricare il sistema sanitario ticinese

Ti-Press
31 marzo 2020
|

Nel giorno in cui il Governo grigionese e ticinese comunicano la loro collaborazione reciproca nell'ambito della gestione della pandemia, non si placa la mobilitazione in corso nel Moesano per chiedere misure incisive anche in Mesolcina e Calanca. L'apertura di una finestra di crisi da parte del Canton Grigioni per questa regione che confina con il Bellinzonese non si è infatti concretizzata da parte di Coira: intervistato dalla Rsi, il presidente del governo Christian Rathgeb spiega che una richiesta formale in tal senso deve giungere se mai dalla Regione Moesa; ciò che finora non è avvenuto, aggiunge. Una risposta che ha mandato su tutte le furie la sindaca di San Vittore e granconsigliera Nicoletta Noi-Togni, che ricorda le prese di posizioni della deputazione del Moesano inoltrate a Coira e a Berna proprio con la richiesta di ordinare lo stop a tutte le attività non indispensabili (cantieri compresi) in queste vallate grigionesi. A sostegno di questa rivendicazione Noi-Togni annuncia che scriverà una lettera indirizzata a Berna e vi sono inoltre due distinte petizioni lanciate negli scorsi giorni. 

La prima (dal titolo 'Regione Moesa non considerata dal Governo grigionese') di Anna Cattaneo di Roveredo - che sulla piattaforma change.org ha raccolto oltre 300 firme - va a sostegno di una lettera aperta di Noi-Togni, in cui la sindaca e deputata giudica latitante, insufficiente e non responsabile l’atteggiamento del governo grigionese nei confronti dei cittadini delle valli Calanca e Mesolcina. La seconda è invece stata lanciata sempre online (su Act Campax) da Michela Ahmed Ranzi, un'infermiera che abita ad Arbedo e che da noi contattata spiega di voler contribuire ad aiutare i colleghi al fronte in questo momento particolarmente difficile. Da sabato a oggi sono oltre 1000 le firme raccolte dallo scritto indirizzato al governo retico 'Sostegno ticinese al Moesano'. I pazienti provenienti da questa regione vengono infatti accolti in Ticino e, seppur l'accoglienza viene fatta volentieri, la nostra interlocutrice ci spiega che l'obiettivo è di evitare il collasso del sistema. Un aiuto in tal senso potrebbe essere la limitazione o la cessazione delle attività in determinati settori economici per un periodo di tempo limitato."Accordare al Moesano le stesse autorizzazioni del Ticino significa proteggere la popolazione più colpita, evitare un aumento dei contagi per i lavoratori indigeni e frontalieri, diminuendo il carico sulla sanità del Canton Ticino", si legge nella petizione.

Samuele Censi: 'Anche senza finestra di crisi la situazione è ben gestita'

Se da una parte c’è delusione per la mancata decisione di ordinare la chiusura totale dei cantieri in Mesolcina e Calanca, dall’altra negli ultimi giorni il governo grigionese ha invece dimostrato degli atteggiamenti positivi secondo il sindaco di Grono e granconsigliere grigionese Samuele Censi da noi contattato. “Il messaggio è passato anche se il governo non ha voluto aprire la finestra di crisi. In una settimana cambiano tante cose, è cambiata anche la percezione che Coira aveva della situazione”. Censi cita ad esempio il miglioramento della comunicazione tra Coira e il Moesano, ma anche la presa di coscienza delle ditte attive sul territorio. Attualmente, sottolinea Censi, circa il 90% dei cantieri risultano chiusi. “Nel corso degli ultimi giorni dal Consiglio di Stato abbiamo ricevuto risposte sia sulla situazione sanitaria che su quella economica. Ritengo dunque che ora la situazione sia ben gestita. Seppur con ritardo rispetto alla Svizzera italiana, vi è stata una presa di coscienza della situazione anche a Nord di San Bernardino. Auspico che questo insegnamento possa essere utile in contesti futuri".

Leggi anche: