Coira condivide la decisione di Berna, ma ritiene che non vi siano al momento le condizioni cumulative per chiudere le attività. Censi: 'La decisione non soddisfa'
"Condividiamo la linea comunicata oggi dal Consiglio federale, ma per ora non intendiamo modificare la nostra decisione relativa al Moesano". Così, interpellato dalla 'Regione', si esprime il consigliere di Stato retico Peter Peyer. Dunque nessuna chiusura obbligatoria delle attività economiche non indispensabili (industria ed edilizia in primis) in Mesolcina e Calanca. "Per ora è così, ma non è detto che fra pochi giorni si possa cambiare opinione", rileva il capodipartimento Giustizia, sicurezza e sanità anche in risposta alle sollecitazioni giunte nei giorni scorsi dai deputati moesani preoccupati per la situazione regionale. "Il Consiglio federale - scrive il governo retico in un comunicato - ha deciso di permettere ai Cantoni di limitare o sospendere per un periodo limitato l'attività di determinati settori economici, se la situazione epidemiologica lo richiede. Ciò è associato a severe condizioni". Il Consiglio di Stato grigionese ritiene che "al momento attuale queste condizioni non siano soddisfatte in nessuna regione del Cantone. Esso però rivaluterà su base continua la situazione, in particolare nelle regioni Moesa e Bernina".
Le modifiche dell'ordinanza, che entreranno in vigore a mezzanotte, richiedono che le eccezioni soddisfino cumulativamente le seguenti condizioni: 1) il Cantone non dispone di sufficienti capacità nell'assistenza sanitaria nemmeno dopo aver fatto ricorso al sostegno di altri Cantoni; 2) è altamente probabile che i settori interessati non siano in grado di attuare i provvedimenti di prevenzione richiesti; 3) le parti sociali approvano i provvedimenti previsti dopo essere state sentite; 4) l'approvvigionamento della popolazione con beni d'uso quotidiano e l'approvvigionamento delle strutture sanitarie e delle loro aziende fornitrici sono garantiti; 5) il funzionamento dei settori economici interessati è compromesso poiché vengono a mancare i lavoratori frontalieri.
Da qui la convinzione di Coira: "Attualmente né il Cantone dei Grigioni nel suo insieme, né una singola regione soddisfano queste condizioni". L'assistenza sanitaria è garantita, aggiunge Peyer accennando oltre che agli ospedali ticinesi anche a quelli di Thusis e Coira. Il Governo tiene comunque costantemente d'occhio la situazione. Lo Stato maggiore di condotta cantonale presenta quotidianamente un rapporto relativo alla situazione di tutte le regioni. E nella Regione Moesa "si è potuto constatare - chiude il CdS - che numerosi cantieri sono stati chiusi. Inoltre il Cantone rafforzerà ulteriormente la sua attività di controllo in tutte le regioni".
"A titolo personale posso dire che la decisione di Coira non soddisfa", dichiara alla 'Regione' il sindaco di Grono e granconsigliere Samuele Censi, nei giorni scorsi fattosi portavoce della deputazione moesana a Coira chiedendo misure incisive a protezione dei lavoratori e della popolazione: "In questo momento mi sarei atteso dal nostro Consiglio di Stato una ponderazione insieme allo Stato maggiore di condotta regionale. Ora reputo necessario che lo stesso ne discuta con i politici della regione".