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Scocca l’ora X del semisvincolo: tutto quello che c’è da sapere

Il 5 febbraio sarà aperto anche il braccio di uscita sud verso il centro. Monitoraggio e possibili adattamenti sino a fine anno. Cosa cambia e dove

Pronto dopo 30 anni d’attesa
(Ti-Press)
30 gennaio 2025
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All’alba del 5 febbraio il nuovo semisvincolo autostradale di Bellinzona sarà completamente agibile a conclusione di un iter quasi trentennale e di un cantiere di trenta mesi che, fra il marzo 2022 e l’autunno scorso, ha rispettato in pieno i tempi: dopo l’apertura parziale, il 26 settembre, dell’entrata in A2 verso sud, da mercoledì prossimo sarà agibile anche l’uscita centro città per chi proviene da sud. L'opera costata 65 milioni di franchi mira a ridurre drasticamente il traffico sulla strada cantonale di Camorino-Giubiasco-Semine, sgravandone gli abitati, e a spostarlo sull’autostrada che farà da circonvallazione sud. E per chi avesse ancora qualche dubbio… no, non vi è alcun collegamento da e per nord: per raggiungere la capitale del Ticino i conducenti provenienti da nord dovranno sempre percorrere, come oggi, le strade cantonali da Arbedo o via Galbisio e Carasso. A Palazzo civico si è svolta oggi una conferenza stampa congiunta Confederazione, Cantone e Città. Alla soddisfazione generale, di cui riferiamo più avanti, si aggiungono informazioni di dettaglio utili all’utenza della mobilità veicolare e dolce. Eccole.

Semafori, fluidità, incidenti e strade chiuse

L’entrata in servizio completa del semisvincolo è stata procrastinata da gennaio a inizio febbraio per poter terminare i lavori di adattamento dell’intero sistema semaforico lungo la strada cantonale da Giubiasco ad Arbedo. Rete ora munita di una nuova centrale di gestione informatizzata. Il direttore della Divisione cantonale delle costruzioni, Diego Rodoni, ha spiegato che l'impianto viene calibrato sia in base ai flussi di traffico di base prevedibili durante la giornata (ore di punta mattutina e serale, orari morbidi e intermedi) sia per far fronte a eventi straordinari quali un incidente o la necessità di chiudere una strada, come sta succedendo da questo mercoledì fino a venerdì in via Birreria a Carasso dove i servizi cantonali stanno eliminando dalla parete sovrastante un masso pericolante di otto metri cubi. Il nuovo sistema semaforico saprà inoltre adattarsi fluidificando il più possibile il transito agli incroci di via Tatti/Birreria e via Tatti/Zorzi qualora dovesse formarsi una colonna sulla rampa di uscita autostradale lunga a tal punto da raggiungere l’A2 debitamente munita di videocamere e sensori.

‘Agli abitudinari dico: funziona bene, usatelo’

L’intero sistema viario sarà da subito monitorato e se sarà il caso verrà adattato e di nuovo monitorato in più fasi fino al prossimo dicembre. «Quanto avevamo pianificato in vista dell’apertura parziale del semisvincolo si è poi avverato – annota Rodoni – e perciò siamo fiduciosi che quanto impostato in vista dell’entrata in servizio completa, sia la soluzione giusta. Comunque, ovviamente, sempre migliorabile». Quanto all’utenza, Rodoni lancia un appello chiaro: «Invito specialmente gli abitudinari a considerare la bontà di quanto realizzato. I dati finora raccolti dicono che il semisvincolo funziona e funziona bene».

Via Birreria e via Ghiringhelli chiuse: che caos!

Tutte le persone intervenute alla conferenza stampa concordano: il sistema viario bellinzonese è fragile. Lo si vede bene con la chiusura per tre giorni di via Birreria. Cui per tutta la giornata di giovedì si è aggiunta la chiusura della centrale via Ghiringhelli. Caos garantito e mugugni (eufemismo) fra i conducenti incolonnati. Avvicinato a margine della conferenza stampa, il municipale Mattia Lepori (capodicastero Territorio e mobilità) ha riconosciuto l'inadeguatezza del doppio evento concomitante. A metterci lo zampino è però stata la pioggia che lunedì e martedì ha impedito i lavori in parete, mentre a quanto pare non era anticipabile né procrastinabile il previsto blocco di via Ghiringhelli per la posa di una gru in un cantiere edile. Quanto alla fragilità, il consigliere di Stato Claudio Zali ha parlato di «sistema viario bellinzonese sottodimensionato che beneficerà notevolmente del semisvincolo». E volendo fare il verso a chi sostiene che più strade portano più traffico, ha detto che «di sicuro meno strade non portano meno traffico». Già, come diminuirlo? Il Trasporto pubblico del Bellinzonese negli ultimi dieci anni è stato sensibilmente migliorato e potenziato, tanto che l’utenza è raddoppiata. Va peraltro riconosciuto al Dipartimento del territorio di non aver mai concretizzato il raddoppio, inizialmente previsto, della capacità del posteggio di attestamento dell’Arti e mestieri, obbligando così anche molti funzionari del Cantone a optare per il trasporto pubblico a scapito del veicolo privato.

Misure fiancheggiatrici. E cosa cambia a Giubiasco

In autunno aveva fatto discutere la decisione municipale – presa dopo un incontro con la locale Società dei commercianti – di sospendere alcune piccole misure fiancheggiatrici già previste da tempo per disincentivare in modo ancora più energico il traffico parassitario a Giubiasco dopo l’apertura completa del semisvincolo. Mattia Lepori ha invece spiegato che da subito (5 febbraio) via della Posta diventerà a fondo cieco all’intersezione con viale Olgiati e la strada del Borghetto. Così facendo saranno peraltro agevolati il transito e le manovre dei bus del trasporto pubblico. Rimane invece sospesa l’introduzione di due sensi unici su viale 1814. In centro città prosegue intanto l’adattamento di vicolo Sottocorte, che prossimamente verrà percorso dai bus provenienti da piazza Indipendenza evitando così le code di via Jauch e viale Franscini per immettersi su via Zorzi. Sempre a proposito di misure fiancheggiatrici, la prima in assoluto realizzata risale al lontano 2011: la passerella ciclopedonale fra le Semine e Monte Carasso, cui due anni fa si è aggiunta quella della Torretta fra la Commercio e Carasso zona ex Birreria. Il tutto nel frattempo completato dalla nuova rete ciclopedonale realizzata ai piedi di via Tatti. «Via Tatti sulla quale il transito di pedoni e ciclisti è ora vietato, mentre ai suoi piedi l’arteria non è mai stata così permeabile come lo è adesso, con nuovi percorsi dedicati per collegare sia le due sponde del fiume Ticino, sia i quartieri situati a sud e a nord», evidenzia il presidente della Commissione regionale dei trasporti Simone Gianini.

Ipotesi future fra lato nord, copertura e terrazza

La domanda che molti si pongono è: il semisvincolo sarà un giorno completato anche con l’entrata e uscita nord? Come detto prima, attualmente questa opzione non è prevista, al contrario invece dello svincolo di Sigirino che verrà realizzato in forma completa. A Bellinzona «da una parte ci sarebbe lo spazio per aggiungere alla grande rotonda sopraelevata le due rampe d’accesso e uscita nord – ha ricordato Gianini – ma dall’altra uno svincolo completo è di fatto impossibile considerata la capacità di assorbimento del sistema viario cittadino». Significherebbe infatti paralizzare l’incrocio via Tatti/Zorzi e quelli vicini. «Magari in futuro…», si è lasciato sfuggire l’ex vicesindaco eletto in Consiglio nazionale nel 2023.

Altro tema che aleggia da qualche annetto: intubare o coprire il tratto di A2 che costeggia Bellinzona. Verdi e Sinistra, in ottica elettorale, si dividono la paternità dell’idea, ben presto però smontata dall’Ufficio federale delle strade (Ustra) che nel dicembre 2019 aveva stimato l’investimento ad almeno un miliardo di franchi. Idea nel frattempo tramutata in una versione small, ossia la terrazza di Galbisio, una sorta di semicopertura della frazione confluita nel Programma di agglomerato di quinta generazione, insieme alle collinette antirumore fra Gorduno e Moleno, con una gittata temporale indefinita che dovrà poggiare, per prima cosa, su uno studio di fattibilità di competenza comunale. Il vicedirettore Ustra, Guido Biaggio, ha aggiunto che «sull’intero territorio svizzero vi sono molte richieste di coperture autostradali, tutte orientate a migliorare la vivibilità. E in effetti alcuni cantieri sono previsti, sia Oltralpe sia in Ticino ad Airolo, la cui parziale ricucitura del fondovalle beneficerà di un contributo cantonale di 50 milioni e del materiale di scavo del secondo tunnel sotto il Gottardo». Proprio la garanzia di un finanziamento misto fra Confederazione, Cantone e Comuni rappresenta dunque la base per poter entrare in materia. Più facile a dirsi che a farsi, visti i chiari di luna sulle finanze ticinesi e turrite.

Impatto fonico nei limiti di legge

«A ogni modo – ha sottolineato Biaggio – il semisvincolo è completato da un’opera importante, il risanamento del tratto autostradale fra Bellinzona sud e nord, il cui cantiere costato 170 milioni a carico della Confederazione sarà ultimato entro l’estate. Grazie alla nuova pavimentazione fonoassorbente, alla posa di ulteriori ripari e all’aggiornamento di quelli già presenti, questo tratto di A2 rientra oggi nei parametri anche considerando l’incremento del transito dovuto al semisvincolo. Il tutto completato dalla corretta gestione delle acque reflue grazie a un nuovo impianto di trattamento», obbligatorio per legge. Quanto al semisvincolo in sé, «già la prima fase test indica che risponde alle moderne esigenze di viabilità, fluidità, sicurezza e vivibilità dell’ambiente urbano. Dopo il necessario periodo di calibrazione, potrà solo migliorare».

Fra ‘democrazia soffocante’ e pesci inesistenti

Si diceva, all’inizio, dell’iter quasi trentennale. «Non avevo nemmeno un anno – ha osservato il municipale Lepori, in carica dallo scorso aprile – quando nel 1997 i bellinzonesi bocciarono nell’urna un’iniziativa che proibiva la costruzione di semisvincoli e il controprogetto municipale per la realizzazione di uno svincolo unico». In effetti, ha rimarcato Gianini, quanto realizzato «è una soluzione di compromesso che rappresenta il coronamento di una storia infinita» caratterizzata da decisioni prese a vari livelli, ricorsi, votazioni popolari: «A capo del Dipartimento del territorio si sono succeduti quattro consiglieri di Stato, con Zali caratterizzato da una perseveranza esemplare. Tre i presidenti della Commissione regionale dei trasporti. In tutto questo ha giocato un ruolo il sistema democratico spinto quasi all’eccesso, perché allunga all’inverosimile i tempi realizzativi. Se il quadro legislativo debba essere adattato, è un tema di competenza federale». Tre decenni per una soluzione di compromesso… «È brutto da dire, ma stiamo soffocando nelle procedure democratiche», ha concluso Zali rammentando una vicenda del 2012, quando si trattava di saldare gli ultimi oneri della galleria Vedeggio-Cassarate: «Ci trovammo a pagare una scala di monta per i pesci realizzata in un riale privo di pesci. Questo per dire che anche i pesci che non esistono hanno dei diritti».

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