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Una ‘nuova’ idea per salvare Piazza Grande dal traffico

Giubiasco, la consigliera Röhrenbach ripesca una soluzione dal passato: il viale 1814. Benefici del semisvincolo: congelate due piccole misure viarie

La rotonda di Piazza Grande dove scorre la strada cantonale
(Ti-Press)
22 ottobre 2024
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Giubiasco e i benefici generati dal semisvincolo di Bellinzona: a che punto sono le misure viarie locali – di competenza sia comunale sia cantonale – volute per contenere ulteriormente il traffico parassitario in talune zone laterali e rispettivamente migliorare la qualità di vita lungo l’asse urbano principale? Andiamo con ordine. In vista dell’entrata in funzione completa, il prossimo gennaio, della grande rotonda sopraelevata di via Tatti per ora limitata alla sola entrata in A2 verso sud, il Municipio di Bellinzona ha pubblicato in settembre tre piccole misure viarie accompagnatorie, riguardanti appunto Giubiasco, con l’intenzione di applicarle in tempi brevi. A beneficiarne sarebbero due assi stradali comunali – alternativi alla cantonale – ossia i due viali 1814 e Olgiati più la stradina del Borghetto. Nel primo caso sono previsti due distinti tratti a senso unico verso sud e verso nord, nel secondo s’intende rendere via alla Posta a fondo cieco all’intersezione con viale Olgiati e la strada del Borghetto. L’obiettivo è disincentivare il traffico parassitario concentrando la viabilità residua (quella che non finirà sul semisvincolo) sulla strada cantonale che a nord e a sud della rotonda di Piazza Grande si chiama via Bellinzona e via Monte Ceneri. Nel frattempo però, incontrando recentemente il municipale Mattia Lepori, capodicastero territorio e mobilità, i comitati dell’Associazione di quartiere e della Società commercianti hanno chiesto e ottenuto tempo. Risultato: la necessità o meno di implementare le due nuove misure viarie dipenderà dalle analisi – che si protrarranno per qualche settimana o mese nella prima parte del 2025 – dei reali effetti generati dall’entrata in esercizio completo del semisvincolo.

In vista cantieri importanti sui vari ‘assi urbani’

Tutto questo a breve termine. Per contro a medio e lungo termine sulla strada cantonale nord-sud – nel centro di Giubiasco come pure sugli assi principali di Sementina, Monte Carasso, Cadenazzo, Camorino, Arbedo, Bellinzona centro e nord – sono previste “riqualifiche multimodali dell’asse urbano principale” con lavori importanti a partire dal 2025/26 nell’ambito del Programma di agglomerato co-finanziato da Cantone e Confederazione. Nelle varie località è previsto un nuovo concetto di carreggiata caratterizzato da asfalto fonoassorbente, alberatura, illuminazione a Led di ultima generazione, marciapiedi, passaggi pedonali, isole spartitraffico e misure di moderazione volte a migliorare la qualità di vita di chi abita nelle immediate vicinanze e ad agevolare in tutti i casi la mobilità dolce. Si potrà dunque dire addio al vecchio concetto di strada cantonale come lo conosciamo ormai da decenni. Il primo cantiere previsto riguarderà, per la durata di circa 14 mesi, il tratto di cantonale lungo 1,6 km fra Sementina e Monte Carasso che si presenta da lungo tempo malconcio: per questo tratto il Consiglio di Stato chiede al Gran Consiglio di stanziare un credito realizzativo pari a 7 milioni di franchi.

Secondo il governo introducendo il concetto di “asse urbano” si “ridurrà la larghezza dello spazio destinato alla circolazione veicolare a quanto necessario (ndr: l’attuale calibro compreso fra 6 e 7,2 metri sarà portato sempre a 6,3) per assicurare condizioni di percorribilità e sicurezza adeguate e attribuendo ai pedoni gli spazi così sottratti ai veicoli (ndr: tutti i marciapiedi saranno allargati a 1,5 metri)”. Gli attraversamenti pedonali rimarranno otto ma saranno migliorati, resi più sicuri e adeguati al trasporto pubblico. Nel 2021, intervistato dal nostro giornale, il presidente della Commissione regionale dei trasporti Simone Gianini affermava che «sarà importante conferire a questi tratti di strade cantonali una migliore qualità e una ridotta possibilità di velocità, a tutto vantaggio della vivibilità e della sicurezza di tutti gli utenti». Nei documenti del Pab3 si specificava che mentre “rimangono prioritari” gli obiettivi di garantire un’elevata sicurezza e la fluidità del traffico privato e pubblico lungo le strade cantonali, con la loro riqualifica “va data altrettanta attenzione alla cura e alla valorizzazione dell’insieme del tessuto edificato adiacente, a beneficio della vivibilità e dell’attrattiva dei quartieri attraversati e del benessere di tutti gli utenti dello spazio pubblico”.

La proposta alternativa

Ma torniamo a Giubiasco. Qui una delle misure previste dal Pab è l’eliminazione della traversa obliqua fra via Bellinzona e viale Olgiati e l’inserimento di una rotonda fra via Bellinzona e via Saleggi. Ma c’è chi suggerisce una soluzione ancora più netta, affinché il transito attraverso Piazza Grande sia ridotto allo stretto necessario a tutto vantaggio della vivibilità. La consigliera comunale Lorenza Röhrenbach (Forum Alternativo e Verdi) propone una riflessione partendo da molto lontano. Un salto indietro nel tempo di alcuni decenni. «Viale 1814, voluto come progetto per alleggerire il traffico veicolare dal centro storico di Giubiasco quando ancora via Bellinzona non esisteva, rappresenta oggi un’infrastruttura incompleta e abbandonata. Eppure in origine era stata concepita per fungere da circonvallazione a viale Olgiati e al Borghetto spostando così il traffico fuori dal cuore del villaggio e da Piazza Grande per preservare la vivibilità e l’integrità del tessuto urbano. Tuttavia – e qui arriva al dunque – la storia del viale 1814 è legata a vicende di politica locale e sfruttamento immobiliare senza scrupoli».

‘Una visione urbanistica chiara’

Perché, chiediamo, opera incompleta? «Viale 1814 era destinato a segnare il confine tra la zona abitata, a sud-est del villaggio, e quella industriale situata lungo la ferrovia. Venendo da Bellinzona la strada avrebbe dovuto proseguire nell’attuale via Ressiga – il cui primo tratto oltre l’incrocio con via al Ticino presenta in effetti un calibro largo per poi restringersi bruscamente –, superare il fiume Morobbia e collegarsi alla ‘tirata’ in direzione di Camorino. Una visione urbanistica chiara e lineare in cui viale 1814 rappresentava una soluzione moderna per risolvere il problema del traffico caotico che attraversava il cuore di Giubiasco e la sua Piazza Grande, spazio simbolico e vitale del paese, mantenendola un luogo sicuro per pedoni, ciclisti e bambini e restituendo dignità e sicurezza agli spazi pubblici».

L’avvento dell’attuale cantonale

Invece, evidenzia Lorenza Röhrenbach, la storia ha preso un’altra piega. Quella oggi sotto gli occhi di tutti. «Purtroppo il progetto del viale 1814 non fu mai portato a compimento. Un’importante figura politica locale, sfruttando la propria posizione di potere, impose la costruzione di una nuova strada cantonale, l’odierna via Bellinzona, che avrebbe favorito la valorizzazione dei propri terreni agricoli. Questo cambiamento di rotta, volto più a interessi privati che al bene comune, mantenne il traffico veicolare nella Piazza Grande, deturpandola ulteriormente. Non da ultimo l’installazione di via Bellinzona implicò anche la demolizione di alcuni edifici storici che delimitavano e caratterizzavano Piazza Grande, danneggiando l’identità architettonica e storica di questo spazio».


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La consigliera comunale Lorenza Röhrenbach

‘Ora una preziosa opportunità’

In definitiva la decisione, risalente a decenni fa, «ha segnato il destino di Piazza Grande, che oggi continua a essere un crocevia trafficato, poco sicuro e lontano dall’essere lo spazio vivibile che era stato originariamente immaginato». Guardando ora al semisvincolo, Lorenza Röherenbach ne è convinta: «Si apre una finestra di opportunità per riconsiderare il destino del traffico a Giubiasco. L’ipotesi di ridurre il transito attraverso il paese potrebbe finalmente rendere fattibile – questo il suo auspicio – il vecchio progetto di deviare il traffico dal centro abitato su viale 1814 e via al Ticino come arterie principali. Una tale riorganizzazione richiederebbe a mio avviso la costruzione di tre nuove rotonde strategiche: una all’intersezione tra via Bellinzona e via Saleggi (ndr: già prevista), una seconda tra viale 1814 e via al Ticino e una terza all’attuale incrocio semaforizzato tra via al Ticino e via Monte Ceneri. Così facendo si canalizzerebbe il traffico in modo fluido e sicuro riducendo l’impatto su Piazza Grande. Una risposta razionale alla necessità di migliorare la qualità della vita dei residenti».

Zona 20 ‘impossibile sulla cantonale’

Quanto all’accesso da e verso la Valle Morobbia, «attraversare Piazza Grande non sarebbe un problema: con un limite di 20 km/h, e rispettando la priorità di ciclisti e pedoni, i veicoli potrebbero transitare senza compromettere la sicurezza degli utenti più deboli. Si tratta, infatti, di un tratto di appena 250 metri, che con una regolamentazione appropriata potrebbe convivere con un ambiente urbano più vivibile». Sulla zona 20 tuttavia il Municipio di Bellinzona ha già mostrato pollice verso: rispondendo lo scorso aprile a un’interrogazione della socialista Lisa Boscolo, l’esecutivo riteneva “né giuridicamente possibile, né opportuno dal punto di vista della gerarchia stradale e quindi della chiarezza e sicurezza anche a tutela degli utenti più deboli del campo stradale” inserire il limite 20 sulla strada cantonale che attraversa Giubiasco, sulla quale circola anche il trasporto pubblico.


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Via Borgetto

‘Andare oltre le questioni tecniche’

Röhrenbach ne è certa. Il futuro di Piazza Grande e del traffico a Giubiasco «non riguarda solo questioni tecniche di viabilità, ma tocca anche temi più ampi legati alla pianificazione urbana e alla gestione dello spazio pubblico. Parlare di ‘pianificazione centripeta’, un modello che cerca di concentrare i servizi e la vivibilità nel cuore dei centri urbani, ha poco senso se questi spazi cruciali non vengono adeguatamente valorizzati e protetti. La Piazza Grande, un tempo centro nevralgico della vita sociale del paese, merita di essere riqualificata e restituita alla comunità. Il recupero di questi spazi non è solo una questione estetica o funzionale, ma anche sociale e culturale. Le piazze, da sempre luoghi di incontro, di scambio e di vita comunitaria, devono essere protette e preservate come spazi sicuri e accessibili a tutti. Soluzioni come quelle proposte, che integrano la riorganizzazione del traffico con la valorizzazione degli spazi pubblici, possono restituire a Piazza Grande il ruolo che le spetta all’interno del tessuto urbano di Giubiasco.

‘Si può ancora recuperare’

In conclusione, secondo la consigliera comunale il ‘caso’ del viale 1814 «rappresenta un’opportunità persa che, con le giuste decisioni, può ancora essere recuperata. La riorganizzazione del traffico, con una pianificazione urbana attenta e responsabile, potrebbe non solo restituire a Piazza Grande la sua dignità originaria, ma anche migliorare la qualità della vita per gli abitanti di Giubiasco. Non si tratta solo di gestire il flusso veicolare, ma di ridisegnare il cuore della comunità per le generazioni future». Riflessioni pertinenti che la diretta interessata non ha fatto in tempo a inoltrare durante il recente periodo di pubblicazione delle misure locali, nel frattempo sospese.