Firmato l’atto d'accusa. Nove persone sono state rinviate a giudizio per il caso del raggiro assicurativo nell’ambito di sinistri subiti da edifici
Un corposo atto d'accusa, composto da oltre 100 pagine. A dimostrazione dell'importanza del caso Belfor, la maxitruffa assicurativa nell’ambito di sinistri subiti da edifici. Titolare dell'inchiesta avviata nella primavera 2023, la procuratrice pubblica Chiara Borelli ha emanato in questi giorni l'atto d'accusa che riguarda i nove principali indagati nell'ambito del raggiro milionario che secondo gli inquirenti sarebbe durato almeno dieci anni. Gli imputati andranno a processo davanti alla Corte delle assise criminali.
Come appreso da laRegione, nei confronti dei nove principali indagati si confermano le accuse prospettate al momento della chiusura dell'inchiesta: truffa, truffa per mestiere, amministrazione infedele, corruzione attiva e passiva di privati, corruzione attiva di pubblici funzionari, accettazione di vantaggi, appropriazione indebita, falsità in documenti.
Belfor, ricordiamo, è la succursale di Lumino della ditta lucernese Belfor Suisse Ag attiva a livello mondiale nel ripristino di edifici danneggiati da sinistri. Gruppo costituitosi accusatore privato dichiarandosi vittima dell’agire dei due dirigenti della filiale ticinese, due fratelli nel frattempo licenziati. Nell’ambito dei loro frequenti rapporti con cinque compagnie assicurative, i due avrebbero costruito – secondo gli inquirenti – una fitta rete di rapporti truffaldini orientati a materializzare importanti benefici economici in alcune tasche a scapito delle compagnie medesime. Gli altri imputati risultano tre consulenti assicurativi; una persona che fungeva da consulente esterno tra assicurazione e Belfor; una persona del management Belfor Ticino; un ex dipendente della Sezione cantonale della Logistica e una ex collaboratrice dell'agenzia Sublimity Management Services di Bellinzona che forniva personale alla filiale di Lumino. Quasi tutti, una volta arrestati, hanno trascorso più settimane in detenzione preventiva. Altri indagati, per un totale di una quindicina, sono stati disgiunti dal filone principale dell'inchiesta e nei loro confronti si procede separatamente. Oltre a Belfor, sono cinque le compagnie assicurative danneggiate.