‘Il progetto con Bentancur mira a una visione d’assieme ampliando l’attività del settore giovanile e slegando la U19 dal Team Ticino per gestirla in casa’
«Sono pronto ad assumere la presidenza anche dell’Associazione calcio Bellinzona che gestisce il settore giovanile. Il motivo è semplice: l’idea è che di Acb ce n’è una sola. Va dai giovanissimi che si affacciano al mondo del calcio, ai ragazzi più grandi fino alla prima squadra. Penso a una famiglia che deve comunicare e parlare la stessa lingua. Con interazioni a 360 gradi, anche interpersonali tra lo staff, i titolari di campionato e l’universo giovanile granata». Ecco svelata, nelle dichiarazioni rilasciateci oggi pomeriggio da Brenno Martignoni Polti, da giugno presidente dell’Acb 1904 Sa che gestisce la prima squadra, la chiave di volta di una situazione viepiù tesa fra le due anime granata.
Da una parte la società anonima, il cui patron è Pablo Bentancur, dall’altra l’associazione il cui comitato ha registrato nelle ultime settimane e giorni importanti defezioni. Ultima in ordine di tempo – come riportato stamane – quella ufficializzata pochi giorni fa dalla presidente Pamela Colombo, eletta soltanto la scorsa primavera quando era subentrata allo ‘storico’ Paolo Righetti. Insieme a Martignoni Polti anche Bentancur è pronto a entrare nel comitato associativo. La cui assemblea ne discuterà – e deciderà – il 15 ottobre, ore 19, all’hotel Unione. Peraltro lo statuto indica che la Sa ha il diritto di scegliere il 60% dei membri di comitato dell’associazione.
In una recente comunicazione interna è la stessa Pamela Colombo a proporre una sua lettura del particolare momento. La motivazione che nei primi mesi dell’anno l’aveva portata ad accettare una sfida “non facile” era stata quella di “poter contare su un team di lavoro formato da persone con gli stessi obiettivi, valori e intenti di progettualità. Grazie al duro lavoro svolto dagli attuali membri di comitato e alla figura del direttore sportivo, impegnato come collaboratore a tempo pieno, il settore giovanile ad oggi vanta una struttura più che solida e ben funzionante, apprezzata dalle famiglie dei nostri giovani calciatori”. Diverse le migliorie apportate – sottolinea la presidente dimissionaria – a partire dalla nuova sede. Quanto alla struttura tecnica, “è composta da allenatori professionisti che con impegno trasmettono i valori dello sport dedicando il loro tempo ai bambini”. Pure citati la lavanderia per il settore giovanile, il piano sponsor, il nuovo logo e filosofia, la segretaria amministrativa. Ciò che la induce a dirsi “molto soddisfatta di quanto è stato fatto in questi mesi e della struttura dell’associazione”. Peraltro, come in molti altri contesti, “ciò che resterà sempre è l’Acb, anche se le persone cambiano”. Quanto alla sua decisione di lasciare carica e comitato, è motivata dal “cambio di progetto che non mi permette di identificarmi e lavorare in modo sereno e costruttivo”. Con l’assemblea del 15 ottobre “i tempi sono ideali per poter pianificare nel migliore dei modi la prossima stagione calcistica”.
Cambio di progetto dunque. Cosa significa? Quali le conseguenze prevedibili, oltre al cambio della guardia? «Municipio ed Ente Sport sono preoccupati», taglia corto il vicesindaco Fabio Käppeli fermando qui la sua dichiarazione. Anche perché, ricordiamo, i rapporti fra autorità e vertici granata si sono arricchiti recentemente di richiami all’ordine verso Bentancur per le sue intemperanze estive sulla gestione dei campi e di un precetto esecutivo all’indirizzo della Sa per il mancato pagamento dell’affitto annuo dello stadio comunale pari a 50’000 franchi (cifra che la Sa si è impegnata a saldare, ma non l'ha ancora fatto).
«Quello che vogliamo fare è innescare più sinergie per unire e ancorare tutte le competenze», dettaglia dal canto suo Martignoni Polti ricordando che le parti nel marzo 2019 avevano firmato una convenzione di collaborazione e un contratto di finanziamento della Sa a favore dell’associazione. Il tutto con durata decennale e coperto da confidenzialità. Ebbene, vi si legge che “col presente accordo le parti intendono collaborare fattivamente al reciproco sviluppo”. Alla Sa “è espressamente riconosciuta l’esclusiva quale socio finanziatore; per questo motivo l’associazione riconosce alla Sa la facoltà di nominare la maggioranza dei suoi membri di comitato”. Poiché l’associazione “concede alla Sa il diritto di sfruttare il proprio marchio e in generale tutti i diritti d’immagine”, dal canto suo la Sa “riconosce all’associazione una contropartita di 80’000 franchi per la cessione dei diritti e oneri patrimoniali e sportivi dei tesserati”, attrezzature incluse. Sempre la Sa “si prende a carico il contributo annuale da versare al Team Ticino e gli oneri Lainf pregressi dell’associazione”. Non da ultimo la Sa “riverserà all’associazione, se la sua situazione finanziaria lo permetterà, il 20% del ricavo netto annuo della buvette”.
Proprio in materia di Team Ticino, prosegue Martignoni Polti, «una riflessione avviata è quella di valutare a nostra volta, come il Lugano ha già fatto, la gestione diretta della squadra U19. Si tratta al momento di un’ipotesi, orientata a dare più possibilità ai nostri giovani di emergere» nella direzione della prima squadra che milita in Challenge League. Un’idea che qualora si concretizzasse finirebbe per indebolire il Team Ticino co-finanziato da Fcl e Acb, con l’Fcl che però a fine giugno ha dal canto suo già inoltrato una disdetta cautelativa (tempo due anni) della convenzione che stabilisce ruoli e finanziamento.
«Posso dunque capire – dice Martignoni Polti – che queste ipotesi di lavoro possano non fare l’unanimità nel nostro settore giovanile e risultare un impegno accresciuto, visto che quanto gli chiediamo di fare è in definitiva espandere le sue competenze. Quanto intendiamo fare anche a livello di apparato, dev’essere insomma un incentivo a concepire la realtà granata come una cosa sola, pur considerando la necessità di mantenere giuridicamente separate le due entità». L’idea che molti si stanno facendo, tuttavia, è che il manager di calciatori Bentancur voglia mettere le mani su tutto. Ci azzeccano? «Non è così», replica il presidente: «Il settore giovanile dev’essere chiamato maggiormente in causa e fare un salto di qualità, affinché sia e agisca a tutti gli effetti come Associazione calcio Bellinzona». Tanta carne al fuoco per l’assemblea del 15 ottobre.