Bellinzonese

Ex Petrolchimica di Preonzo, a che punto è la bonifica?

I Verdi in Gran Consiglio chiedono un aggiornamento a tre anni dall’eliminazione delle strutture superficiali gestita dalla Città di Bellinzona

Un’immagine dell’ex Petrolchimica risalente al 2019: le infrastrutture sono nel frattempo state smantellate
(Archivio Ti-Press)
6 settembre 2024
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Il gruppo dei Verdi in Gran Consiglio (primo firmatario Marco Noi) con due interrogazioni chiede informazioni precise al governo su due questioni ambientali e territoriali. Dapprima il terreno ex Petrolchimica di Preonzo, che risulta contaminato a seguito del suo passato di sito per la produzione di idrocarburi. I deputati vogliono sapere cosa sia stato fatto dopo che nel 2021 la Città di Bellinzona, competente in materia come concordato col Cantone, aveva eliminato le vecchie infrastrutture (spendendo un milione), così da predisporre suolo e sottosuolo alle lavorazioni necessarie per il risanamento in profondità. Bonifica dal costo fra i 20 e i 25 milioni di franchi e necessaria urgentemente, ricordiamo, vista la presenza di tracce di inquinanti nella falda.

Da qui una serie di domande volte a sapere se sia stata eseguita l’indagine dettagliata con la quale si definiscono obiettivi e urgenza del risanamento, chi l’avrebbe eseguita, se l’esito è pubblico e se il Cantone abbia chiesto al Comune di presentare il progetto di risanamento. Chiesti lumi anche sulla tempistica, che pare dilatarsi oltremodo. Anche per questo motivo i Verdi vogliono sapere “cosa sta facendo il Cantone, quale autorità competente, per assicurarsi che il perdurare di una situazione non ancora risanata non pregiudichi l’integrità dell’ambiente e la salute delle persone”.

Una convenzione per quattro attori

La procedura di bonifica, ricordiamo, è coordinata dalla Sezione protezione aria, acqua e suolo (Spaas) del Dipartimento del territorio (Dt): fattasi parte attiva, l’ha condivisa già cinque anni fa con gli attori presenti nel e attorno al comparto sottoponendo loro una convenzione contenente una delega esecutiva a favore del Cantone che anticiperà tutti i costi di bonifica. Si tratta della Gerre Sa (fa capo al gruppo Piero Ferrari Sa di Locarno) che aveva comprato il mappale all’asta nel 2005 per farne un deposito d’inerti mai realizzato; nonché della Città di Bellinzona e del Patriziato di Preonzo proprietari di alcuni mappali confinanti, i quali in parte ospitano in diritto di superficie la ditta Ecotechnology situata a nord, pure coinvolta nella procedura di bonifica. Nella convenzione non è indicata la chiave di riparto: chi pagherà e quanto viene stabilito tramite una procedura parallela che non frena quella operativa stimata in più anni.

Compensazione Sac, chiesti i dettagli

In una seconda interrogazione i Verdi chiedono i dettagli sulla compensazione degli otto ettari di superfici per l’avvicendamento colturale (Sac) ‘mangiati’ dalle Ffs a Castione per la realizzazione della nuova officina di manutenzione. La compensazione totale è garantita? Dove e a quale punto si trova la procedura? I terreni individuati devono subire interventi particolari per diventare Sac? Chiesto anche il conteggio Sac aggiornato e complessivo dell'intero Ticino e se sia in linea con le disposizioni del Piano settoriale. Infine, sono previste altre perdite di Sac? Stando a quanto da noi anticipato lo scorso 26 luglio, a Iragna sono iniziati i lavori per la compensazione di 1,17 ettari; imminenti i cantieri previsti a Bellinzona (un ettaro nell’area golenale), Camorino (3,15 ettari all’ex cantiere AlpTransit) e Preonzo (0,82 ettari). Ferma invece la conversione di 2,5 ettari industriali nella parte sud di Biasca, il cui Municipio ha interposto ricorso al Tribunale amministrativo federale. L'onere è integralmente a carico delle Ffs.

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