In arrivo una commissione ad hoc per tutto il Ticino considerate anche le critiche sulla concentrazione di tre centrali a legna a Castione e Lumino
Ha visto giusto l’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica) quando il 21 giugno, tramite una petizione inoltrata al Gran Consiglio, ha sollecitato le autorità cantonali affinché avviino un coordinamento degli impianti per il teleriscaldamento con l’auspicio che si eviti la concentrazione di strutture simili o identiche come sta succedendo a Lumino e Castione dove sono previste tre centrali alimentate a cippato di legna. Di cui una, quella di Lumino, contestata dalla popolazione locale che teme ricadute ambientali negative. Amica ha visto bene, perché alcuni giorni fa il Consiglio di Stato, rispondendole, le ha dato pienamente ragione sulla necessità di evitare doppioni. Anche perché sul territorio cantonale si contano ben 33 reti di teleriscaldamento, per un totale di quasi 68 chilometri di condotte, alimentate da diversi tipi di fonti energetiche e facenti capo a diverse aziende.
Ribadendo che la distribuzione di energia tramite reti di teleriscaldamento “è un caposaldo della politica energetica cantonale”, il governo si dice “cosciente che i molti progetti di reti di teleriscaldamento e relative centrali richieda un intervento di coordinazione”. Infatti, “se da un lato vi sono informazioni di dettaglio sulla realizzazione delle reti e sull’energia da esse trasportata, dall’altro mancano una visione e un coordinamento sui possibili sviluppi di nuovi progetti, in quanto portati avanti dai singoli promotori”. Emblematico il caso citato da Amica, visto che i promotori nel fazzoletto di terra appena a nord di Bellinzona sono la cantonale Teris Sa, l’azienda forestale Afor Castor e le Ferrovie federali. “Per sopperire a questa mancanza e fornire uno scambio di informazioni a tutti i portatori di interesse – evidenzia dunque il CdS –, si intende creare un’apposita struttura, ancorandola al quadro normativo in vigore. In questo senso si è già provveduto proponendo una modifica della Legge cantonale sull’energia” nel frattempo sottoposta al vaglio del Gran Consiglio. Si tratta del messaggio governativo di 43 pagine, datato 10 luglio 2024, che propone sia l’approvazione del Piano energetico e climatico cantonale, sia la modifica della Legge cantonale sull’energia; questo dopo che il mese precedente il parlamento aveva già votato un credito di 27 milioni volto a promuovere e realizzare progetti in questo ambito. L’obiettivo a Palazzo delle Orsoline ora è ancorare nella Legge sull’energia “la creazione di una commissione consultiva, coordinata dal Cantone, che coinvolga i diversi portatori d’interesse a favore della promozione delle reti di teleriscaldamento per migliorarne lo sviluppo coordinato supportando le attività di promozione e contribuendo a un uso efficace ed efficiente dei mezzi finanziari messi a disposizione”.
Le valutazioni in Gran Consiglio – dapprima in commissione e poi nel plenum – richiederanno settimane, forse mesi. Perciò è difficile dire oggi se la volontà/necessità di coordinamento cantonale influirà sui tre progetti citati sopra e ancora pendenti: da una parte le Ffs tirano dritto sostenendo che la loro centrale a legna (non contestata) servirà a soddisfare unicamente le necessità caloriche della loro nuova officina di manutenzione treni che sta sorgendo a Castione; dall’altra il Municipio di Arbedo-Castione non ha ancora deciso se rilasciare o meno la licenza edilizia ad Afor Castor per la sua centrale prevista nella zona industriale di Castione (alimentata esclusivamente con legname vergine) e per la rete di teleriscaldamento verso le ditte vicine e il quartiere abitato; infine Teris Sa non ha ancora deciso se presentare una seconda domanda di costruzione dopo che la prima, per la centrale prevista nella parte sud di Lumino, accanto al campo da calcio, era stata respinta in aprile dal vecchio Municipio per una lacuna formale nella richiesta di deroga in materia di distanze.
Riguardo a quest’ultimo progetto – e meglio alle preoccupazioni espresse dalla popolazione e da gran parte della politica locale sia durante la serata pubblica del 17 giugno, sia con una petizione sottoscritta da 1’549 persone – il governo cerca dal canto suo di portare argomentazioni positive, non da ultimo considerando che Teris Sa appartiene all’Azienda elettrica ticinese e all’Azienda cantonale dei rifiuti: nell’ambito della “regolare procedura edilizia – spiega ad Amica – è stato elaborato anche un rapporto di impatto ambientale, nel quale gli eventuali effetti negativi sull’ambiente sono stati esaminati tenendo conto del caso peggiore. Nello specifico che l’impianto funzioni a piena potenza durante tutto il periodo invernale e che tutta la legna utilizzata per produrre calore fosse legname usato”, eventualità non contemplata visto che nella prima domanda di costruzione viene indicato un suo utilizzo prevalente. A ogni modo, anche nel caso peggiore il progetto “è stato valutato positivamente da parte dei servizi cantonali, che lo hanno dunque ritenuto rispettoso del quadro normativo sotto tutti gli aspetti di loro competenza”.