laR+ Bellinzonese

Dopo lo choc: ‘Ora sono pronta a tornare a scuola’

Si avvicina il rientro in aula e la docente della Commercio di Bellinzona, minacciata da un allievo con una pistola, si dice pronta a tornare a insegnare

(Ti-Press)
20 agosto 2024
|

Al termine delle vacanze estive, come da una trentina d’anni a questa parte, si ripresenterà in aula nelle vesti di docente di francese. Questa volta però sarà per lei un rientro dal sapore diverso, caratterizzato da una somma di emozioni forti e dalla consapevolezza che dietro a quella cattedra vuole ancora esserci. Nonostante le difficoltà e lo choc per quanto accaduto il 3 giugno. Ma soprattutto con l’immutata convinzione che «questo rimane il mestiere più bello del mondo». Lei è l’insegnante della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona (Scc) minacciata tre mesi fa da un allievo 15enne presentatosi al suo cospetto, durante un colloquio, con in tasca una pistola poi rivelatasi finta. A due settimane dal rientro in aula ci parla delle sue emozioni: «Ammetto che i primi giorni dopo l’accaduto non sapevo se avrei mai avuto la forza di ripresentarmi a scuola. Ma grazie alle enormi dimostrazioni di vicinanza e affetto che ho ricevuto dai ragazzi delle mie classi, da ex allievi anche di lunga data e dai colleghi, non ho più avuto questi pensieri». Un’umanità di cui è molto grata e una riconoscenza che vuole tributare a tutti i suoi colleghi: «In occasione della riunione plenaria d’inizio anno intendo ringraziare la scuola e gli insegnanti, che non chiamerò soltanto ‘colleghi’ ma ‘amici’. Perché dopo l’accaduto ho ritrovato una grande comunità che mi ha dato tanto affetto e non mi ha mai fatto sentire sola».

‘Insieme è possibile affrontare qualsiasi cosa’

Di questa brutta esperienza la docente porta dentro di sé anche un aspetto positivo: «Ho percepito una grande solidarietà e mi sono resa conto che se in una scuola un collega prova paura, questo sentimento appartiene a tutti. Nessuno è solo e insieme si può affrontare qualsiasi cosa». Colleghi e amici l’hanno sostenuta anche durante l’estate quando, senza nemmeno avere il tempo per elaborare quanto accaduto in classe, l’insegnante si è ritrovata ad affrontare una situazione famigliare delicata che l’ha assorbita completamente. «Molto spesso mi sono ritrovata senza forze, proprio a causa di queste prove di vita molto forti che mi si sono presentate una dopo l’altra. Poi pian piano ho cercato di affrontare le cose e adesso sono pronta a riprendere con la giusta energia».

Il giovane non risulta più iscritto

La docente non sa se al rientro rivedrà il ragazzo che l’ha minacciata. «Non abbiamo ricevuto informazioni e rassicurazioni al riguardo». Un’incertezza che inquieta, non solo lei ma anche altri docenti che in una lettera indirizzata al Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs) hanno espresso sentimenti di disagio e preoccupazione riguardo all’eventuale presenza del ragazzo nella sede alla ripresa delle lezioni. «Mi sono rifiutata di presentare denuncia penale, anche per non infierire sul futuro del giovane, perché ritengo che si debba dare una seconda possibilità, ma… possibilmente in un altro istituto». Secondo quanto da noi appreso, il ragazzo non risulta più iscritto alla Commercio. Ora, qualora dovesse iniziare un percorso formativo in un’altra scuola, in che modo il Decs accompagnerà il passaggio affinché possa essere integrato al meglio e il corpo insegnante messo nella condizione di operare serenamente? Domande che avremmo voluto porre al Decs, senza però riuscire ad avere un contatto telefonico nella giornata di ieri.

Un abbraccio emozionante

L’episodio del 3 giugno è stato uno choc: quando la docente ha comunicato al 15enne che avrebbe ricevuto un’insufficienza, lui ha reagito male e con fare minaccioso le ha mostrato il calcio dell’arma, poi rivelatasi una fedele riproduzione, che teneva nei pantaloni. «Mi ha spaventato molto il fatto che l’intimidazione sia stata premeditata, perché lui è entrato al colloquio già con la pistola. Diverso sarebbe stato se fosse andato in un secondo tempo a prenderla. Questo mi ha fatto paura». Dopo l’accaduto, nel corso delle prime settimane la docente è stata accompagnata da una figura professionista specializzata. Inoltre la vicinanza di tutti i suoi allievi le ha dato la forza di presentarsi l’ultima settimana di scuola per salutarli. «L’estate era alle porte, ma la distanza non mi avrebbe permesso di affrontare il trauma. Perciò ho voluto tornare a scuola subito, per dare un saluto. Ho voluto incontrare tutte le mie classi e abbracciare gli allievi fisicamente. È stato molto emozionante, ho sentito la loro vicinanza». Sempre a giugno la docente aveva espresso il desiderio d’incontrare la famiglia del 15enne, che si era detta disponibile; tutto però sfumato per le vicissitudini che l’hanno poi toccata da vicino. «Sono comunque dell’avviso – sottolinea – che un incontro sia assolutamente necessario».

Protocollo e disagio giovanile

In caso di emergenza, per le scuole medie superiori non c’è ancora un protocollo prestabilito, ma piuttosto delle buone misure da seguire. Tuttavia, un gruppo di lavoro misto, voluto a livello cantonale, è all’opera da alcuni mesi per elaborare indicazioni sui passi da intraprendere in caso di evento traumatico o straordinario. Un protocollo è dunque in arrivo. Nel caso del recente episodio, la docente ritiene che la Direzione abbia affrontato al meglio la situazione, anche nei giorni seguenti con l’intervento del care team e con momenti di ascolto e confronto con allievi e docenti.

Dopo questa esperienza l’insegnante riflette sul disagio giovanile e sull’importanza della figura del docente: «In questa professione dobbiamo essere veri, togliere le maschere. Dobbiamo riuscire a far passare ai giovani il messaggio che anche noi siamo esseri umani, proviamo dispiacere, felicità. I sentimenti che loro stessi provano». Il suo auspicio è che gli allievi possano percepire il docente come una figura vicina e umana, con cui comunicare, non un’entità distante che vive dietro la cattedra. Ascolto e dialogo diventano quindi gli ingredienti base per evitare il ripetersi di certi episodi, sintomo di malessere e disagio giovanile.