Respinta la proposta del consigliere comunale Ograbek che suggeriva orari un po’ più flessibili e maggiore tolleranza verso la musica amplificata
Il Municipio di Bellinzona risponde picche alla prima interrogazione della nuova legislatura: presentata dal consigliere comunale Kevin Simao Ograbek (Verdi-Fa-Ind), auspicava più flessibilità in tema di orari di apertura serale degli esercizi pubblici nonché una maggiore tolleranza nell’utilizzo di apparecchi per la riproduzione del suono all’esterno, in parole povere gli amplificatori per la musica. L’esecutivo riafferma perciò il suo obiettivo di mantenere un equilibrio tra le esigenze delle attività commerciali e ricreative e il diritto alla quiete per gli abitanti. In particolar modo (tema annoso) quelli che risiedono nel centro storico.
L’Ordinanza comunale contro i rumori molesti e inutili in vigore, il cui scopo è la salvaguardia della quiete pubblica attraverso la prevenzione e la repressione dei rumori superflui e la limitazione di quelli necessari, tiene conto di queste esigenze contrapposte, assicura il Municipio. In pratica, vi si legge, “è vietata qualsiasi azione suscettibile di disturbare la quiete notturna dalle ore 23 alle ore 7. In particolare, è vietata l’esecuzione di attività o lavori rumorosi di qualsiasi genere tra le 19 e le 7, come pure il sabato prima delle 9 e dopo le 18” in tutta la città, quartieri compresi. Perciò, sottolinea il Municipio, l’attività degli esercizi pubblici e il comportamento dei loro utenti “non devono essere fonte di disturbo per il vicinato e dalle 23 i suoni e rumori devono essere ridotti in modo tale da non essere percepiti da terzi all’esterno”. Analogo il discorso per la musica all’esterno degli esercizi pubblici: quest’ultimi in centro città “sono molto vicini uno all’altro, alcuni persino confinanti e ci si potrebbe pertanto trovare confrontati con tipologie diverse e sovrapposte di diffusione”. Inoltre sempre l’esecutivo ricorda che gli orari di apertura degli esercizi pubblici sono già stati allentati l’anno scorso con la modifica della Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione. L’apertura è ora ovunque possibile fino alle 2 del mattino.
Il Municipio risponde negativamente anche alla proposta di adottare un regime di notifica, al posto di quello autorizzativo in vigore, volto a semplificare l’organizzazione di manifestazioni ed eventi da parte degli esercenti. Il tutto potrebbe risolversi col semplice invio della documentazione richiesta alle autorità competenti, rendendo più semplice e rapida la procedura. Dal canto suo l’esecutivo evidenzia che l’organizzazione di manifestazioni suscettibili di dar luogo a immissioni foniche non è libera, ma soggiace appunto ad autorizzazione: “Eventi di questo tipo comportano aspetti che interessano altri ambiti, quali l’uso dello spazio pubblico, igiene e salubrità, sicurezza del fuoco, ecc. Di qui la necessità di una verifica”, che di solito viene fatta dalla Polizia comunale.
Sempre Ograbek suggeriva la possibilità di differenziare fra centro città e quartieri i limiti orari per gli eventi, visto che attualmente l’Ordinanza contro i rumori molesti prevede una fascia oraria unica su tutto il territorio aggregato. Ma anche su questo punto il Municipio non ci sente. E ribadisce, come già fatto in passato, che eventuali specifiche e motivate esigenze potranno, se del caso, essere valutate nell’ambito di possibili deroghe.
Quanto poi al Centro storico di Bellinzona, ricorda il Municipio riferendosi al Piano regolatore, ha la caratteristica di avere una quota minima di superficie da dedicare alla residenza. Lo scopo è evitare che il centro si trasformi in una zona caratterizzata unicamente da uffici amministrativi. Cambierà qualcosa? Affatto. “Come già indicato in risposta a precedenti atti parlamentari, ma pure come contenuto nei documenti pianificatori di livello cantonale e comunale, non vi è l’intenzione di mutare questa importante caratteristica del nostro centro storico”. Infatti “il grado di sensibilità al rumore, quand’anche fosse possibile prevedere una zona mista, sarebbe comunque sempre adeguato a una zona di prevalenza residenziale (grado 2)”. Nullo lo spazio di manovra locale. Infatti “il grado di sensibilità al rumore è regolato da norme superiori, come l’ordinanza contro l’inquinamento fonico basata sulla Legge sulla protezione dell’ambiente: in base ai contenuti di una determinata zona e anche alla giurisprudenza, è ammissibile solo un numero limitato di eventi di rilevante impatto fonico, in particolare per la tutela della quiete notturna”.
Da notare, infine, che contro l’ultima modifica dell’Ordinanza sui rumori molesti, approvata dal Municipio a inizio 2021, erano stati interposti più ricorsi, tutti però respinti nel gennaio di quest’anno dal Consiglio di Stato. La cui decisione è stata poi ulteriormente impugnata da un ricorrente davanti al Tribunale amministrativo cantonale. Si attende il responso.