Bellinzonese

Dall’Asp ‘no’ preventivo a un ente case anziani di Bellinzona

Secondo l’Associazione per il servizio pubblico questo modello ‘presenta gravi pericoli perché riduce il controllo democratico’

(Ti-Press)
13 giugno 2024
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Non ancora nato e già avversato. L’ente autonomo comunale case anziani di Bellinzona, che potrebbe eventualmente venire istituito dalla Città, incassa un primo ‘pollice verso’ dall’Associazione per il servizio pubblico (Asp). L’idea nasce da una mozione del Movimento per il socialismo presentata nel 2021 e bocciata dal Consiglio comunale nel 2023: pur non ritenendola una cattiva proposta, il Municipio aveva chiesto e ottenuto più tempo per approfondirla durante questa legislatura, una volta integrata la casa anziani Greina. Dal canto suo l’Asp in una lettera inviata all'esecutivo evidenzia i limiti degli enti autonomi. Che paradossalmente anche l’Mps, spesso schieratosi contro tale soluzione, riconosce ma non in questo caso.

“Il Consiglio comunale esaurisce le sue competenze con la decisione iniziale di principio e perde quelle abituali di controllo, verifica e modifica degli obiettivi. Questo modello, apparentemente affascinante, presenta gravi pericoli. In particolare riduce il controllo democratico, poiché il Municipio decide solo la strategia e non potrebbe intervenire nella gestione quotidiana. È noto, tuttavia, che il modo con cui una decisione viene applicata è spesso determinante per il destinatario. La rinuncia volontaria del Comune a svolgere taluni compiti riveste un’importanza capitale, poiché priva l’Ente pubblico e quindi la collettività delle possibilità di intervento. A lungo termine assisteremo a conflitti di competenza, poiché le esperienze dimostrano che l’organo legislativo vorrà riprendere competenze abbandonate. Un esempio recente è dimostrato nel comune di Lugano, nel quale la gestione dell’Azienda elettrica è criticata, ma il Consiglio comunale non ha più le competenze per intervenire”.

Sempre secondo l’Asp la soluzione dell’ente autonomo “sviluppa il corporativismo”, nel senso che “il responsabile dell’unità interessata sarà interessato unicamente ai risultati del proprio settore, perché è su questo che verrà premiato o sanzionato. E tenderà a trascurare le collaborazioni con altri settori”. Quindi, poiché il conferimento di un mandato di prestazione a un ente autonomo necessita d’introdurre controlli sulla base di risultati ottenuti, i problemi “sono diversi: non è possibile standardizzare la maggior parte delle prestazioni per misurare la qualità; la nozione di cliente pone il problema del possibile conflitto tra interessi particolari e interessi generali; il sistema necessita di un lavoro burocratico non indifferente. Contrariamente a quanto appare a un esame superficiale, il necessario controllo di attività affidate a terzi è quindi complesso, burocratico e poco efficace”. Non da ultimo la realizzazione degli obiettivi “non è garantita” e le risorse “sono insicure”.

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