Emendamento in Gran Consiglio di una ventina di deputati preoccupati per il vuoto che si creerebbe col trasloco della Sartoria nel nuovo polo di Chiasso
Venti granconsiglieri di più partiti, quasi tutti del Sopraceneri, chiedono al Consiglio di Stato garanzie – e non solo qualche ipotesi o valutazione – sul fatto che venga concretamente compensata, con l'arrivo a Biasca di una nuova scuola professionale, la prevista partenza della Scuola d’arti e mestieri della sartoria verso il nuovo Centro professionale tecnico del settore tessile che avrà sede a Chiasso. L'emendamento – primo firmatario il deputato del Centro Claudio Isabella – riguarda il messaggio col quale il Consiglio di Stato chiede 51 milioni di franchi netti per realizzare nella città di confine la nuova struttura formativa unica. Messaggio che verrà votato lunedì prossimo dal parlamento.
La partenza da Biasca, sottolineano Isabella e colleghi nel testo, “sarebbe per il Comune delle Tre Valli e per tutta la regione una grave perdita”. In particolare in una regione periferica la perdita di un’importante scuola “può avere un impatto difficilmente quantificabile ma sicuramente rilevante”. Attualmente la scuola “accoglie infatti un centinaio di allievi e decine di persone attive professionalmente. Inoltre crea un notevole indotto economico, in particolare in favore di bar, ristoranti, negozi, artigiani ecc.”. Una premessa è comunque d'obbligo: “Obiettivo del presente emendamento non è bloccare il credito per il Centro di competenza nel settore del tessile a Chiasso, ma dare una garanzia in favore del comune polo delle Tre Valli, in modo che abbia la sicurezza di una compensazione, sempre in ambito di formazione professionale, nel comparto che rimarrà sguarnito con la partenza della scuola di sartoria”.
Messaggio governativo e anche il rapporto commissionale della Gestione, prosegue l'emendamento, “indicano che il Consiglio di Stato ha delle idee, in particolare quella di portare a Biasca la formazione correlata al mondo dell’auto. Visione molto interessante che oggi saremmo pronti a sottoscrivere, ma che attualmente è ‘solo’ una buona idea priva di garanzie”. Viene inoltre segnalato che i docenti della sartoria “in buona parte sono domiciliati nel Borgo e nelle zone limitrofe. La partenza verso Chiasso di questa realtà scolastica lascerebbe un importante vuoto, in particolare per quanto concerne i posti di lavoro in una zona periferica da decenni in difficoltà”. Qualora a Biasca non dovesse giungere il Centro di competenza nei settori dell’auto e dei trasporti, “chiediamo che Biasca abbia la garanzia dell’arrivo di un altro istituto di formazione professionale”.