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Seggio a rischio per Minotti? La sfida nella destra è lanciata

A Bellinzona ultimo confronto interno di area dopo Plr, Sinistra e Centro. La lista Lega/Udc è una voce che si sente poco nella politica di Palazzo Civico

Al tavolo della ‘Regione’ il municipale uscente Mauro Minotti con tre altri candidati della lista Lega/Udc: Tuto Rossi, Sacha Gobbi e Ivano Beltraminelli
(Ti-Press/Golay)
16 marzo 2024
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Partiamo dalla vostra identità. Lista Lega/Udc balzata in terza posizione alle Comunali 2021, scavalcando il Ppd, e in seconda alle Cantonali ’23. Eppure si fatica a sentirne la voce. Dite qualcosa di destra.

TUTO ROSSI – È vero che si sente meno qui che altrove, ma perché soffocata dalla maggioranza Ps-Plr che da decenni domina il Municipio e silenzia Bellinzona. L’obiettivo è dunque ottenere due seggi anziché uno. E rompere la coalizione che distribuendo posti di lavoro e assegnando appalti – basta leggere i nomi dei candidati – emargina l’opposizione.

MAURO MINOTTI – Confermo. Inoltre la Lega ha costruito il suo successo soprattutto dov’è nata, a Lugano. Bignasca e Borradori han fatto la differenza. Affatto facile invece per noi farci spazio in questa città amministrativa. Inoltre non siamo contrari a tutto e tutti per partito preso. Anzi, in occasione del referendum contrario al terreno per l’Irb ci siamo schierati a favore insieme alle altre forze politiche. A ogni modo quando c’è da criticare non stiamo indietro: sorpassi di spesa e case anziani lo dimostrano.

SACHA GOBBI – Volge al termine una legislatura breve e piatta, priva dei problemi che avevano animato la precedente. Situazioni che avevano suscitato dibattito e la necessità di profilarsi. Ora, la forte collegialità vigente in Municipio sta appiattendo la politica. E il rallentamento nell’elaborare i messaggi – quelli più importanti lo erano a tal punto che non li si poteva non sostenere – ha portato a ridurne il numero e di conseguenza anche gli errori e la critica.

IVANO BELTRAMINELLI – È difficile profilarsi e smarcarsi mancando le grandi questioni ideologiche che dividono sul piano federale e cantonale. Ci si deve occupare di questioni puntuali e di prossimità con occhio critico e tenendo sempre presenti efficienza, efficacia ed equità. Guardando però agli ultimi temi affrontati, è inammissibile che si sottopongano al Cc messaggi ultramilionari sottolineandone l’urgenza. Vuol dire che è mancata una corretta pianificazione e visione sul futuro. E alla fine il legislativo si ritrova nella condizione di poter solo approvare. Quanto all’Udc, dovremo organizzare meglio la nostra azione politica, così da consolidare la capacità di presentare mozioni meditate e su temi che contano.


Ti-Press/Golay
Mauro Minotti

Osservando il vostro percorso politico e le vicissitudini vien da pensare che Lega e Udc siano il ‘refugium peccatorum’ assicurando una sistemazione quando altri partiti la negano. Come siete arrivati dove siete ora?

MINOTTI – Mi sono avvicinato tardi alla politica e la Lega è stata la mia prima scelta, assicurando libertà d’azione ed essendo vicina al ceto medio-basso e agli anziani. La visione di 30 anni fa sui problemi emergenti è tutt’oggi attuale.

GOBBI – Già consigliere comunale Ppd a Sementina, ho iniziato ad apprezzare quanto la Lega offriva a tutti i suoi aderenti indistintamente da ceto e provenienza. Più integrazione, ma bisogna darsi da fare.

BELTRAMINELLI – Già capogruppo Plr in Cc prima di diventare comandante nel 2001. Non è però una questione di mercato, non mi faccio comprare. Ho notato che nel Plr, con cui ho avuto abboccamenti in vista di queste elezioni, senza però arrivare a una convergenza, vi sono diversità troppo ampie a discapito della linea che s’intende seguire. L’Udc è più chiara e determinata, senza tentennamenti.

ROSSI – Nell’Udc hanno però spazio anche altre idee in libertà. Ad esempio, contro il parere del partito mi sono schierato a favore della 13esima Avs. Forse dipende dalle mie origini nel Partito socialista autonomo. Quanto all’Udc, nella quale sono da una decina d’anni, se vuole crescere senza diventare monotematica deve integrare persone provenienti da altre aree. Non rinnego le mie origini orgogliosamente di estrema sinistra (ndr: sorride) e a differenza di altri ex ‘compagni’ continuo a dire no al clientelismo sottobanco e no alla spartizione dell’amministrazione pubblica secondo criteri partitici.

Però lei in quota Ps era stato designato, il secolo scorso, vicepresidente di BancaStato.

ROSSI – Vero, ma me lo aveva chiesto Pietro Martinelli vista anche la mia specializzazione in garanzie bancarie, poi servita a poco. A ogni modo, quelle funzioni in base al regolamento erano assegnate in base agli ultimi risultati elettorali del Gran Consiglio. Ben diverso da clientelismo e spartizione che si perpetuano in base alla regola ‘se mi voti ti do lavoro’.


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Ivano Beltraminelli

È invece repentinamente tornato nel Noce Brenno Martignoni Polti, già sindaco Plr e Noce per otto anni, già granconsigliere e poi presidente sezionale Udc fino a pochi mesi fa, col quale non avete voluto confrontarvi oggi non ritenendolo più un esponente d’area. Vi toglierà voti? Seggio a rischio?

GOBBI – Non ci sono piaciuti metodo e tempistica della sua uscita di scena. Una caduta di stile. Poco dopo averci comunicato le dimissioni, i media già informavano della sua discesa in campo col Noce. Inoltre ha cercato di portar via molti dei nostri. Non siamo preoccupati per il Municipio ma per il legislativo sì, considerata la crescente e generale frammentazione. Perdere uno o due consiglieri significherebbe dimezzare la presenza nelle commissioni.

BELTRAMINELLI – Non ne faccio una questione personale (ndr: Martignoni Polti quand’era sindaco ebbe molto da ridire sul comandante della Polcom, che ha però sempre goduto della fiducia municipale). La nostra squadra ha ottime capacità e non ha perso il centravanti. La sua assenza non mi preoccupa.

ROSSI – Spiace constatare che lo scorso autunno, quand’era candidato al Consiglio nazionale, partecipava ai comizi insistendo sulla sua fede Udc. Ma è arrivato penultimo e se n’è subito tornato nel Noce.

MINOTTI – Durante la legislatura non ha fatto la differenza. Da lui mi aspettavo di più. Quanto a noi, considerate le ben nove liste in corsa, temo un’erosione. Perciò diamoci da fare. E la gente vada a votare.


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Sacha Gobbi

Tra l’altro con Minotti non siete andati per il sottile. Rossi lo ha definito ‘servo muto’ della maggioranza; Gobbi poco trasparente e collaborativo col gruppo in Cc. Cambierà qualcosa? E chi vorrebbe prenderne il posto, cosa cambierebbe?

MINOTTI – Critiche che ho recepito positivamente. Ma sono solo uno dei sette municipali, il cui ruolo è spesso quello di amministrare. Inoltre riferire di temi sensibili in talune sedi comporta il rischio che le informazioni riservate finiscano sui social. Preferisco un altro stile: serietà e rispetto delle procedure. A ogni modo, anche se solo, non di rado sono riuscito a far cambiare idea ai colleghi, specialmente laddove si tendeva a guardare più la forma che la sostanza.

GOBBI – In crescita costante, siamo la terza forza politica della capitale ticinese. Purtroppo al nostro interno non siamo cresciuti di pari passo dal profilo organizzativo. Dovremo migliorare.

ROSSI – Mauro si è troppo adagiato alla maggioranza che comanda. Non ha marcato a sufficienza il territorio. Dovrebbe fare di più, farsi rispettare di più.

QUARTIERE OFFICINE

‘Un’occasione persa’

Come sostengono i ricorrenti, la pianificazione del previsto nuovo Quartiere Officine, votata dal Consiglio comunale, è asservita alle Ffs desiderose di negozi e appartamenti?

ROSSI – Il problema sta nel manico, nella procedura adottata. Si è optato per un mandato di studio in parallelo, affidato a pochi team di progettisti e pianificatori, anziché aprire il comparto a un concorso internazionale di architettura. Un suicidio. Alla fine ci ritroviamo con una soluzione simile alla periferia di Gallarate che susciterà zero emozioni ai visitatori. Ho tentato di suggerire un’altra via al Consiglio di Stato e al Municipio, ma il secondo non mi ha nemmeno risposto. Grazie ai grandi architetti molte città sono rinate. Invece qui rischiamo un altro Pian Scairolo. Ben venga dunque il ricorso, se serve a rivedere l’impostazione generale.

BELTRAMINELLI – Non credo che l’impostazione sia asservita alle Ffs, ma temo che l’inserimento di così tanti contenuti molto diversi fra loro finirà per generare una difficile convivenza. Ancor di più, quindi, è difficile immaginare lì, checché ne dicano i ricorrenti, anche il nuovo ospedale regionale; non avrebbe spazio a sufficienza. Peccato l’assenza di un nuovo collegamento con la sovrastante collina residenziale di Daro e Artore. Temo inoltre che la mancanza di un Piano regolatore unico per tutta la città limiti la riflessione ai singoli orticelli, anziché toccare tutto il comprensorio aggregato (ndr: la procedura è stata avviata nel 2020 con l’allestimento, per cominciare, del Piano d’azione comunale).

GOBBI – Al di là dei contenuti formativi, tecnologici, sociali e culturali previsti, che ci stanno tutti, la via intrapresa non tiene conto della rivalorizzazione turistica della Fortezza. Mancano connessioni architettoniche fra queste due forti componenti. Si è persa un’occasione per dare un valore aggiunto e una visione d’insieme di elevata qualità e attrattiva.

MINOTTI – Difendo il Municipio, in particolare il fatto che le singole fasi saranno realizzate a tappe, quando le precedenti saranno occupate. Il tanto verde previsto e il mantenimento della Cattedrale con contenuti artistici, sociali e aggregativi rappresentano segnali forti per le nuove generazioni.


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Tuto Rossi

Amministrazione comunale elefantiaca? Applichereste la dieta Morisoli?

ROSSI – È cresciuta troppo e si creano in continuazione nuove funzioni di capiufficio laddove non sono necessarie e basterebbe far lavorare meglio chi c’è già. E ci sono oltre cento funzionari con salari superiori al previsto per aver ereditato i privilegi degli ex Comuni. E abbiamo il moltiplicatore più alto fra le città ticinesi. E ogni volta che lo si potrebbe abbassare non lo si fa perché il preventivo è in rosso di tot milioni, ma poi a consuntivo si registrano avanzi. Sono tante le storture che andrebbero risolte. È ora di finirla di dire ‘sì’ a tutti per ottenere i loro voti.

MINOTTI – Grande città, grandi richieste e servizi uguali per tutti. Temo che lo studio aggregativo abbia sottovalutato quelle che ben presto sono diventate nuove esigenze accresciute. Ad esempio le scuole necessitano non solo ingenti investimenti infrastrutturali, ma anche più docenti d’appoggio. Che hanno un costo. La società stessa chiede di più per accudire la prima infanzia e la terza età. A ogni modo non abbiamo dipendenti e funzionari che girano a vuoto.

BELTRAMINELLI – Il progetto aggregativo era una cosa, il processo un altro. Ed è ancora in corso. Giusto adattare i servizi anche alle nuove esigenze della popolazione, ma alcuni ambiti andrebbero gestiti non dal pubblico ma dal privato. Quanto al personale, è mancata determinazione nel definire gli ambiti di competenza e attribuire funzioni e responsabilità.

GOBBI – Con la forza lavoro a disposizione, determinati servizi comunali potrebbero fare meglio.

I quattro Comuni non aggregati hanno i moltiplicatori più bassi di Bellinzona, che eroga loro servizi. Le convenzioni su polizia ed elettricità vanno rincarate?

GOBBI – Sì.

MINOTTI – Il Municipio lo sta valutando.

BELTRAMINELLI – Proprio considerati i servizi che eroga con qualità e sul lungo termine, Bellinzona deve farsi valere di più come Comune polo.

Ma Bellinzona può davvero permettersi di abbassare il moltiplicatore?

ROSSI – Non c’è spazio per farlo perché la cattiva gestione del personale frena la razionalizzazione.

MINOTTI – Se vogliamo essere concorrenziali l’obiettivo a cui tendere è la diminuzione, sebbene non importante. Sono ottimista e i conti indicano che grazie ai nuovi arrivi il gettito sta aumentando.

GOBBI – Va bene la prudenza, è sicuramente giusto considerare le varie criticità in fase di preventivo, ma è giunto il momento di diminuirlo.

BELTRAMINELLI – Bisogna rivedere sul piano cantonale la determinazione del moltiplicatore, slegandola dai bilanci preventivi, da anni imprecisi, a fronte di consuntivi sensibilmente migliori.

Zero donne in lista. Cos’è successo?

GOBBI – Non siamo riusciti a coinvolgerne. E talune si sono autoescluse.

MINOTTI – In Municipio porterebbero un valore aggiunto. Di fronte al rischio di dover rinunciare al 50% della professione e del tempo libero, di non avere la garanzia di rielezione e di dover far fronte a critiche talvolta pesanti, alcune non se la sono sentita.

ROSSI – Un vero peccato. A destra siamo rimasti indietro e non ne abbiamo trovate.

BELTRAMINELLI – Mi infastidiscono le candidature da parata e chi se ne vanta. Meglio evitare.