Il motivo sarebbe un pacco sospetto. L'edificio a Bellinzona è stato evacuato e sul posto è stato dispiegato un imponente dispositivo di sicurezza
Stamani, venerdì 26 gennaio, attorno alle 9 il palazzo dove ha sede l'Istituto delle assicurazioni sociali (Ias) di Bellinzona è stato evacuato per un presunto pacco bomba. Tutti i dipendenti hanno quindi dovuto abbandonare lo stabile. Sul posto è stato dispiegato un imponente dispositivo di sicurezza, con diverse vetture della polizia, così come dei pompieri. In azione anche gli specialisti in esplosivi. Per alcune ore tutta via Ghiringhelli è stata chiusa. Come riferito dalla Rsi, il pacco era accompagnato da alcune scritte: “Voi non sapete cosa vuol dire non riuscire ad arrivare a fine mese” e “Come si fa a vivere con 2’000 franchi al mese?”.
Stando a nostre informazioni, il pericolo dovrebbe essere cessato: attorno alle 11 il pacco sarebbe stato portato fuori dall'edificio e caricato su una vettura della polizia. I circa 200 collaboratori dello Ias hanno quindi potuto rientrare nei loro uffici.
Ricordiamo che, negli ultimi mesi, i dipendenti cantonali sono stati più volte messi in allerta. Il caso più simile e più recente risale allo scorso 22 dicembre, quando in viale Officina, nello stabile che ospita i Servizi centrali della Polizia cantonale, è stata ritrovata una busta sospetta contenente una sostanza in polvere. Sostanza che si è poi rivelata essere non nociva per la salute. Lo scorso 11 ottobre, invece, una funzionaria dell’Autorità regionale di protezione di Bellinzona è stata spintonata, afferrata per il collo e minacciata di morte da un padre 56enne assieme al figlio di 16 anni. Per i due individui si è imposta una misura di presa a carico sanitaria. Precedentemente erano state proferite minacce a Palazzo delle Orsoline, in piazza Governo: il 30 agosto un uomo è entrato nell’edificio con un atteggiamento aggressivo, impugnando un moschettone. L’uomo è poi stato fermato poco dopo i fatti dalla polizia, mentre si trovava a bordo di una vettura guidata da un suo conoscente. Episodio avvenuto poche settimane dopo quello verificatosi il 9 agosto, quando un 36enne svizzero domiciliato nel Locarnese, a sua volta poi arrestato, aveva rivolto minacce telefoniche nei confronti dei servizi dell’Amministrazione cantonale.