Bellinzonese

Smaltimento legno e ferro a S. Antonino, lanciato un referendum

La Lista Civica 6592 contesta l'introduzione di un limite di un metro cubo alla settimana (20 volte all'anno) per la consegna di determinati materiali

(Ti-Press)
23 gennaio 2024
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La Lista Civica 6592 di Sant’Antonino ha lanciato un referendum contro l’introduzione di un limite per lo smaltimento di ferro, legname e inerti all’ecocentro, e più precisamente contro la modifica del regolamento sulla gestione dei rifiuti accolta lo scorso 18 dicembre dal Consiglio comunale. Modifica che intende permettere ai cittadini di smaltire gratuitamente un metro cubo di questi materiali al massimo una volta a settimana e per un totale di 20 volte all’anno, come è già il caso per i rifiuti ingombranti in generale. Se in un anno vengono consegnati oltre 20 m3, la norma prevede una tassa tra i 10 e i 50 franchi al quintale. Attualmente ferro, legname e inerti possono essere consegnati senza limiti, come avviene ad esempio per alluminio e latta. "Nonostante la costruzione dell’ecocentro sia costata più di un milione e mezzo di franchi, ci si trova a dover calcolare che cosa gettare, quanto e quando", affermano i referendisti. Per la riuscita del referendum dovranno essere raccolte circa 245 sottoscrizioni (15% dei cittadini aventi diritto di voto) entro il 18 febbraio. Chi volesse richiedere i fogli per la raccolta firme può farlo all’indirizzo gruppo6592@gmail.com.

‘Come saranno controllati i volumi?’

In un comunicato i referendisti fanno notare che indipendentemente dal volume, a ogni consegna verrebbe timbrata un apposita tessera con venti caselle. "Non è prevista alcuna distinzione. Che si getti una matita o un armadio non fa nessuna differenza: entrambi gli oggetti contano come un apporto e valgono quindi un timbro". La Lista Civica 6592 ha inoltre "forti dubbi" su come sarà possibile "controllare l’applicazione di questa nuova regolamentazione". Non è nemmeno chiaro come sarà stabilito se il materiale gettato corrisponde effettivamente a un metro cubo e come farà il cittadino a misurare tale volume. Insomma, i promotori del referendum ritengono "che questa scelta non sia quella giusta, anche considerando che Sant’Antonino presenta una tra le tasse basi per i rifiuti più alte tra i Comuni della zona". A ciò va poi aggiunto che "il Comune trae un guadagno dal ritiro di materiale ferroso da parte di aziende private". Non da ultimo "i Comuni limitrofi, ovvero Bellinzona, Cadenazzo e Isone, hanno dimostrato come sia possibile uno smaltimento corretto senza restrizioni".