Chironico: la struttura per la lavorazione del latte di capra non risponde più alle esigenze attuali. Nuovo progetto previsto per il 2026
I caratteristici monti di Doro avranno presto un nuovo caseificio. Situato a 1’550 metri di altitudine è l’alpeggio più alto del paese montano di Chironico, nel Comune di Faido. La frazione si trova su un pendio piuttosto ripido esposto a sud ed è raggiungibile solo a piedi in circa un’ora e mezza. Oggi Doro è composto da 22 edifici, alcuni dei quali sono case in legno ricoperte da lastre di pietra, vi sono poi stalle e una piccola chiesa risalente al 1644. In questo luogo, già da molti anni viene prodotto un apprezzato formaggio grazie alle cento capre che vi pascolano nella bella stagione. Il latte viene lavorato in una struttura che però non risponde più alle esigenze attuali dettate dall’ordinanza federale concernente l’igiene nella produzione lattiera. Proprio per questo motivo l’azienda agricola Alpagridoro Sagl ha acquistato un rudere e un terreno nelle vicinanze per realizzare un nuovo caseificio; progetto promosso insieme al Patriziato generale di Chironico. La domanda di costruzione per la demolizione e la ricostruzione in caseificio alpestre e la posa di un impianto fotovoltaico è in pubblicazione fino al 17 gennaio all’albo comunale di Faido.
«Lavoriamo il latte in un caseificio che non soddisfa più le norme vigenti», spiega Beat Bachmann, titolare dell’azienda. «Quello nuovo, comunque di piccole dimensioni, sarà più funzionale e migliorerà le nostre condizioni di lavoro. Si svilupperà su due piani: avrà un locale per la lavorazione del latte, una cantina, un deposito e un ufficio». Una volta ottenuta la licenza edilizia e ricevuti i finanziamenti necessari da Cantone e Confederazione, salvo imprevisti, in autunno dovrebbero iniziare i lavori di demolizione del rudere fatiscente e pericolante. Un sussidio federale e cantonale permetterà di coprire la metà del costo degli interventi che ammontano a 450mila franchi circa. Il caseificio dovrebbe essere operativo a partire dal 2026, nel frattempo continuerà l’attività in quello attuale ubicato nelle vicinanze. Ogni anno Bachmann trasferisce ai pascoli alpestri la sua ventina di capre più un’ottantina di esemplari di un’altra azienda. «C’è poi chi ci porta del latte da lavorare, ma si tratta di piccole quantità, anche perché nella nostra zona non ci sono altri che mungono i propri animali. Dunque la maggior parte del latte che lavoriamo proviene dalle capre in estivazione da noi», fa presente il nostro interlocutore, aggiungendo che gli interessati possono sempre portare il loro latte al caseificio. Lo stabile individuato per la nuova infrastruttura era di proprietà di una famiglia di contadini in pensione, che hanno gestito l’alpe per molti anni e che l’ha donato a condizione di realizzare un caseificio nuovo. La struttura è decadente, le piode del tetto sono state rimosse più di trent’anni fa e da allora la casa è coperta con un telone. L’edificio si trova comunque in una posizione ideale, vicino alla stalla delle capre e all’abitazione agricola.
Negli anni 60 del secolo scorso Doro era quasi abbandonata; oggi su quei monti, soprattutto nei mesi estivi, grazie a un’accurata operazione di recupero degli stabili avviata 40 anni fa vivono e lavorano ticinesi e svizzero tedeschi, tra cui proprietari di case, agricoltori e turisti. Il centinaio di capre che vi trascorre l’estate fa ormai parte del paesaggio e del villaggio. Nella primavera 2008, sulle ceneri dell’Associazione imprenditori agricoli Doro, viene fondata l’associazione Amici di Doro. I suoi obiettivi includono il sostegno di progetti infrastrutturali, la continuazione dell’agricoltura alpina, la conservazione del paesaggio e attività simili.