Bellinzonese

"111, e poi...?", flash mob per i ‘Non entrata in materia’

Il Collettivo R-esistiamo manifesta a Bellinzona per le persone la cui domanda d'asilo è stata respinta ma che non possono essere reimpatriate

In sintesi:
  • Le persone in questione, secondo il collettivo, ‘sono bloccate in un limbo disumano e straziante’
  • Alcune decine di persone hanno portato in Piazza Governo alcune palle di Natale tante quanti i ‘Nem’
Un momento della manifestazione a Bellinzona
(Ti-Press)
6 gennaio 2024
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Centoundici palle di Natale di fronte al Palazzo del Governo. Tante quante le persone definite "Nem" (Non entrata in materia), ovvero la cui domanda d'asilo in Svizzera è stata definitivamente respinta ma che, provenendo da Paesi come Eritrea o Afghanistan, non possono essere reimpatriate con la forza. Questo il senso del flash mob organizzato oggi, 6 gennaio, dal Collettivo R-Esistiamo a Bellinzona, e a cui hanno partecipato alcune decine di persone che dalla Stazione Ffs hanno raggiunto Piazza Governo per attaccare le palle di Natale sulla facciata di Palazzo delle Orsoline.

"Sono 111 persone bloccate in un limbo disumano e straziante: non possono andare oltre la scuola dell’obbligo, non possono accedere ad altre formazioni e/o apprendistati, non possono lavorare, non possono formare famiglia o ricongiungersi alla propria, non possono viaggiare: insomma non possono vivere la loro vita (come chiunque di noi). Se le paragonassimo alle palle di Natale, non sarebbero nemmeno quelle che si sono rotte, poiché quelle perlomeno hanno vissuto svolgendo il loro compito.
Sono come rinchiuse in palle di natale semi trasparenti, dalle quali possono vedere e sentire l’esterno, ma nelle quali non puoi vedere nulla. Sono “inesistenti”. Sono costrette all’immobilità di vita, sospese in un respiro trattenuto in un tempo indeterminato, per volontà di coloro che nemmeno le vedono o sanno della loro esistenza, e di quelli che, pur potendolo fare, non vogliono trovare una soluzione vivibile", recita il comunicato diffuso dal Collettivo nei giorni scorsi.

Gobbi: ‘Decisioni a livello federale, vanno rispettate’

Interpellato dalla Rsi, il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi ha sottolineato che le decisioni sulla non entrata in materia sono prese dalla Segreteria di Stato per la Migrazione, autorità federale, e confermate da istanze giudiziarie federali: le persone coinvolte devono quindi rispettare tali decisioni e lasciare il Paese. Per Gobbi, la chiara ripartizione dei ruoli fra Confederazione e cantoni è fondamentale per il funzionamento del sistema dell'asilo svizzero, e va evitato che i Cantoni vengano gravati di funzioni e costi aggiuntivi o penalizzati nel caso non ottemperino alle decisioni federali.