Bellinzonese

BiascArena fuori uso: cercasi ghiaccio per le società sportive

La perizia sulla statica del palazzetto danneggiato dall’incendio dirà quanto tempo sarà necessario. Arduo, nell’immediato, trovare alternative

(Ti-Press)

Tra club di pattinaggio e squadre di hockey sono molte le società sportive che fanno capo alla BiascArena il cui tetto è stato danneggiato dall’incendio scoppiato giovedì pomeriggio. Sodalizi che nei prossimi giorni, settimane o addirittura mesi – a dipendenza della gravità dei danni che sarà accertata tramite una perizia – dovranno cercare piste alternative dove poter svolgere allenamenti e partite. Ghiaccio che scarseggia in Ticino, a tal punto che capita talvolta di vedere allenarsi a Biasca addirittura la compagine U17/U20 dell’Hockey club Chiasso, oltre ovviamente a diverse formazioni dell’Hcap (Scuola hockey, U9, U15, portieri, Girls). Ambrì Piotta che in un caso allena a Biasca i propri U20 con la squadra di Seconda Lega dei Giovani discatori della Turrita. A questi si aggiunge poi un nutrito numero di squadre amatoriali (vedi Donkeys e Aare Stars) e di club vallerani fra cui i Moesa Spartans, l’Hc Cremosina di Giornico, il nuovo Hc Sharks di Biasca e l’Hc Blenio che ha sede proprio alla BiascArena. Cui si aggiungono il locale Club di pattinaggio e i corsi di hockey Skills. In tempi normali la griglia oraria dell’occupazione della pista si presenta pressoché completa nella fascia pomeridiana e serale fra le 16 e le 23. Per tutte queste realtà – che già a inizio agosto hanno potuto beneficiare del ghiaccio del palazzetto danneggiato – sarà dura trovare un’alternativa nelle altre piste della regione.

‘Anzitutto la statica’

Per quanto tempo? «Ancora non lo sappiamo», risponde il municipale Joël Rossetti, capodicastero Sport, restando sulle spiegazioni forniteci nella serata di giovedì, a incendio domato: «La priorità in questo momento, e fino a metà o fine della prossima settimana, è riservata alla polizia che sta effettuando i rilievi necessari a capire l’origine del rogo che ha pesantemente danneggiato metà del tetto». Tutto, com’è parso chiaro sin dai primi istanti, dovrebbe essere ricondotto all’impianto fotovoltaico realizzato nel 2020 dalla Società elettrica sopracenerina insieme all’Azienda elettrica ticinese. Un impianto all’avanguardia, il più potente nella regione delle Tre Valli. Fornito e messo in esercizio da ditte ticinesi, fino a giovedì non ha mai dato segni di malfunzionamento. Una volta terminate le verifiche di polizia, spazio alla perizia tecnica sullo stabile: «Un punto centrale per noi – sottolinea Rossetti – è capire se e quanto la struttura portante del palazzetto sia stata danneggiata. Se la statica delle putrelle di sostegno in acciaio risulterà compromessa, la loro sostituzione richiederà diverso tempo. Quanto, anche questo rimane al momento un punto interrogativo. Se la statica risulterà invece conforme, si procederà quanto prima alla sostituzione della parte danneggiata del tetto, che è in lamiera. La quale, se osservata dall’interno, risulta annerita in più punti. Perciò temiamo che una parte, non si sa quanto ampia, debba essere sostituita. Si completerà infine l’opera, per quanto riguarda il ripristino dell’utilizzo della BiascArena, con la posa dell’isolazione superficiale». Cui farà seguito il rifacimento dell’impianto fotovoltaico.

A Faido pista agibile dal 23 settembre

Un’opzione per le società sportive è la struttura di Faido, ma non a cortissimo termine: «L’apertura della pista di ghiaccio è prevista il 23 settembre», afferma da noi contattato il municipale Marco Manfrè, capodicastero Sport e promozione sportiva, nonché presidente del Gruppo ghiaccio Faido che gestisce lo stadio. «Difficilmente riusciremo ad anticipare l’apertura, visto che la preparazione del ghiaccio necessita di tempo». Inoltre, essendo la struttura parzialmente aperta, anche le condizioni meteorologiche giocheranno un ruolo. Va poi aggiunto che pure in questo caso l’occupazione è già molto alta, in particolare alla sera, una fascia oraria molto gettonata per squadre amatoriali e giovanili. Alla mattina e nel pomeriggio (quando è solitamente in programma il pattinaggio pubblico) vi è invece più margine di manovra. In ogni caso «cercheremo di andare incontro alle società che improvvisamente si sono ritrovate senza una pista», assicura il municipale. «Discuteremo con quelle già presenti per trovare delle soluzioni». La prossima settimana ci sarà un incontro fra i vari attori interessati «per capire quanto ghiaccio potremo offrire», conclude Manfrè.

L'Hcap sta cercando soluzioni d’urgenza con i partner

«Abbiamo un grande problema da risolvere». Paolo Duca, direttore sportivo dell’Hockey club Ambrì-Piotta, sta lavorando intensamente per «trovare soluzioni d’urgenza a corto termine per le prossime due settimane, attendendo informazioni sul tempo di inutilizzo della pista di Biasca». L’Hcap, tra formazioni giovanili e quella femminile, aveva previsto di essere sul ghiaccio per oltre 800 ore, fra allenamenti e partite, alla BiascArena durante questa stagione. «La speranza è che il danno non sia così grave da comprometterne l’utilizzo per un periodo prolungato. Se invece così fosse cercheremo poi soluzioni a medio-lungo termine». Concretamente, l’Hcap cercherà dunque di «ottimizzare l’occupazione del ghiaccio alla Gottardo Arena di Ambrì» e di trovare spazio in altre strutture di società con cui collabora. In questo senso si stanno cercando soluzioni dove vi è ghiaccio a disposizione, ovvero a Bellinzona con i Gdt, a Prato Sornico con l’Hc Rivers (che raccoglie i settori giovanili di Hc Ascona, Hc Vallemaggia e Hc Valle Verzasca) e a Chiasso con il club di hockey locale. Partner con i quali si sta «valutando di coordinare ad esempio gli allenamenti». In quest’ambito Duca sottolinea che l’inutilizzo della BiascArena non rappresenta un problema solo per le squadre che avevano previsto di utilizzare la struttura, ma per tutta la società, visto che «magari una squadra dovrà rinunciare a qualche allenamento per far spazio ad altre».

Soluzioni a Bellinzona per il pattinaggio, non per l'hockey

L'inagibilità della pista di Biasca non causerà problemi al piano d’allenamento dei Bellinzona Rockets, da quest'anno spostatisi infatti nella capitale dopo sette anni nel Borgo. La squadra che milita in Lega nazionale B svolge le sue sedute sul ghiaccio del Centro sportivo di Bellinzona al mattino o sul mezzogiorno.

Per quanto riguarda il Club pattinaggio Biasca e i suoi quattro o cinque appuntamenti a settimana alla BiascArena, alla luce della collaborazione con il Club pattinaggio Bellinzona (lo scorso giugno è nata un’associazione che riunisce entrambe le società in un’ottica di unione di forze e risorse) gli allenamenti potranno essere svolti al Centro sportivo cittadino, sfruttando anche le ore del mattino. «Grazie ai buoni rapporti con Bellinzona, con cui già collaboriamo per lezioni e maestri, gli allenamenti delle nostre ragazze verranno svolti a Bellinzona – spiega la presidente del sodalizio di Biasca Francesca Stefanoni –. Abbiamo chiesto disponibilità anche per allenamenti molto presto la mattina. In prospettiva, se la chiusura dovesse prolungarsi, c’è poi anche l’opzione Faido oppure Ambrì». Sempre a Bellinzona, prosegue Stefanoni, «sarà possibile partecipare ai corsi per bambini che dovevano iniziare mercoledì prossimo a Biasca. La nostra offerta è dunque garantita, cercheremo di non penalizzare nessuno, ma ci vorrà un po’ di comprensione, anche solo per il fatto di doversi spostare a Bellinzona».

Diverso invece il discorso per l’hockey: l’occupazione dell’impianto turrito è oggi decisamente al limite e non lascia tanto margine per essere rivista o rafforzata, spiega il direttore sportivo dei Gdt Nicola Pini. È dunque assai complicato prevedere di ospitare le squadre di hockey che non potranno allenarsi a Biasca. Unica eccezione la compagine che milita in Seconda Lega e si allena alla BiascArena tre volte alla settimana. «Stiamo valutando come riuscire a piazzare questi allenamenti a Bellinzona. Sarà già questa una bella sfida, per le altre squadre di hockey risulta davvero difficile», afferma Pini.