Colpito l’impianto fotovoltaico di Ses/Aet. Scuole media e professionale evacuate. La polizia: tenere le finestre chiuse e l’aria condizionata spenta
Allarme rosso a Biasca dove in queste ore i pompieri stanno intervenendo in massa per cercare di contenere e domare l'incendio scoppiato verso le 12.30 sul tetto della BiascArena. Le fiamme si sono originariamente sviluppate nella parte centrale del tetto, per poi estendersi col passare dei minuti ad altre parti.
Impossibile al momento per il comandante Corrado Grassi fornire dettagli: «Siamo in piena emergenza, le spiegazioni più tardi». Il sindaco Loris Galbusera si trova per lavoro nel Sottoceneri e segue la situazione a distanza: «Il tetto è completamente ricoperto di pannelli fotovoltaici e l'incendio dovrebbe riguardare proprio l'impianto realizzato dalla Società elettrica sopracenerina e dall'Azienda elettrica ticinese. Ogni valutazione di dettaglio sull'origine del rogo dovrà poggiare su una perizia che partirà non appena saranno ultimate le operazioni di spegnimento», dichiara alla ‘Regione’. L'impianto – il più grande nella regione delle Tre Valli – è stato realizzato nel 2020 e ha una produzione annua di 310mila kWh, pari al fabbisogno energetico di circa 70 economie domestiche.
In casa Sopracenerina si segnala come provvidenziale la presenza nelle immediate vicinanze di una squadra di operai attiva nella vicina centrale tecnica. «Non appena hanno notato del fumo levarsi dal tetto, i nostri collaboratori si sono precipitati nella pista di ghiaccio disattivando l'impianto fotovoltaico. Un gesto che ha notevolmente agevolato i pompieri nelle operazioni di spegnimento», spiega alla redazione il portavoce Ses Lorenzo Franscioni. Risposte sulle possibili cause sono attese anche in casa Aet, responsabile – in base agli accordi presi – della manutenzione.
Molte le domande che si rincorrono per ora senza risposta, in particolare se bisogna temere che anche altri impianti simili, soprattutto di recente costruzione come quello in oggetto, possano incendiarsi. Da capire, ad esempio, se abbiano potuto influire le importanti precipitazioni di fine agosto, che a Biasca non si sono però manifestate sotto forma di grandine, al contrario del martoriato Locarnese dove si registrano centinaia di pannelli danneggiati. A ogni modo le statistiche parlano chiaro: incendi di questo tipo sono rarissimi. Molteplici invece le possibili cause, come ad esempio i fulmini e la scorretta installazione dei moduli che può provocare un surriscaldamento anormale.
La pista di ghiaccio è di proprietà comunale e oltre agli sport di scivolamento accoglie sotto lo stesso tetto anche altre attività. Come pure nelle immediate vicinanze. In particolare gli allievi delle vicine scuola media e scuola professionale che stavano per riprendere le lezioni pomeridiane, sono stati rispediti a casa, o in ogni caso tenuti a debita distanza, per evitare problemi di intossicazione, vista la colonna di fumo nero che si sta alzando nel cielo di Biasca dirigendosi verso nord a causa dell'aria proveniente dalla Riviera. A loro volta gli abitanti della zona sono invitati a non avvicinarsi e a tenere chiuse le finestre e spente la ventilazione e l'aria condizionata.
Non si registrano feriti ma durante le operazioni di spegnimento un pompiere ha accusato un malore ed è stato trasportato in ambulanza all'ospedale per dei controlli. Sul posto oltre ai pompieri anche Polizia cantonale e Tre valli Soccorso.