Inseguimento a Bellinzona dove un individuo sulla cinquantina ha proferito minacce contro le autorità. Servizio di sicurezza ‘efficace e adeguato’
Attimi di concitazione oggi sul mezzogiorno in Piazza Governo a Bellinzona dove un uomo sulla cinquantina ha mostrato atteggiamenti aggressivi nell’atrio del Palazzo delle Orsoline, sede del Gran Consiglio e del Consiglio di Stato. Una testimone oculare spiega alla ‘Regione’ che l’individuo impugnando un arnese appuntito che poteva essere un tirapugni dotato di piccola lama – ma che stando a nostre informazioni si è rivelato poi essere un moschettone – si è rivolto all’impiegata della portineria proferendo delle minacce nei confronti delle autorità in generale. Alzando un po' la voce – ci viene spiegato – intimava ai presenti di lasciarlo in pace, altrimenti la prossima volta sarebbero stati guai. L’azione è stata fulminea, non più di venti secondi, dopodiché è uscito in direzione della fontana della foca. Ma la sua fuga è stata breve: salito a bordo di una vecchia Opel Meriva grigia con targhe ticinesi guidata da un suo conoscente, ha imboccato via Jauch e quindi viale Franscini in direzione nord. La polizia, allertata, si è subito messa sulle sue tracce con una pattuglia, poi diventate due e infine tre. Dopo un breve inseguimento, sotto lo sguardo incredulo degli altri automobilisti incolonnati, la vettura è stata intercettata e bloccata davanti alla sede di Ticino Turismo. Gli agenti hanno fatto scendere i due uomini e hanno subito ammanettato il passeggero. Il quale in tutta risposta, con un accento del centro Italia, ha più volte urlato che la questione sarebbe finita a Roma. Cosa lo abbia indotto a presentarsi a Palazzo delle Orsoline non è dato sapere. Il conducente non è invece stato ammanettato. Sta di fatto che dopo un breve interrogatorio effettuato sul marciapiede di viale Franscini, entrambi sono stati portati in centrale e l'aggressore poi ricoverato per una verifica dello stato psicofisico.
Sollecitata per una presa di posizione, la Cancelleria dello Stato spiega in un breve comunicato che “il dispositivo di sicurezza è scattato immediatamente dopo la segnalazione da parte dei Servizi della Cancelleria e si è dimostrato essere efficace e adeguato alla situazione”. Le valutazioni dei rischi e delle misure di sicurezza più adeguate da adottare negli stabili amministrativi, nello specifico di Palazzo delle Orsoline e Palazzo amministrativo, “avvengono in maniera costante e continua, in stretta collaborazione con tutti i servizi preposti”.
L'episodio odierno segue di tre settimane quello verificatosi il 9 agosto, quando un altro individuo, un 36enne svizzero domiciliato nel Locarnese, a sua volta poi arrestato, aveva rivolto minacce telefoniche nei confronti dei servizi dell’Amministrazione cantonale. Minacce che anche in quella circostanza avevano fatto scattare un imponente dispositivo di sicurezza delle forze dell’ordine, le quali avevano dapprima blindato Piazza Governo e Palazzo delle Orsoline e in seguito fermato l’individuo a Giubiasco. L'accusa mossagli dal Ministero pubblico è di violenza e minaccia contro le autorità e i funzionari. Al carcere giudiziario della Farera era già finito almeno altre cinque volte tra il 2008 e il 2021 per stupefacenti, rapina, lesioni semplici, furto e danneggiamento.