Il Municipio, basandosi sul parere del Collegio dei direttori, apprezza l’obiettivo della doppia pagina contestata dalla destra. Ma tempistica criticata
Bellinzona non è Lugano. A differenza della città sul Ceresio il cui Municipio giovedì ha optato per il ‘no’ a maggioranza 6 a 1, l’esecutivo della capitale ticinese con un voto favorevole 5 a 2 (contrari i municipali di Lega/Udc Mauro Minotti e del Centro Giorgio Soldini) ha invece deciso di procedere con la distribuzione agli allievi di quinta elementare dell’agenda scolastica ufficiale, contestata sul piano cantonale specialmente dagli ambienti politici di destra e ‘conservatori’ per la doppia pagina dedicata alla questione di genere. La decisione è stata presa stamane a Palazzo Civico durante una seduta straordinaria del Municipio sulla base, anche, del parere chiesto nei giorni scorsi al Collegio di direzione dell’Istituto scolastico comunale.
In linea generale è stata apprezzata la volontà messa in campo da Decs e Dss, tramite la doppia pagina, di sensibilizzare i bambini sulla necessità di conoscenza, rispetto e inclusione delle molte diversità che possono esserci in seno alla società in generale e quindi anche fra i bambini stessi, siano esse legate all’appartenenza di genere, all’orientamento sessuale, all’aspetto fisico, alle origini e molto altro ancora. Meno bene invece la tempistica, nel senso che – considerata la portata del tema e potendo facilmente immaginare che in taluni ambienti politici o scolastici avrebbe potuto far sorgere delle obiezioni anche dure – si è giunti a dover gestire la polemica a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico, quando si sarebbe preferita un’informazione o un coinvolgimento preventivi. La posizione municipale ricalca quanto espresso dal Collegio dei direttori di Bellinzona.
Interpellato dalla ‘Regione’, il capodicastero Educazione, cultura e famiglie Renato Bison (Plr) non conferma e non si esprime sulla divisione in seno al Municipio di cui la redazione è venuta a conoscenza, ma andando al nocciolo della questione spiega che il corpo insegnante «è stato ritenuto in grado di affrontare e veicolare il tema trattato nell’agenda». Quanto al fatto di approntare un’informazione preventiva verso i Municipi, «riteniamo che una consultazione avrebbe rischiato di generare una marea di opinioni diverse fra gli oltre cento Comuni ticinesi e le rispettive direzioni scolastiche. Un esercizio impossibile. Ma considerata l’importanza del tema, sviluppato dai dipartimenti cantonali coinvolgendo esperti del ramo, sicuramente apprezzata sarebbe invece stata un’informazione con una tempistica migliore».