Bellinzonese

Ffs: ‘La priorità è riparare il portone tra le due canne’

Quando il cosiddetto cancello di cambio corsia potrà nuovamente essere chiuso, i treni potranno tornare a circolare almeno in una delle due gallerie

Lo scambio danneggiato
(Ffs)
11 agosto 2023
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Danni ingenti che necessiteranno parecchio tempo per essere riparati. Fino ad allora la capacità del traffico ferroviario sull’asse nord-sud sarà ridotta, sia per i passeggeri sia per le merci. E questo a causa del deragliamento di un treno merci nella galleria di base del San Gottardo avvenuto giovedì 10 agosto attorno alle 12.45 all’altezza della stazione multifunzionale di Faido. Galleria che rimarrà chiusa e che «sarà nuovamente percorribile quando la sicurezza sarà garantita», ha spiegato oggi durante una conferenza stampa a Bellinzona Rudolf Büchi, vicedirettore di Infrastruttura Ffs. Ovvero quando un portone che chiude il passaggio tra i due tubi non sarà riparato. Quando ciò avverrà i treni potranno nuovamente circolare almeno nella galleria che non è stata danneggiata dall’incidente.

Riduzione della capacità del 30%

Le Ffs hanno indicato che l’interruzione per il traffico passeggeri durerà (come già annunciato) almeno fino alla mezzanotte del 16 agosto, mentre per il traffico merci almeno fino alla mezzanotte del 14 agosto. La tempistica per il ripristino anche dell’altro tubo non è invece ancora nota. Nel frattempo passeggeri e merci possono transitare sulla vecchia linea panoramica del Gottardo. Ma bisognerà tener conto di una «riduzione della capacità del 30% e di un aumento almeno di un’ora dei tempi di percorrenza», ha precisato Büchi, sconsigliando quindi di programmare viaggi spontanei durante il weekend.

‘Deragliamento causato dal convoglio stesso che ha danneggiato uno scambio’

Un’inchiesta è in corso per determinare le cause esatte del deragliamento. Il vicedirettore di Infrastruttura Ffs ha però affermato che il problema che si è verificato «era legato al materiale rotabile e non all’infrastruttura». Concretamente, ha spiegato, uno dei 32 vagoni che componevano il convoglio si è staccato da quelli che lo precedevano andando a sfondare il cosiddetto cancello di cambio corsia. Quest’ultimo si trova su un binario che collega i due tubi. «Presumiamo che un vagone abbia danneggiato lo scambio, facendone poi deragliare uno che lo seguiva». Treno che, come tutti gli altri convogli che trasportano merci «circolano a 100 km/h nella galleria di base del San Gottardo», ha ricordato Büchi, sottolineando che in caso di incidente le forze in gioco sono quindi molto importanti. E infatti a essere deragliati sono stati ben «23 vagoni» che, oltre ad aver in pratica distrutto il portone di ferro – che serve a non far passare fiamme o fumo nell’altro in caso di incidente e che protegge anche dall’importante spostamento d’aria che provoca il passaggio di un convoglio –, hanno anche fortemente danneggiato il sistema di binari.

I vagoni con sostanze pericolose ‘erano vuoti’

Il vicedirettore di Infrastruttura Ffs ha anche ricordato che a Claro vi è un dispositivo che analizza ogni treno, individuando eventuali danneggiamenti o difetti. Se così fosse «il treno in questione viene fermato prima di entrare in galleria». Tuttavia, in questo caso «non è stata rilevata nessuna anomalia». In ogni caso anche questa questione è oggetto dell’indagine avviata dalle autorità. Come noto il macchinista – le cui condizioni non destano preoccupazioni – è stato tratto in salvo e i vagoni sui quali era indicata la presenza di sostanze pericolose, oltre a non essere deragliati, «erano vuoti».

Chiusura del collegamento fra i due tubi indispensabile

La priorità ora è quindi quella di riparare il massiccio portone di ferro, così da permettere almeno la circolazione nell'altro tubo. Mentre i lavori in quello in cui è accaduto l’incidente impiegheranno ancora diverso tempo: «Attualmente non possiamo ancora intervenire, visto che le autorità investigative stanno ancora indagando sull’incidente», ha spiegato Büchi. «Il prossimo passo sarà quello di estrarre dalla galleria i vagoni deragliati, anche per valutare eventuali altri danni». Un lavoro di certo non semplice: «In galleria non si possono utilizzare macchinari pesanti», ha precisato il vicedirettore di Infrastruttura Ffs, aggiungendo che «per estrarre un singolo vagone ci vogliono ore, e ne sono deragliati 23…». In seguito si procederà alla pulizia e al ripristino dell’infrastruttura. Prima di tutto bisognerà però perlomeno riparare il cancello di cambio corsia che poi dovrà essere ricostruito: essendo stato realizzato ad hoc per la galleria non ve ne sono sul mercato e non sono a disposizione nemmeno portoni di riserva. La chiusura di questo collegamento fra i due tubi è anche indispensabile per gli operai che lavoreranno nella canna danneggiata una volta riaperta l’altra: «Quando transita un treno passeggeri a 200 km/h lo spostamento d’aria è enorme».

Merci sulla linea panoramica, dal Lötschberg o su gomma

Insomma, la conseguenza è che il traffico ferroviario rimarrà perturbato ancora per diverso tempo: «Presumibilmente anche con l’apertura di una canna non si raggiungerà la capacità attuale», ha detto Roberta Cattaneo, direttrice regionale Ffs, regione sud. Tuttavia, potranno «nuovamente circolare i treni a due piani» che invece non possono transitare sulla linea panoramica. Linea sulla quale non possono circolare nemmeno treni merci con una determinata altezza massima degli angoli. Questi ultimi sono quindi «deviati sull'asse Lötschberg-Sempione» o trattenuti nei terminal di uscita, ha indicato Isabelle Betschart Kühne, membro della Direzione generale e responsabile della produzione Ffs Cargo, ricordando che la via del Brennero è chiusa per lavori fino al 23 agosto. In ogni caso «gran parte del trasporto interno avverrà lungo la linea panoramica». Alcune merci dovranno però «purtroppo transitare su gomma».

Critica l'associazione Pro Gottardo-Ferrovia d'Europa

Per l'associazione Pro Gottardo-Ferrovia d'Europa quanto accaduto “è grave, soprattutto se si considera che qualcosa di analogo potrebbe succedere in una delle nostre stazioni ferroviarie”. L'incidente va quindi considerato “un monito da non ignorare”. In Ticino, infatti, “le stazioni sono attraversate giornalmente da un centinaio di treni merci con materiali altamente pericolosi. Non sono di per sé in discussione la gestione tecnica e i controlli da parte delle Ffs”, viene indicato nella presa di posizione, “ma è evidente che anche con un livello di qualità elevato incidenti del genere si possono solo ridurre e non possono essere esclusi”. Il traffico merci su rotaia è in futuro destinato ad aumentare, viene poi annotato, “anche perché, in seguito all'approvazione dell'iniziativa delle Alpi, sussiste l’obiettivo vincolante di spostare le merci dall’autostrada alla ferrovia”. La pianificazione “prevede un potenziale di oltre 200 passaggi al giorno di treni merci. Concretamente, ciò significa che nelle principali stazioni ticinesi, in particolare Bellinzona e Lugano, il numero dei treni merci in transito potrà solo tendere all’aumento”. Nello stesso tempo “le stazioni sono a loro volta destinate ad accogliere un numero crescente di passeggeri. Di conseguenza, dovesse accadere un incidente analogo in una stazione, gli esiti potrebbero essere drammatici”.

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