Anzitutto strutture per giovani, anziani e famiglie. Dal Cantone 3 milioni e tasse al 95%. Il 26 giugno parola ai due Cc e il 26 novembre alla popolazione
“Se due Comuni poveri non ne fanno uno ricco, aggregandoli si potranno gestire meglio le limitate risorse disponibili e far nascere uno spirito innovativo più in sintonia con i tempi in cui viviamo”. È su questa constatazione di fondo, contenuta nelle conclusioni del nuovo rapporto firmato il 15 maggio dalla Commissione aggregativa, che si basa il convincimento dei Municipi di Bodio e Giornico sulla necessità della fusione dopo il tentativo fallito di varare l’unione a quattro coinvolgendo anche Personico e Pollegio, i cui abitanti nel novembre 2021 si sono espressi negativamente in votazione consultiva.
Se tutte le tappe verranno superate positivamente, il nuovo ente locale di 1’700 anime potrà nascere nel 2025 (si prospetta l’allungamento di un anno dell’attuale legislatura) col nome Giornico e con sede amministrativa a Bodio per un Municipio formato da cinque membri e un Consiglio comunale da 25 eleggibile sulla base di due circondari e con sedute da svolgersi a Giornico. Non previste per contro, vista la dimensione del Comune, le commissioni di quartiere. Quanto ai dipendenti comunali, a tutti sarebbe garantito il posto di lavoro: alcuni dovranno però occuparsi di nuovi compiti, auspicata l’assunzione di un fontaniere al 50%, di una figura in campo sociale e di un tecnico a tempo pieno. Previsto un unico istituto scolastico distribuito nelle attuali sedi: “Le sezioni delle Elementari saranno tuttavia suddivise fra i due quartieri in funzione del numero di allievi”, che va in calando, “allo scopo di favorire delle mono-classi. Il trasporto sarà assicurato dal Comune”.
Il tutto beneficiando di un aiuto cantonale di 3 milioni e fissando il moltiplicatore al 95%. I due Municipi – favorevoli a parte il vicesindaco di Giornico – hanno approvato il rapporto e redatto i rispettivi messaggi che saranno a giorni sottoposti ai legislativi che si riuniranno in contemporanea la sera del 26 giugno. I loro preavvisi, non vincolanti, saranno poi inviati insieme a quelli degli esecutivi al Consiglio di Stato che fisserà la votazione consultiva (26 novembre) preceduta da un’informazione alla popolazione (probabile un’unica serata pubblica). Dopodiché il governo dovrà chiamare in causa il Gran Consiglio tenendo presente l’esito della votazione consultiva. Se anche il parlamento darà il benestare, sempre che non venga impugnato con ricorsi, un apposito gruppo di lavoro si attiverà ancora entro questa legislatura per organizzare logisticamente e organizzativamente la nascita della nuova Giornico fra due anni.
Ti-Press
Bodio dall’alto: sarà sede dell'amministrazione comunale e del Municipio
Fra i punti forti elencati nel rapporto non vi sono solo il rilancio della zona industriale e le sinergie col campus formativo creato da alcune ditte nel 2016, ma anche il forte desiderio comune di migliorare, grazie a una serie di nuove infrastrutture e servizi, l’attrattiva per le famiglie. Obiettivo, invertire lo spopolamento visto che negli ultimi 40 anni Bodio ha perso 587 abitanti e Giornico 408. Nelle 30 pagine del rapporto una parte sostanziosa è infatti dedicata agli investimenti. In linea generale si afferma che il futuro Municipio “dovrà riflettere sul potenziale offerto dalla nostra regione e sui suoi bisogni, al fine d’identificare un insieme di progetti di medio-lungo termine senza i quali non sarà mai possibile rilanciare la nostra economia e rendere attrattivo il nuovo comune. Bisognerà insomma forgiare una nuova visione per lo sviluppo locale, se necessario abbandonando idee e progetti ereditati dal passato”.
Nel concreto, i piani sin qui elaborati dai due Comuni “dovranno essere riconsiderati alla luce della capacità economico-finanziaria, distinguendo fra progetti strategici di sviluppo, che determineranno l’avvenire, operativi e opere pubbliche”. Nella prima categoria, che potrà beneficiare di aiuti cantonali per 1,2 milioni, un progetto ritenuto esemplare è quello della Galinascia per la realizzazione a Giornico di un centro del tempo libero per famiglie, giovani e anziani comprendendo infrastrutture sportive, parco giochi, griglie e bocce. Le iniziative proposte dal Centro giovani “potrebbero essere ulteriormente sviluppate e si potrebbe promuovere la creazione di appartamenti per la terza età in sinergia con la casa anziani”. Sempre dal profilo abitativo, “bisogna migliorare l’offerta onde frenare l’esodo verso i centri urbani”. Questo “promuovendo lo sviluppo di case unifamiliari, incentivando la ristrutturazione e valorizzando i nuclei”. Di pari passo deve andare la necessità di assicurare i servizi di base per la popolazione, “a cominciare dagli ambulatori medici”; come pure l’impegno a “minimizzare l’impatto ambientale insieme alle aziende responsabili del problema polvere e grafite”. Focus anche sulle storiche presenze: “Giornico deve diventare un museo a cielo aperto” e la vecchia centrale della Biaschina di Bodio “deve farvi parte con una sala dove esporre testimonianze di archeologia industriale”. Il tutto nell’ottica di diventare “un polo turistico cantonale” potenziando l’offerta alberghiera “con un ostello e un albergo di media categoria”.
Un capitolo importante, come accennato, viene riservato alla zona industriale che richiede un ammodernamento infrastrutturale e un’interazione con le aziende esistenti e i potenziali investitori, “considerando anche i bisogni delle piccole e medie imprese nella politica di promovimento”. Zona industriale nella quale, grazie all’appoggio cantonale, è prevista la creazione di un Polo di sviluppo economico. Tutte rose e fiori? Affatto. “Occorre esaminare attentamente vantaggi e svantaggi del Pse”, si legge nel rapporto aggregativo: “I primi sono legati all’accesso a contributi cantonali per progetti di riqualifica e di marketing. Gli svantaggi sono dovuti ai vincoli imposti dal Cantone, in particolare per la definizione di un indirizzo che impedirebbe d’insediarsi ad aziende che non appartengono al settore economico prescelto, o che addirittura obbligherebbe talune attività esistenti a emigrare”. La soluzione immaginata a Bellinzona per rilanciare la Bassa Leventina “potrebbe così rivelarsi uno specchietto per le allodole”. Male, considerando gli sforzi fatti per accogliere le nuove Officine Ffs che finiranno invece a Castione.