Interpellanza Mps al governo sui rapporti intercorsi fra il primo firmatario Martinoli e i vertici del Dss coinvolti nel gruppo di lavoro
I vertici del Dipartimento sanità e socialità (Dss) si sono forse spinti oltre le loro competenze? E il Consiglio di Stato sapeva? È sfociata in un’interpellanza al governo cantonale il confronto a distanza apertosi nei giorni scorsi sugli ospedali di Faido e Acquarossa. Da una parte, come pubblicato a due riprese, il dottor Sebastiano Martinoli primo firmatario dell’iniziativa popolare generica ‘Per cure mediche e ospedaliere di prossimità’ lanciata dall’Associazione ospedali di valle e consegnata nel 2017; dall’altra l’assemblea associativa. Il primo spinge affinché l’assemblea accetti la proposta di testo conforme elaborata dal gruppo di lavoro misto istituito nel 2021 dal CdS; proposta che mira a predisporre un picchetto notturno coinvolgendo i medici del territorio per gestire i due Centri di primo soccorso; proposta che se accettata dal Gran Consiglio indurrebbe poi Martinoli a ritirare l’iniziativa.
Ma l’assemblea lo scorso maggio una prima volta, e in novembre la seconda, ha respinto a maggioranza tale ipotesi, preferendo un primo soccorso gestito H24 dal personale dell’Ente ospedaliero cantonale. In tal senso il comitato associativo, nel rispetto del volere assembleare, ha quindi riscritto in dicembre al Dss riproponendo la propria linea, senza finora ottenere risposta. Da qui la decisione di Martinoli (23 gennaio) di spingere sull’acceleratore, spiegando che la proposta di testo conforme contiene diversi punti favorevoli all’iniziativa nel suo complesso. Un’accelerazione poco gradita in seno al comitato.
Su come, nei mesi passati, il Dss si sia approcciato a Martinoli, e viceversa, suscita dubbi in casa Mps. Secondo il granconsigliere del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini, a sua volta membro di comitato dell’associazione, qualcuno ai vertici del dipartimento potrebbe aver superato le proprie competenze. Da qui la critica rivolta sabato su queste colonne al consigliere di Stato Raffaele De Rosa. Cui segue, ora, una serie di domande al CdS: il governo è sempre stato al corrente delle discussioni in atto tra la direzione del Dss e il primo firmatario Martinoli? Non sarebbe più corretto dal punto di vista istituzionale, e nel rispetto della volontà popolare espressa dai firmatari di un’iniziativa popolare, presentare un controprogetto da sottoporre in votazione popolare in alternativa all’iniziativa? La decisione di offrire ‘consigli’ a Sebastiano Martinoli, in particolare suggerendo di fare pressione sull’Associazione sfruttando il proprio ruolo di primo firmatario, è stata presa con il consenso del consigliere De Rosa o a sua insaputa? Il governo era al corrente di questo modo di procedere?
La ‘Regione’ ha preso contatto con la direzione del Dss, ma il direttore De Rosa declina e fa sapere di voler rispondere in sede parlamentare durante la seduta di settimana prossima. Rimane la domanda di fondo: fino a che punto il primo firmatario di un’iniziativa può rivolgersi direttamente al solo dipartimento interessato – come successo ancora nelle settimane recenti, ossia dopo due assemblee che hanno rifiutato delle soluzioni di compromesso – superando le competenze che il Consiglio di Stato ha attribuito a un apposito gruppo di lavoro misto formato da rappresentanti anche dell’associazione iniziativista, dell’Eoc e del Circolo medico Tre Valli? Da alcuni scambi di email che la redazione ha potuto leggere, emerge una corrispondenza abbastanza fitta sull’asse Martinoli-Dss.