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A 20 anni dalla morte ‘dedicare una strada al dottor Tonella’

Bellinzona: inviata una petizione al Municipio, che sta ora valutando una soluzione idonea per ricordare il pioniere nella protezione dell’infanzia

Nel 1991 Amilcare Tonella ha creato il gruppo regionale dell’Aspi e in sua memoria è nata nel 2003 la Fondazione Amilcare
(Ti-Press)
5 gennaio 2023
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A vent’anni dalla scomparsa un gruppo di cittadini chiede attraverso una petizione consegnata recentemente al Municipio di Bellinzona di dedicare una via o una piazza rappresentativa ad Amilcare Tonella, pediatra di Ravecchia che ha speso buona parte della propria esistenza a favore dei più piccoli creando nel 1991 il gruppo regionale dell’Associazione svizzera per la protezione dell’infanzia (Aspi), in seguito divenuto Fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia che propone ad adulti e professionisti corsi di formazione e, nelle scuole, programmi di prevenzione che coinvolgono allievi, genitori e docenti.

Inoltre dopo la morte, sopraggiunta prematuramente l’11 febbraio 2003 all’età di soli 59 anni, è nata in sua memoria la Fondazione Amilcare, oggi presieduta dal figlio Mattia, riprendendo e sviluppando la missione che sin dagli anni 70 l’Associazione ticinese per l’assistenza ai disadattati sociali aveva rivolto alla gestione di foyer familiari e per l’accoglienza e l’educazione di minorenni in difficoltà e trascurati.

Missione che a inizio anni 80 era stata ripresa dalla Fondazione foyer Pro Juventute Ticino, cui il dottor Tonella aveva aderito contribuendo a riorganizzarne l’attività pionieristica e sperimentale, consolidandola nei quattro centri d’accoglienza presenti nel Sopra e Sottoceneri; attività successivamente riorientata verso centri diurni per rispondere ancora meglio alle esigenze poste dal disagio sociale relativo alla formazione e alla sfera personale. Un approccio che la Fondazione Amilcare ha a sua volta fatto evolvere avviando nuovi progetti, ad esempio offrendo la possibilità di confrontarsi con esperienze lavorative e organizzando un servizio di consulenza rivolto alle famiglie dei ragazzi collocati nelle varie strutture o seguiti sul territorio. Alla petizione cui hanno aderito 23 cittadini di Bellinzona (primo firmatario Michel Venturelli) il Municipio ha risposto condividendo le motivazioni e indicando di aver incaricato i servizi preposti di effettuare le valutazioni del caso per individuare una soluzione idonea. Valutazioni attualmente in corso.

Contro gli abusi e a sostegno delle vittime

Vent’anni dopo dunque Amilcare Tonella continua a vivere in progetti e organizzazioni concrete che sono stati man mano sviluppati e adattati alle nuove esigenze. Ha speso la sua vita – sottolinea la petizione – al servizio dei bambini sia come pediatra nello studio di piazza Nosetto e viceprimario di pediatria all’ospedale San Giovanni, sia come presidente della Fondazione foyer Pro Juventute Ticino che gli ha permesso di ottenere la nomina a socio onorario dell’Aspi nazionale e dell’Associazione Demetra che si occupa in modo complementare all’Aspi del tema dell’abuso sessuale dei minorenni. Inoltre è stato a lungo pediatra della Culla San Marco e dell’Istituto von Mentlen. Un elemento importante è stato il suo impegno nella lotta contro l’abuso sui minori e a sostegno delle vittime: "A inizio anni 90 – rimarca il testo inviato al Municipio – fu tra i primi a lanciare l’allarme sulla problematica nel nostro cantone e ad avere la forza e la determinazione necessarie a far sentire la sua voce. Una voce che riuscì, in tempi in cui il tema era più che tabù, a convincere la politica che il problema era reale e ben radicato anche in Ticino". Il suo ruolo di pioniere "era conosciuto in tutto il Paese e ha permesso di sensibilizzare ed educare la popolazione, permettendo così di salvaguardare il benessere di generazione di bambini, e non solo". Uno sforzo il suo rivolto anche ai colleghi pediatri e al mondo della medicina in generale, oltre che alla società civile suscitando non di rado resistenze da parte di chi, seppur confrontato con fatti viepiù evidenti, continuava a non credere che certe cose potessero capitare anche da noi.

Adeguata presa a carico

Grazie al lavoro del dottor Tonella "centinaia di piccole vittime poterono e possono tutt’oggi essere identificate più facilmente per beneficiare di prese a carico organizzate da professionisti adeguatamente formati per uscire meno peggio dalla vittimizzazione subita". Sottolineando ulteriormente la figura di medico e pediatra, gli estensori della petizione ricordano Amilcare Tonella come "un bellinzonese di cui i bellinzonesi non possono che andare fieri; la sua figura merita di essere ricordata alle generazioni presenti e future. Quelle generazioni che da bambini, grazie a lui, hanno beneficiato di un livello di sicurezza molto più elevato rispetto a prima". Da qui la richiesta affinché sia debitamente ricordato il suo impegno sociale e civile rivolto al rispetto dei diritti dell’infanzia e di intervento effettivo. In questo ambito il dottor Tonella era stato attivo in molte commissioni, la più nota è forse quella istituita dal Consiglio federale nel 1992 per rispondere alle questioni legate al maltrattamento dei bambini. Il rapporto elaborato allora è diventato un documento di riferimento per le autorità politiche federali e cantonali.

‘Umiltà e devozione nel proprio impegno’

Persona riservata ma gioviale e sempre disponibile, nella professione aveva privilegiato un approccio moderno, diventando amico dei suoi piccoli pazienti e privilegiando un approccio in grado di alleviare dolori e preoccupazioni, tanto che a Carnevale visitava i bambini in maschera. Agli amici più intimi aveva anche riservato un’ammissione legata alla professione, quella di aver fatto per anni il medico pediatra «con le fette di salame sugli occhi – raccontava – curando tanti mal di pancia che probabilmente avevano origini altrove, legate ad abusi». Sono in molti a ricordarlo come un maestro che agiva con entusiasmo e con quella voglia di fare di più e meglio, senza badare troppo alle energie spese: «Sempre col sorriso, anche quando si dovevano affrontare le cose più turpi e tristi, ma con lo spirito di andare avanti», sottolineava fra gli altri Roberto Sandrinelli nel 2003, allora delegato cantonale per i problemi delle vittime e per la prevenzione: «Il tutto senza clamori, senza protagonismi ma con tanta umiltà e devozione nel proprio impegno. Una persona interamente dedicata ai problemi degli altri, tanto da non far trapelare nulla del suo dolore, cagionato dal precario stato di salute».