Il Cc di Bellinzona ha avallato l’operazione lanciata dall’Amb con la Sopracenerina per un impianto che costerà quasi 27 milioni
A 14 anni dalle prime riflessioni avviate dalle allora Aziende municipalizzate di Bellinzona, quando l’investimento immaginato ammontava a 10 milioni di franchi, il Consiglio comunale con 49 sì e 3 astenuti ha dato luce verde questa sera al progetto di una centrale a biogas da 26,6 milioni. Impianto che trasformando i rifiuti vegetali e organici domestici della regione, della Mesolcina, del Locarnese e in futuro forse anche delle Tre Valli produrrà metano da vendere alla società Metanord che lo distribuirà nelle località del comprensorio allacciate. Il tutto coinvolgendo la Società elettrica sopracenerina (Ses) in una Società anonima appositamente voluta per la gestione della centrale che sorgerà vicino al depuratore di Giubiasco gestito dall’Amb e produrrà energia per riscaldare circa 800 economie domestiche. Oltre al biogas, l’altro prodotto derivante dal processo di fermentazione sarà terriccio (compost) di alta qualità (certificazione bio) che sarà messo a disposizione dell’agricoltura, dei Comuni e dei cittadini in un’ottica di economia circolare a chilometro zero. Stimate quasi 9mila tonnellate l’anno di compost.
Luca Madonna (Lega) si è detto preoccupato per il temuto aumento del costo all’utenza nella raccolta di questo tipo di rifiuti. Claudio Cattori (Centro) ha evidenziato la prevedibile difficoltà nell’individuare nel Piano di Magadino le superfici adatte ad accogliere la gran massa di concime, anche considerando le regole restrittive presenti in questo ambito. Claudio Buletti (Sinistra) a nome della commissione Piano regolatore, Ambiente ed Energia lo ha tranquillizzato spiegando che si tratterà di terriccio pronto all’uso. Giuseppe Sergi (Mps) ha espresso scetticismo non sul progetto ma sulla forma giuridica scelta della Società anonima che potrebbe non considerare a sufficienza la necessità di applicare tariffe economiche per l’utenza, preferendo altri ragionamenti a salvaguardia della propria posizione e degli interessi dei proprietari. Il municipale Mauro Minotti ha preso nota dei timori di Madonna indicando l’impegno a non aumentare i costi a carico dell’utenza. Terriccio: «Vi sono già ditte interessate a ritirarlo per venderlo a grossisti, ma si può anche pensare a una vendita a km zero». Infine la Società anonima, ritenuta dall’Esecutivo la miglior soluzione: «Siccome sarà diretta dai vertici Amb e Ses, farà sicuramente gli interessi degli utenti».
In apertura di seduta il plenum ha votato una risoluzione Verdi/Mps/Fa che invita le autorità cantonali a opporsi "all’ennesimo taglio delle pensioni del personale assoggettato all’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct)". La Direzione intende infatti abbassare del 20% le future rendite di vecchiaia quale conseguenza di una riduzione del tasso di conversione dal 6,17 al 5% (età 65 anni). Da qui l’invito rivolto alle autorità politiche "a voler intervenire sui propri rappresentanti nel Cda della cassa affinché ciò non avvenga".