Il Municipio di Biasca giudica positivamente il progetto giubiaschese: ‘Però il prezzo di ritiro dovrà essere concorrenziale con la situazione attuale’
Bellinzonese, Locarnese, Mesolcina e Tre Valli. Questi i territori di provenienza degli scarti vegetali che saranno in futuro destinati alla prevista centrale a biogas che l’Azienda multiservizi di Bellinzona (Amb) e la Sopracenerina (Ses) intendono realizzare a Giubiasco investendo 26,6 milioni di franchi. Dagli iniziali due comprensori urbani il progetto si è ben presto esteso alle valli superiori. Ma a questo riguardo il Municipio di Biasca invoca un atteggiamento prudente. Rispondendo in Consiglio comunale a un’interpellanza di Fabrizio Totti e Mauro Veziano intitolata ‘Non perdiamo il treno del biogas’, il municipale Filippo Rodoni, capodicastero Ambiente ed energia, conferma che Biasca intende partecipare al progetto, allo stato attuale dell’iter "indirettamente tramite Ses di cui Biasca è grossa azionista". La tempistica prevede la messa in esercizio non prima del 2025. Al momento i gremi decisionali di Ses e Amb hanno accettato il progetto di massima con rispettivo finanziamento e ora si procede con la progettazione di dettaglio. Successivamente, le delibere per l’inizio lavori "verranno date solamente dopo aver analizzato nei dettagli tutti gli aspetti economici che al momento rappresentano una grande sfida, viste l’instabilità e le insicurezze economiche dovute alla guerra in Ucraina che hanno un grande impatto sull’evoluzione dei costi".
A ogni modo la gestione sarà affidata alla nuova costituenda società, di cui Ses e Amb sono gli unici due proprietari al 50% e prevede l’uso di personale Amb per l’operatività, mentre il personale Ses si occuperà della parte amministrativa e finanziaria. Perciò, tornando alle domande degli interpellanti, "fintanto che tutti gli aspetti finanziari non saranno verificati e confermati in base all’attuale situazione economica, non vengono forniti dati sul prezzo di ritiro del verde". Una questione di non poco conto, questa, visto che il prezzo "dovrà essere concorrenziale con le tariffe degli attuali fornitori di servizi simili", sebbene il progetto Amb-Ses sia l’unico in Ticino a prevedere una valorizzazione del biogas prodotto dalla fermentazione del verde, mentre tutti gli altri impianti di smaltimento "purtroppo lasciano diffondere nell’ambiente questi gas dannosi". Per quanto concerne le collaborazioni, precisa Rodoni, "si sono già avuti i primi contatti con ditte locali, fra cui la Ecomac di Biasca. Con la quale si sono già definite possibili sinergie e collaborazioni che verranno affinate non appena il progetto passerà in fase di realizzazione". Un punto centrale della questione sono i costi di trasporto verso la centrale: "A causa della lontananza, nelle valli sono più alti. E a carico dei Comuni". Da qui la necessità di ponderare attentamente tutti gli aspetti.