Enza Cappabianca era una promettente startupper e aveva vinto alcuni premi: ‘Scoprendo a scuola le proprie passioni, si possono fare cose incredibili’
Era una studentessa modello e aveva compiuto vent’anni appena cinque giorni prima, la vittima dell’incidente verificatosi il 28 agosto sull’autostrada all’altezza di Gnosca, dove il furgone diretto a Roma sul quale viaggiava con altri cinque universitari italiani ha sbandato finendo la corsa rovesciato su di un fianco. Enza Cappabianca, di Benevento, dove presto avrebbe dovuto iniziare il secondo anno in Scienze statistiche e attuariali all’Università del Sannio, è morta sul colpo. Illesi e sotto shock gli altri cinque occupanti, fra cui il conducente 22enne e uno studente conosciuto al convegno sull’imprenditoria tenutosi a Strasburgo e al quale aveva appunto partecipato il gruppo top di Junior Achievement Italia, organizzazione non profit di cui Enza faceva parte e dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola, al rinnovamento dell’istruzione e alla promozione di iniziative didattiche volte a orientare i giovani nelle loro scelte future. La vittima stava scrivendo un libro su questi temi con due degli studenti che si trovavano a bordo. Il docente d’informatica Carlo Mazzone, suo mentore all’Istituto tecnico industriale di Benevento dove Enza si era diplomata l’anno scorso, intervistato dal ‘Mattino di Napoli’ spiega che la disgrazia «ci darà un’ulteriore spinta a completare il libro: uscirà in suo nome per regalare speranza. Era una ragazza speciale, al servizio di tutti, una parte attiva della nostra scuola dove veniva tutti i giorni anche dopo aver conseguito il diploma». Stando ai primi risultati d’inchiesta, di cui ha riferito la Rsi nei giorni scorsi, il viaggio di ritorno dalla Francia verso l’Italia era iniziato a mezzogiorno; a Basilea si era messo al volante un 22enne che per non lasciarsi distrarre aveva lasciato il cellulare nella borsa e che per paura dei radar ha poi mantenuto una velocità corretta. Le analisi non hanno rilevato alcol o altre sostanze e interrogato ha spiegato di essersi improvvisamente accorto di trovarsi troppo sulla destra e di aver tentato così di correggere la traiettoria sterzando a sinistra, invano. Tutti illesi tranne Enza, che si trovava da sola nella seconda delle tre file di sedili.
Era partita con i compagni di Ja Italia alla volta di Strasburgo proprio il giorno del suo ventesimo compleanno: «Le avevo chiesto di restare a casa visto che, essendo gemelle, avremmo potuto festeggiare insieme», scrive Paola su Facebook: «Lei ha scelto di partire. Credeva molto in questa iniziativa». Il quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’ aveva intervistato Enza nel 2021 quando nell’ambito del programma di Junior Achievement aveva partecipato con quattro compagni a una competizione nazionale vincendo il premio Miglior mini-impresa d’Italia con Esport Linker, una piattaforma social per videogiocatori amatoriali capace di creare opportunità economiche e di rendere la loro passione una professione. Si era inoltre aggiudicata il Girls Living Stem Award – dove Stem sta per science, technology, engineering and mathematics – che premia ragazze e giovani donne con qualità di leadership. Aveva poi conquistato l’attenzione della Confederazione italiana coltivatori diretti con la piattaforma Landin Ja che mette in contatto operai e imprenditori agricoli per contrastare il fenomeno dei terreni incolti e abbandonati, garantendo opportunità lavorative, trasparenza e tracciabilità.
«Bisogna avvicinare istruzione e imprenditorialità per realizzare progetti rilevanti», aveva detto Enza nella lunga intervista: «Raccogliendo i benefici di questa collaborazione, potranno essere migliorate le pratiche educative per preparare i giovani a una società sempre più automatizzata e sviluppare le competenze richieste nel mondo del lavoro. La mia esperienza a scuola è una vera e propria avventura: scoprendo le proprie passioni, si possono fare cose incredibili». Dedicandole un ricordo su Facebook a nome del corpo insegnante e studentesco, il rettore dell’Università Gerardo Canfora ricorda Enza come «una promettente startupper. Come tanti giovani di talento stava seguendo instancabile i suoi sogni». Una persona «buona, sincera, divertente, empatica, professionale», conclude la sorella gemella: «Per lei nessuno doveva restare indietro e nessuno doveva sentirsi escluso».