Bellinzonese

‘Difendiamo la pluralità che unisce nord e sud delle Alpi’

Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis è intervenuto oggi a Castione per commemorare l’eroismo dei caduti nella battaglia di Arbedo

Il sindaco Luigi Decarli e il presidente della Confederazione Ignazio Cassis
(Ti-Press/D.Agosta)
3 settembre 2022
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Una rievocazione storica capace di evidenziare l’importanza della multiculturalità. È questo in sostanza il messaggio lanciato oggi dal presidente della Confederazione Ignazio Cassis durante la commemorazione della battaglia di Arbedo e dell’aggregazione fra il Comune del Bellinzonese, poc’anzi citato, e Castione. L’ospite più illustre della tre giorni di celebrazioni è stato calorosamente accolto da una piccola ma piacevole sfilata dei bambini delle locali scuole dell’infanzia agghindati di tutto punto e muniti di bandiera rossocrociata. Uno spiraglio di luce in una giornata uggiosa in grado di riscaldare il cuore dei molti curiosi riunitisi sotto le volte del capannone del centro sportivo per assaporare un buon piatto di polenta e ascoltare le parole delle autorità federali, cantonali e comunali. «È un balzo nel passato lungo ben seicento anni – ha esordito il capo della diplomazia elvetica –. Non abbiamo però ancora smesso di vivere le nostre battaglie, oggi fortunatamente intese in senso figurato come un contrasto vivace di opinioni diverse. Non asteniamoci mai, difendiamo la pluralità di lingue, culture e pensieri che ieri come oggi caratterizzano il nostro Paese. Un punto di forza, e non più un ostacolo da superare con le armi. Alle spalle abbiamo mesi, anzi anni, difficili: la pandemia e la guerra ritornata sul nostro continente... Spetta quindi a noi riscoprire quei valori fondamentali quali la libertà, la democrazia e la neutralità fatta anche di cooperazione e solidarietà. A continuare ad alimentarli senza armi; solo con un pizzico di volontà e, forse, qualche leggenda».

L’unione fa la forza

Il presidente, ricordando le centinaia di soldati cadute durante lo scontro fra le forze del Ducato di Milano e quelle confederate, ha rimarcato l’importanza di questa sconfitta. «La battaglia di Arbedo ha rappresentato uno dei tanti passi verso la coesione nazionale, prima ancora a miti e leggende e ora vissuta nel quotidiano. A unirci oggi è quella fiamma di curiosità che sentiamo quando qualcuno c’invita a sfogliare le pagine della nostra storia perché sappiamo che la comprensione del passato plasma il nostro avvenire». La storia dell’umanità, ha continuato Cassis, è un mix fra realtà e la sua percezione. «Fantasia e tradizione alterano la realtà, si sforzano di renderla esemplare con l’intento di voler far parte di una storia che nonostante la sconfitta di lì a poco ci avrebbe avvicinati. Noi a sud delle Alpi, e loro a nord. Il Ticino è stato ambito e difeso da tutti, ciò racconta molto sul nostro Paese così com’è oggi: definito dalla sua pluralità di culture e d’idee, ma anche da questa partecipazione di ogni cittadino alla costruzione della storia. Le montagne all’epoca rappresentavano un ostacolo, oggi sono un punto di collegamento fra la Svizzera italiana e il resto del Paese e dell’Europa. Abbiamo saputo traforare un massiccio alpino e costruire delle gallerie da record mondiale: in seicento anni di storia abbiamo imparato che quando facciamo le cose insieme possiamo eccellere», ha concluso il presidente.

‘Unici nella diversità’

Una pluralità di opinioni e culture ricordata pure dal sindaco di Arbedo-Castione Luigi Decarli, soffermatosi nel suo intervento sull’importanza di preservare le distinzioni che tuttora caratterizzano i due borghi nonostante l’aggregazione datata ormai duecento(+2) anni fa. Divisi dalla Moesa, dalle parrocchie e da alcune mentalità. «Una comunità unica, ma a cui piace coltivare le differenze come preziosi arricchimenti. La diversità è un patrimonio che esiste, persiste e viene alimentato quotidianamente: il Comune s’impregna costantemente di queste ricchezze. Le esperienze individuali e così quelle comuni permettono di progredire, spesso però sono messe in ombra da eventi di portata internazionale incapaci di consolidare la serenità degli anni a venire, ma solo di riportare indietro a situazioni di stampo medievali». Il sindaco ha poi voluto invitare la cittadinanza a riflettere sulla battaglia e chi ha combattuto per tutelare l’interesse del popolo, come i zugani (oggi presenti in massa). La cruenta battaglia ha fermato l’espansione dei confederati a sud delle Alpi, ma al di là del Gottardo è celebrata come un atto di eroismo. «Arbedo-Castione è nel cuore di Zugo – ha affermato Judith Müller in rappresentanza del Cantone –. Il Ticino è caratterizzato dalla bellezza delle sue montagne e delle sue valli, paesaggi che non devono essere dimenticati. Oggi abbiamo lasciato a casa le armi nella speranza di pace».

Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha dal canto suo evidenziato come il coraggio dei confederati, seppur non sufficiente a vincere, oggi possa essere letto in maniera differente: «L’aiuto, il sostegno reciproco e l’orgoglio dinnanzi all’urgenza di correre in soccorso dei propri fratelli è la vittoria della lealtà e della libertà. Il volere dei nostri padri fondatori, cui oggi siamo chiamati a rinsaldare quotidianamente. Questa è la forza del nostro Paese». Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha infine rimarcato come anche in campo aggregativo sia fondamentale costruire un consenso dal basso. «A distanza di duecento anni il Comune ha conosciuto uno sviluppo tale da permettere in estrema autonomia di fornire alla cittadinanza i servizi necessari e la qualità di vita essenziale. La comunità è viva, attiva e in grado di sfruttare opportunità di oggi e di domani. Una sfida molto importante sarà rafforzare la comunità in un tessuto urbano nel frattempo definitosi». Sfide future, come sottolineato dalla direttrice regionale delle Ffs regione sud Roberta Cattaneo, da affrontare già a partire dai prossimi mesi quando a nord del Comune verrà edificato il nuovo stabilimento industriale delle Ferrovie federali. Fra momenti culturali, attività sportive e la rievocazione della celebre battaglia (capace di catturare l’attenzione di molti curiosi e bambini), in una domenica finalmente baciata dal sole ha avuto luogo il mercato fra le vie dei due borghi a chiudere una tre giorni di successo.