Bellinzonese

A Giubiasco quasi un milione per l’ex palazzo comunale

Dopo una prima fase di risanamento strutturale, è ora necessario installare la nuova caldaia e un impianto per rinfrescare

(Ti-Press)
8 agosto 2022
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Il vecchio palazzo comunale di Giubiasco dev’essere risanato anche dal profilo energetico. Perciò il Municipio di Bellinzona propone al Consiglio comunale di stanziare 905’000 franchi per la posa di una nuova centrale termica caratterizzata da un impianto bivalente (termopompe e caldaia a gas) per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo. L’intervento era già stato proposto dall’allora Municipio giubiaschese nell’aprile 2012, cinque anni prima dell’aggregazione, assieme anche al risanamento di altri tre edifici comunali quali la vicina casa con appartamenti dove ha sede la Polizia comunale, l’ex asilo in Viale 1814 e l’asilo del Tiglio. Tre edifici cui si diede allora la priorità, da lì fino al 2016, posticipando invece l’intervento al palazzo comunale ritenuto di priorità secondaria.

Dieci anni fa l’edificio, in vista di un futuro risanamento, era stato allacciato alla rete del gas Metanord. Nel corso degli anni gli utilizzatori, che occupano i vari piani, hanno più volte reso attenta l’autorità sulla necessità di vedere migliorato il comfort interno. Infatti durante l’estate sono ancora attualmente necessari ben 14 singoli condizionatori, i quali comunque non permettono di raggiungere un clima adeguato per il lavoro e soprattutto comportano un notevole costo energetico.

Norme antincendio rispettate

Oggigiorno, ricordiamo, l’edificio è utilizzato dall’Amministrazione del nuovo Comune di Bellinzona: a questo proposito tra il 2016 e il 2017 sono stati realizzati importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento del pianterreno, tra cui il rinnovo dell’impianto elettrico, la sostituzione dei serramenti, l’isolazione termica delle solette. Tutto ciò ha permesso di rendere l’edificio nuovamente a norma antincendio secondo le indicazioni del perito. Da qui la fase successiva, quella odierna, relativa alla produzione di caldo e fresco. L’attuale riscaldamento risale infatti ormai al 1987 e non rispetta più il Regolamento sull’utilizzazione dell’energia a causa della scarsa resa termica e dei suoi 35 anni. Dal canto suo l’impianto di raffrescamento permetterà di eliminare i condizionatori portatili riducendo di conseguenza, come detto, il consumo elettrico. Se il legislativo accorderà il credito, i lavori dovrebbero iniziare nella primavera 2023, quando la vecchia caldaia verrà spenta, proseguendo per cinque mesi. Due le termopompe necessarie al raffrescamento, le quali verranno collocate nel solaio.