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Rifiuti Bellinzona, le due minoranze stroncano il regolamento

I Verdi/Mps/Fa chiedono di respingerlo: ‘Violato il principio secondo cui chi più inquina più paga’. Lega e Udc propongono tetti massimi più bassi

(Ti-Press)
13 giugno 2022
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Fare pressione sul Consiglio di Stato affinché consenta ai Comuni di aumentare il prezzo del sacco applicando così il principio secondo cui ‘chi più inquina, più paga’. E ridurre la spesa di gestione e smaltimento rifiuti eliminando la disparità di trattamento fra quartieri, laddove solo in taluni si raccolgono porta a porta la carta e il verde. Sono le due richieste di fondo che rispettivamente Verdi/Mps/Fa e Lega/Udc fanno in due distinti rapporti di minoranza della Commissione legislazione in vista della seduta di Consiglio comunale chiamato fra una settimana a votare la modifica del Regolamento comunale sui rifiuti proposta dal Municipio. Il quale chiede di alzare il prelievo in tutte le categorie di utenti per raggiungere la copertura integrale dei costi oggi ferma al 69%. Anche la maggioranza commissionale, ricordiamo, propone modifiche puntuali senza però intaccare l’ossatura dell’aggiornamento.

‘Semmai aumentare la tassa sul sacco’

Il relatore dei Verdi/Mps/Fa Ronald David invita il plenum a respingere il messaggio perché "il terreno sul quale agire per la copertura dei costi è un altro: adeguare la tassa sul sacco cantonale. Il Municipio potrebbe promuovere un’iniziativa dei Comuni per risolvere la questione facendo pressione sul governo. Fino a quel momento è preferibile dunque lo statu quo, evitando di caricare ‘ad annaffiatoio’ una tassa base spropositata che colpisce particolarmente i ceti popolari e non centra l’obiettivo d’incitare a ridurre i quantitativi di rifiuti e premiare i comportamenti virtuosi". Un’eventuale iniziativa dei Comuni andrebbe peraltro a rafforzare l’iniziativa parlamentare con la quale la granconsigliera Ppd Maddalena Ermotti-Lepori chiede di lasciar decidere ai Comuni la tassa sul sacco, mentre oggi è il CdS a fissare annualmente la forchetta minimo-massimo. Una forchetta ritenuta da più parti troppo bassa e che obbliga perciò i Comuni ad aumentare la tassa base applicando così solo in parte, o affatto, il principio ‘chi più inquina, più paga’. Verò è – premette tuttavia David – che il messaggio "contiene dei miglioramenti rispetto a oggi soddisfacendo la legittima richiesta di differenziare la tassa base, affinché rispecchi maggiormente la tipologia di attività commerciale e la relativa produzione di rifiuti, con relativi costi. Tuttavia la copertura dei costi attraverso la tassa base, che per sua natura non è una tassa causale e non premia i comportamenti virtuosi, risulta in chiaro contrasto col principio, sancito a livello federale, di ‘chi inquina paga’. Il problema principale risiede in effetti nell’importo massimo, di gran lunga troppo basso, della tassa sul sacco". Il Municipio ne è cosciente e lo ha rimarcato "sia nel messaggio e sia, ma senza grande convinzione, nell’audizione commissionale. Perché dunque – chiede David – allinearsi all’obbligo legale di copertura dei costi come previsto dal modello contabile Mca2, se per farlo occorre derogare a un principio previsto dalla legislazione federale? D’altro canto, altri Comuni non si sono ancora allineati a quanto previsto dall’Mca2, senza subire con ciò particolari conseguenze per la loro eventuale inadempienza, in quanto il Cantone stesso è consapevole della difficoltà di raggiungere lo scopo senza agire sulla tassa sul sacco cantonale".

Grande distribuzione ed eventi

Quanto al fatto di aumentare la tassa a carico delle economie domestiche, "in un periodo storico contraddistinto da pandemia, recessione e inflazione, non è quanto ci si attende da un ente pubblico responsabile". Qui s’inseriscono i due emendamenti Verdi/Mps/Fa che chiedono di esonerare dal pagamento i beneficiari di prestazioni complementari e Laps e d’introdurre nel regolamento la categoria della grande distribuzione, altrimenti "non responsabilizzata a ridurre imballaggi, confezioni e rifiuti". Inoltre l’estensione delle forchette, fra minimo e massimo, "risulta spropositata e attribuisce all’Esecutivo una ‘delega di fatto’ che è arbitraria e impedisce al Cc di esprimersi su un tema tanto sensibile". Come evidenziato anche dalla maggioranza commissionale, "mal si comprende come l’ampiezza delle forchette possa giustificarsi". Criticata infine l’assenza di regole per le manifestazioni ("vige l’anarchia") e meglio di un utilizzo obbligatorio di stoviglie riciclabili o riutilizzabili: "In tal senso una mozione è pendente da anni, ma il Municipio non ha ancora emesso le osservazioni preliminari. Segno evidente della mancanza di volontà di affrontare questo importante tema".

‘Scelta la soluzione più facile’

Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda l’altro rapporto di minoranza (relatore Manuel Donati Lega/Udc) che critica il Municipio per aver "proposto la soluzione più comoda a sé, aumentando i costi a carico del cittadino anziché valutare soluzioni operative più economiche e alternative". Proporre per il single una tassa appena inferiore a quella delle famiglie "non è coerente con la politica messa in atto dal Cantone in cui si sottolinea chiaramente che più s’inquina, più si paga". Ciò che non collima con la visione dell’altro rapporto di minoranza, secondo cui il Cantone tenendo basso il prezzo del sacco non persegue l’obiettivo. A ogni modo Lega e Udc invitano il plenum ad approvare il messaggio con alcuni emendamenti: il primo chiede che non siano assoggettate alla tassa sulle residenze secondarie le persone fisiche e giuridiche già residenti o aventi sede nel Comune. Per le persone fisiche, chiede di ridurre l’importo massimo nella forchetta prevedendo 115 franchi per i single (e non 200 come fa il Municipio o 160 la maggioranza commissionale) e aggiungere 20 franchi per ogni membro. Pure sollecitata una riduzione del tetto massimo per le varie classi di attività economiche; idem per la ristorazione e l’albergheria; tetto massimo da aumentare invece per le scuole con più di cento allievi. Per gli scarti vegetali si chiede di cancellare la raccolta porta a porta dove ancora esiste e di riservare la possibilità di consegnarli nelle piazze di raccolta unicamente alle economie domestiche, mentre le ditte del settore sarebbero indirizzate verso impianti di compostaggio. Le modifiche proposte poggiano sulla convinzione che il Municipio abbia agito, specialmente per le persone fisiche, "in maniera troppo superficiale e sbrigativa, senza realmente fare le doverose riflessioni". Caldeggiata inoltre una riduzione dei costi, evitando disparità di trattamento fra quartieri: "Bellinzona e Giubiasco beneficiano di servizi di favore rispetto ad altri quartieri, questo perché prima dell’aggregazione i medesimi servizi erano già garantiti". Ciò che viene considerato "discriminatorio".