Entrate pari a 12 milioni che arrivano al momento giusto per l’istituto di Bellinzona visto che a breve dovrà sostituire quattro direttori di laboratorio
La commercializzazione di un anticorpo monoclonale efficace nel trattamento del Covid ha permesso all’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona di generare "ricavi straordinari pari a circa 12 milioni di franchi". Lo ha indicato lo stesso Irb in un comunicato odierno, precisando che questi proventi giungono "in un momento particolarmente propizio, date le nuove sfide che attendono l’istituto e la necessità di far fronte a un ricambio generazionale, con ben quattro direttori di laboratorio che raggiungeranno l’età della pensione nei prossimi anni". Concretamente questi fondi "permetteranno di formulare offerte competitive per reclutare nuovi talenti nazionali e internazionali che potranno assumere i ruoli di direttrici e direttori di laboratorio e potranno altresì fungere da base per altri progetti importanti all’orizzonte, tra cui l’aggiornamento tecnologico delle strumentazioni, il finanziamento di programmi di ricerca ‘ponte’ tra Irb e l’Istituto Oncologico di Ricerca (Ior) e borse di studio a favore di giovani studenti di dottorato. Tutto ciò permetterà di aumentare ulteriormente l’attrattività degli Istituti di ricerca di Bellinzona".
La tecnologia in questione – brevettata dall’Irb e basata su scoperte di Antonio Lanzavecchia, primo direttore dell’istituto dal 2000 al 2020 – permette di estrarre anticorpi dal sangue proveniente da persone guarite dall’infezione e ha "condotto alla realizzazione di importanti studi nell’ambito di malattie quali Sars, Zika, Malaria, Ebola e della più recente Covid-19", precisa la nota. Tecnologia che è stata acquisita in licenza dalla società Humabs BioMed Sa (spin-off dell’Irb poi divenuta una partecipata di Vir Biotechnology) ed è poi stata utilizzata per scoprire l’anticorpo monoclonale Sotrovimab, efficace nel trattamento del Covid, e commercializzato, dove approvato, con il nome di Xevudy da GlaxoSmithKline (Gsk). Sui proventi realizzati dal gruppo Vir/Humabs, l’Irb ha così maturato royalties che hanno generato queste entrate straordinarie. "Questo importante risultato è anche il frutto della strategia implementata negli anni da Irb in materia di tutela della proprietà intellettuale. I ricavi netti da brevetti, sulla base delle regole di gestione dell’Irb e in linea con la prassi universitaria in materia di trasferimento tecnologico in Svizzera, sono a favore della gestione corrente dell’istituto nella misura di un terzo, mentre i restanti due terzi sono vincolati al finanziamento delle attività di ricerca del laboratorio che ha generato i brevetti e degli inventori".