Le obiezioni dell’Associazione per il miglioramento ambientale. Contrari Municipio di Losone, Mancini&Marti, Pro Natura, Wwf, Ficedula e Unione contadini
Non solo il gruppo Mancini & Marti, non solo le associazioni ambientaliste, il Municipio di Losone e l’Unione contadini ticinesi, come abbiamo scritto e anticipato nelle scorse settimane. Ora anche l’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica), che da 15 anni vigila sul proprio territorio, ha inoltrato all’Ufficio federale dei trasporti (Uft) un’opposizione dopo la pubblicazione del progetto per la nuova Officina Ffs prevista a nord dell’abitato. Si tratta – specifica alla ‘Regione’ il comitato presieduto da Alberto Robustelli – di un’opposizione cautelativa. Amica infatti non si dice contraria allo stabilimento, ma solleva diversi interrogativi sollecitando "informazioni e garanzie consistenti, risposte chiare e verificabili".
Anzitutto, considerando l’importante investimento pari a 580 milioni di franchi, "ci sembra importante che il Comune di Arbedo-Castione sappia, prima dell’inizio lavori, quali e quanti siano gli impegni finanziari (spese e contributi di miglioria) che colpiranno le casse comunali e i cittadini e se sia il caso che il Comune si assuma questo onere". Intervistato l’8 aprile dalla ‘Regione’, il sindaco Luigi Decarli ha espresso soddisfazione per il fatto che le Ferrovie abbiano scelto Castione e parlando di «massima collaborazione» ha però anche dichiarato di voler riservare «molta attenzione ai costi diretti e indiretti che presto o tardi potrebbero gravare sulle casse comunali». Entrando nel dettaglio, Amica chiede che il consumo d’acqua per l’attività corrente delle Officine sia "concordato col Comune e organizzato in modo che l’acquedotto non subisca mancanze in grado di generare costosi interventi a carico della collettività". Sempre in materia d’acqua, considerata la vicinanza del pendio di sponda sinistra, viene sollecitata una soluzione dell’afflusso e della gestione delle acque meteoriche "che sempre più spesso assumono l’aspetto di fiumi con rovinosi detriti convogliati su tutta l’area". Quindi, come prima, è ritenuto importante "conoscere gli aspetti finanziari legati all’ubicazione degli spurghi e quali e quanti deflussi sono previsti con il calcolo della capienza e se questi siano interrati o a vista".
Ffs
Il rendering indica forma e dimensioni di edificio e collegamenti ferroviari
Il focus si sposta poi sul Piano viario che "ci sembra in buona parte conforme alle aspettative". Ma migliorabile: "La ciclopista lungo tutta l’Officina attraversa in diversi punti l’accesso alle stesse (posteggi ed entrate/uscite varie) con pericoli per i ciclisti, che potrebbero essere limitati spostando la ciclopista sul lato opposto con un solo attraversamento. Inoltre la strada a due corsie potrebbe terminare a nord, allo stesso livello dell’ultima entrata alle Officine, evitando la doppia curva davanti alla proprietà Gazzoli, evidenziando così l’inizio della strada esistente". Sempre in materia di traffico – ma questa volta durante la realizzazione – l’associazione chiede lumi sul rumore esprimendo preoccupazione "anche perché il cantiere ha una durata di circa quattro anni. È imperativo che il Comune sia garante" ed esegua un "controllo serio e costante nel tempo, anche dopo la fine dei lavori". E visto che il cantiere prevede anche la costruzione di una bretella in zona industriale che attraversa un mappale "classificato come fortemente inquinato", chiede se non sia il caso di "imporre finalmente la dovuta bonifica". A mente di Amica il problema bonifica si presenta anche nella zona di edificazione delle Officine, "pertanto è necessario un controllo ufficiale dell’avvenuta bonifica".
E come fatto dall’Unione contadini nel proprio ricorso, che contesta le modalità di compensazione diretta delle Superfici di avvicendamento colturale Sac, anche Amica evidenzia che la zona agricola sacrificata dalle Officine "dev’essere per legge in parte compensata nel Comune stesso e nelle vicinanze. Ciò non accade e, anzi, parte delle Sac proposte sono molto distanti e inappropriate, come il bosco di Losone, terreni sotto i viadotti Ffs a Camorino e a Preonzo ai piedi della frana del Valegion".
Il comitato tocca poi un problema emerso durante la realizzazione del tunnel ferroviario sotto il Monte Ceneri, ossia "che anche il nostro territorio è sotto il controllo delle cosche mafiose e che l’entità degli appalti è manna per la malavita. Vedi subappalti, gestione dei lavoratori e caporalato. Questo ci porta a richiedere con forza che si organizzino controlli intensi e che le ditte che vincono l’appalto non possano eludere regole e rispettino le nostre leggi". Nel frattempo avanza a rilento l’inchiesta penale sul Ceneri, avviata tre anni fa dal Ministero pubblico partendo dalle denunce di alcuni operai assistiti dal sindacato Unia. Infine l’aspetto ambientale: "L’estensione della costruzione è tale – annota Amica – che mancheranno tutte le superfici verdi attuali con conseguenze importanti per la fauna. Quindi non è solo il gufo reale che nidifica nella zona ad essere disturbato, ma anche altre specie animali. È quindi auspicabile un intervento coordinato con le associazioni legate alla protezione della natura".
E proprio le associazioni ambientaliste Pro Natura, Wwf e Ficedula in una nota congiunta espimendo "stupore per una proposta che viola palesemente il diritto" confermano di aver inoltrato opposizione all’Uft dichiarandosi favorevoli alle Officine ("progetto fattibile") ma contrarie a compensi ambientali "inadeguati e insufficienti". Perciò sollecitano l’adozione di misure "indispensabili per la protezione del gufo e dei pipistrelli e che si rinunci alla bonifica agricola di Losone". Partiamo dal gufo reale che nidificando in zona aveva già fatto parlare di sé nel 2019 nell’ambito della procedura autorizzativa della discarica Ambrosini: "La convivenza di questa specie, minacciata di estinzione, con le nuove infrastrutture industriali e ferroviarie sarebbe possibile, sebbene difficoltosa, solo qualora vengano prese misure adeguate. Senza adattamenti idonei i gufi verrebbero infatti attirati in una trappola mortale costituita dalla fitta rete di cavi elettrici che verrà tesa sopra i binari". Quanto poi ai pipistrelli, "sono necessari percorsi notturni non illuminati tra i loro rifugi e le zone di caccia". Per contro, l’illuminazione artificiale notturna prevista "è per loro un ostacolo insormontabile che impedirebbe ogni spostamento necessario alla sopravvivenza". Da qui la richiesta affinché siano prese "tutte le precauzioni necessarie a garantire la sopravvivenza di animali già minacciati e per i quali vigono una responsabilità e un obbligo legale di protezione".
Quindi il compenso agricolo Sac proposto dalle Ffs a Losone per 3,7 dei complessivi 8,3 ettari che vengono sacrificati a Castione: pur dichiarandosi le associazioni molto favorevoli alla produzione locale, lo ritengono "inaccettabile" e chiedono che venga stralciato. Il luogo scelto, ricordiamo, è un terreno situato sulla Piana di Arbigo a nord dell’ex caserma a suo tempo usato per esercitazioni militari e successivamente parzialmente rimboschitosi: "Lo spazio per un’agricoltura di qualità è sempre benvenuto – annotano le tre associazioni – tuttavia esso non deve avvenire a scapito di specie protette e biotopi particolarmente pregiati. Tra le specie messe in pericolo dal compenso agricolo ve ne sono di rarissime, come ad esempio, il pipistrello Vespertilio maggiore di cui in Ticino sopravvivono meno di 200 femmine adulte". In definitiva "il compenso agricolo in questione lede tutta una serie di norme a tutela della natura, precludendone pertanto l’autorizzazione".