La ristrutturazione del giardino dell’Osteria all’undici ha permesso di fare ‘un primo passo’ in questa direzione in un contesto urbano
Zone verdi che valorizzano e promuovono la biodiversità non solo in luoghi isolati ma anche negli spazi urbani. Il Cantone ha fatto «un primo passo» in questa direzione a Bellinzona, «grazie alla ristrutturazione del giardino dell’Osteria all’undici, così come negli spazi liberi dello Stabile amministrativo 3, sede del Dipartimento del territorio, e del Laboratorio cantonale», sottolinea a laRegione’ Guido Maspoli dell’Ufficio della natura e del paesaggio (Unp). Ora l’intenzione è quella di «ampliare questo processo coinvolgendo anche altri Comuni ticinesi».
Solitamente gli addetti dell’Unp si occupano di biodiversità in golene, paludi o prati secchi. Tuttavia, nel 2012, il Consiglio federale nell’ambito della Strategia biodiversità Svizzera, ha indicato che la diversità delle specie deve essere promossa anche negli insediamenti. «In questo documento (il cui contenuto è vincolante e deve quindi essere applicato) si elencano le funzioni importanti che può svolgere la biodiversità anche negli spazi urbani», spiega Maspoli. «Aiuta infatti a mitigare, ad esempio, gli effetti dei cambiamenti climatici come le ondate di calore o i fenomeni atmosferici estremi». Insomma le se riconosce «un valore importante anche negli insediamenti».
Per portare avanti questa strategia in Ticino l’Unp intende collaborare con i Comuni, così come la Sezione della logistica che gestisce gli edifici di proprietà del Cantone. Fra di essi figura l’Osteria all’undici, un ristorante gestito dai Laboratori del Dragonato della Fondazione Sirio che si occupa di reinserimento socio-professionale di persone con un disagio psichico. I laboratori sono organizzati secondo un modello d’impresa sociale e sono gestiti da maestri socioprofessionali e da personale educativo (maggiori informazioni su www.dragonato.ch). Offrono dunque diversi spazi di lavoro: oltre all’Osteria che si trova in via Lugano 11, sono attivi anche un servizio mensa e catering che opera a Giubiasco (L’Acquolina), una lavanderia e stireria, un servizio di attività per conto di terzi e una squadra di manutenzione. Ed è proprio quest’ultima squadra che si è «occupata della ristrutturazione del giardino del ristorante in un’ottica legata alla biodiversità», afferma Gabriele Bertoletti, coordinatore dei Laboratori del Dragonato. «I lavori sono stati effettuati grazie al sostegno di privati e di una fondazione di Basilea, ma anche grazie alla consulenza che ci è stata offerta dall’Unp. Il parco si presenta ora in ottimo stato e sono sicuro che verrà anche vissuto». Infatti l’Osteria, che ha una terrazza proprio nel giardino, in generale propone piatti utilizzando prodotti freschi del territorio a chilometro zero. Concetto che in questo caso va interpretato letteralmente, visto che la cucina utilizza erbe aromatiche o agrumi che provengono proprio dal giardino. Oltre a ciò nella struttura vengono regolarmente proposti eventi gastro-artistici come menu in cui ogni piatto è accompagnato da un testo letterario letto da un narratore o cene abbinate a esposizioni fotografiche. Per avvicinare ulteriormente la popolazione alla struttura, vi è ora l’idea di realizzare anche un parco giochi aperto al pubblico.
Ma come si lega il lavoro svolto dalla fondazione Sirio alla biodiversità? «Questo concetto in realtà si avvicina molto a quella che è la nostra missione, ovvero di reinserire nella società persone che sono state emarginate», spiega Bertoletti. «Siamo convinti che ogni elemento di un sistema abbia una funzione che deve essere valorizzata. In questo modo si contribuisce a garantire un equilibrio all’interno del sistema stesso. E questo sta alla base anche del concetto di biodiversità».
Concretamente, nel giardino sono stati piantati nuovi alberi, aiuole e siepi ed è pure stato recuperato un vecchio orto che era ormai andato un po’ in disuso. «Il focus è stato posto su piante che potessero essere utili, oltre che in cucina, anche, e in particolare, per le api», rileva Maspoli. Agli alberi già esistenti si sono così aggiunte «diverse piante di agrumi (limone, pompelmo, arancio, mandarino, kumquat), erbe aromatiche e una piantagione di camelia del tè. Tutte specie mellifere, che piacciono molto alle api». Insetti, ricordiamo, che grazie alla loro funzione di impollinatori contribuiscono in modo importante alla biodiversità. Biodiversità che si cerca di promuovere anche al Laboratorio cantonale in via Mirasole. In questo caso l’obiettivo è quello di «tagliare il prato meno spesso, garantendo così una maggiore diversità di specie di fiori», sottolinea Maspoli. In questo caso i lavori sono stati assunti dalla Sezione della logistica nell’ambito della manutenzione ordinaria degli spazi verdi.
L’intenzione ora e quindi di proseguire con questo processo nelle aree urbane non solo di Bellinzona, ma anche di altri Comuni ticinesi. Tuttavia, il fatto di valorizzare la biodiversità negli insediamenti non è un’impresa così evidente: «Per promuovere la diversità della specie, la natura ha bisogno anche di un po’ di caos. In città, però, solitamente ci si aspetta zone verdi ordinate e molto ben curate. Bisogna quindi cercare di far passare l’idea che un po’ di disordine a livello di natura possa anche generare ripercussioni positive per tutta la popolazione». Si tratta insomma di una sfida non facile da affrontare.