Le reazioni di bar e ristoranti dopo la decisione dell’Esecutivo di prolungare la possibilità per quest’ultimi di mettere musica di sottofondo
Contenti sì, ma non troppo: si poteva fare di più. Così si potrebbe riassumere l’umore di ristoratori e baristi alla decisione, da parte del Municipio di Locarno, di spostare le lancette dello stop alla musica sessanta minuti più in là, dalle 23 a mezzanotte.
La modifica dell’ordinanza, datata 2006, che fa seguito all’interrogazione interpartitica sottoscritta da 10 consiglieri comunali dell’aprile scorso (e che vede come primi firmatari Simone Merlini e Beltrame), è entrata in vigore già dallo scorso 25 luglio e porta con sé due novità. La prima, già annunciata, è quella di prolungare di un’ora la possibilità per locali ed esercizi pubblici di riprodurre musica o di organizzare concerti dal vivo. La seconda è che tale provvedimento (sempre soggetto a un’autorizzazione da parte dell’esecutivo e della polizia) andrà a toccare tutta la stagione turistica della città che si affaccia sul Verbano. Da aprile fino ad ottobre e non più solo nei periodi a côté dei grandi eventi come il Moon and Stars oppure il Festival del Film. Questo dal lato legislativo. Ma dal lato pratico come è stata accolta tale notizia? ‘LaRegione’ ha voluto fare un giro negli esercizi pubblici per sapere l’opinione di chi, con cibo, bevande e intrattenimento, ci vive.
A Locarno la movida si concentra prevalentemente in città vecchia (o cittadella) e la zona nei pressi del Castello Visconteo. La prima tappa del nostro "tour" inizia proprio vicino alla Rotonda, al Palacinema. Oltre che per le sale cinematografiche, alla sera il Palacinema è meta prediletta per chi cerca un po’ di svago. «Per noi questa decisione è sicuramente una bella notizia. Al cliente cerchiamo di dare dell’intrattenimento, curando l’accoglienza e il clima per tutto il tempo che resterà da noi – ci raccontano il sostituto gerente e il responsabile della zona ristorarne della struttura, commentando quanto deciso dall’esecutivo –. La musica gioca un ruolo importante perché attira le persone. Se spegni la musica, spegni anche la gente e la differenza fra il prima e il dopo è evidente: i tavoli si svuotano».
Ci spostiamo di qualche passo, verso piazza Remo Rossi, dove si trova un altro locale molto in voga, il Bar Castello. Ci accolgono i due gestori: «È un primo passo. Ci fa piacere, però un’ora di tempo in più è ancora limitante. Molti clienti starebbero volentieri anche fino la una o le due di notte. Locarno è una città che vive grazie alla sua popolazione, ovviamente, ma anche grazie ai turisti che vengono da fuori e che magari abitano in zone dove la cosiddetta ‘serata’ inizia alle 23/24 e tira avanti per un bel po’».
Il tema della durata del coprifuoco resta un punto dibattuto da diversi bar e ristoranti, che avrebbero preferito andar oltre lo scoccare della mezzanotte. Tema di "dibattito" anche il discorso della cosiddetta "musica di sottofondo", dicitura questa considerata poco chiara come afferma la gerente del bar Fashion 2shè, proprio in prima battuta: «Questo aspetto confonde. La musica suonata dal vivo può essere considerata "di sottofondo"? Fino a quanti decibel è considerata ancora accettabile o troppo forte? C’è differenza di suono se riprodotta qui oppure in città vecchia, con tutte le case storiche e le vie più strette? Sono domande che si pongono in diversi e per questo credo che il Municipio debba parlare chiaro –, ci dice la donna, che continua –. È un buon inizio, ma non è ancora abbastanza. Il Comune deve essere presente e decidere cosa voler fare di questa città. Vogliamo essere attrattivi per i turisti o per i residenti in cerca di pace e quiete? Questa mezza misura inizia a essere un po’ stretta. L’ordinanza prende in considerazione i mesi che vanno da aprile a ottobre? Okay, ma d’inverno che facciamo? Cosa offriamo alla gente del posto?».
Ultima tappa del nostro giro di opinioni, è alle porte di un bar poco più in là. Il proprietario non c’è ma un cameriere si ferma a parlare con noi. Non vuole comparire né tanto meno render noto il nome del locale però si lascia andare a una confessione: «Non so dare un’opinione netta in merito a quanto deciso dal Municipio. Una cosa però posso dirla: Locarno è cambiata tanto. Non è più come una volta. È diventata meno tollerante nei confronti nostri e del divertimento e pian piano si sta spegnendo. Anche con tutti i grandi eventi estivi, come ad esempio il Pardo. Quando il film finisce dove vai? Trovi tutto chiuso o, se ti va bene, aperto ma senza musica né nulla. Se questa ora in più può essere utile ad accendere la città, ben venga».