Bellinzonese

Pescatori allarmati per lo svuotamento del lago in Val Malvaglia

Pianificato attorno al 2024/2025 prevede di ‘espellere circa 450mila metri cubi di sedimenti’, 26 volte in più rispetto all’analoga operazione in Verzasca

Federpesca preoccupata per l’impatto sulla fauna
(Ti-Press)
28 aprile 2022
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C’è preoccupazione tra i ranghi della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca (Ftap) per lo svuotamento del laghetto artificiale in Val Malvaglia gestito dalle Officine idroelettriche di Blenio (Ofible), previsto attorno al 2024/2025 ma che già durante l’ultima assemblea della Ftap – tenutasi il 23 marzo al Palexpo Fevi di Locarno – ha portato a galla l’apprensione degli amanti della lenza. Tanto da parlare di "prospettive drammatiche", non solo per i fiumi ma anche per il Lago Maggiore; l’operazione di manutenzione e monitoraggio della diga – scrive la Ftap nell’ultimo numero della propria rivista ‘La Pesca’ – risulta "ben più preoccupante" rispetto al recente svuotamento del bacino idroelettrico della Val Verzasca. E questo "già per il fatto che si tratta di espellere qualcosa come circa 450mila metri cubi di sedimenti rispetto ai 17mila valutati per la diga verzaschese di Vogorno". Tradotto: 26 volte tanto, nonostante le dimensioni decisamente più ridotte. Ma ad allarmare i pescatori è soprattutto la modalità di intervento prospettata dalle Ofible, ovvero l’apertura della saracinesca di fondo della diga e l’evacuazione dell’ingente materiale attraverso l’Orino, il Brenno e il Ticino sino alla foce del Verbano. Ciò che secondo la Ftap comporterà "evidenti e pesantissimi contraccolpi sull’ambiente". L’auspicio della Federpesca cantonale – come sottolineato dal presidente Urs Luechinger durante l’assemblea di marzo – è che venga privilegiata la variante che prevede di "far transitare i sedimenti, molto più diluiti, attraverso la centrale Ofible di Biasca, turbinandoli, così da salvare l’Orino, la tratta del Brenno tra la confluenza dell’Orino e il Ticino, nonché la tratta di fiume Ticino con la confluenza al Brenno e il canale di restituzione della centrale di Biasca" (in totale 16 chilometri di corsi d’acqua). Un’opzione che stando alla Ftab implicherebbe "una durata maggiore ma con concentrazioni di sedimenti minori rispetto alla variante preferita da Ofible, con forse molti svantaggi in meno sulla fauna ittica e sulla microfauna". Preoccupazioni specifiche riguardano il futuro del temolo, specie per la quale è stato avviato un processo di ripopolamento, e i possibili impatti sulla zona di protezione della Lesgiüna e sul progetto di rinaturazione del fiume Ticino in corso a Bellinzona.

Una perizia per valutare la modalità meno invasiva

La Ftap ammette tuttavia di non essere in grado di stabilire con sufficiente competenza quale delle due varianti sia oggettivamente la meno invasiva se non a livello di conoscenze dovute alla precedenti esperienze che hanno visto l’apertura dello scarico di fondo (Luzzone e Palagnedra). Ritenuto che le spiegazioni delle Ofible non redimono i dubbi del progetto, Ftap, Assoreti (l’associazione mantello dei pescatori professionisti in Ticino) e il Club pescatori a mosca Ticino hanno insistito per svolgere una perizia super partes che stabilisca quale delle due varianti sia "oggettivamente la meno impattante". Su questo punto, viene aggiunto, l’incontro con il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, ha permesso di ottenere "pieno appoggio sulla necessità di una perizia neutra per determinare quale delle due varianti sia la meno impattante sui vari ecosistemi posti lungo il tracciato, in modo da disporre di un documento che possa servire anche da guida per i prossimi svuotamenti di bacini idroelettrici in Ticino".

Salmerino alpino

Misura zero al Lago Tom

Spostandoci in Alta Leventina, la locale società di pesca segnala la situazione di nanismo della popolazione di salmerini alpini nel Lago Tom, con una chiara indicazione in vista della prossima stagione: eliminare ogni salmerino alpino catturato dal momento che vigerà il regime di ‘misura zero’. "Per il salmerino ma anche per le cugine canadesi e fontinalis – scrive la Società pesca Alta Leventina – vige la regola (nel caso di mancanza di pastura) di cibarsi di meno in modo da poter continuare a sopravvivere. La conseguenza è però che la taglia del pesce diminuisce e si riproduce anche se non si raggiungono i 24 centimetri. Per queste ragioni, sono state interrotte le semine ma i risultati non migliorano di molto. Da ciò la decisione, drastica, di adottare la misura 0. Così facendo, si fa in modo di riportare questa specie ai numeri ideali, dandole la possibilità di crescere regolarmente". L’invito è dunque di approfittarne: "L’obiettivo, se ogni pescatore del Tom fa il proprio dovere, è di rimettere in sesto il lago in un paio d’anni".