Bellinzonese

False indennità per maltempo: ditta condannata a restituirle

Impresa edile di Monte Carasso sconfessata dal Tribunale federale, dovrà ridare alla cassa disoccupazione Ocst 113mila franchi

17 marzo 2022
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Il Tribunale federale conferma la decisione emessa in prima istanza dal Tribunale amministrativo federale sul caso che ha visto la Segreteria di stato dell’economia (Seco) ordinare a un’impresa edile di Monte Carasso la restituzione alla cassa disoccupazione Ocst di 113mila franchi incassati dalla ditta sotto forma di indennità per intemperie. Come già sancito nel settembre 2021 dalla prima corte federale, ora anche il Tf ha ritenuto che la ditta non avesse diritto a percepire i sussidi, che ammontano all’80% della perdita di guadagno dovuta alle condizioni meteorologiche. Alcuni dipendenti erano infatti in infortunio, in malattia o a militare, e il loro impiego non era dunque possibile. Inoltre, come appurato dalla Seco e confermato da Taf e Tf, dalle fatture emesse da stazioni di servizio sul conto dell’azienda emergono rifornimenti effettuati dai dipendenti in vari giorni per i quali l’azienda ha rivendicato perdite di lavoro dovute a maltempo. Pure ravvisate multe di parcheggio in giorni per i quali sono state richieste le indennità.

‘Numerose imprecisioni’

La massima istanza federale conferma poi la scarsa qualità dei documenti conservati dall’impresa relativi al controllo delle ore di lavoro. "Le numerose imprecisioni – scrivono i giudici del Tf – non possono portare ad affermare che la tenuta delle ore fosse corretta e completa. Al contrario, è la stessa ricorrente che non cerca nemmeno con documenti relativi all’attività della società di dimostrare le proprie pretese, rendendole perlomeno plausibili". Anche secondo i giudici federali di Losanna permane dunque il dubbio sull’attendibilità del rapporto orario, senza poter escludere che sia stato modificato a posteriori.

Si esige la massima precisione

Contestando le interpretazioni del diritto da parte del Taf, con il ricorso al Tf l’azienda chiedeva di ridurre a 10mila franchi l’importo da restituire. "A più riprese le tesi della ricorrente si scontrano chiaramente con le prove agli atti – si legge ancora nella sentenza –. Il rimborso integrale delle indennità per intemperie può apparire di primo acchito come una misura estremamente severa, ma è perfettamente in linea con la giurisprudenza. Infatti, compete al datore di lavoro garantire l’affidabilità del controllo del tempo di lavoro. Del resto, di fronte alla richiesta di prestazioni finanziate anche con i contributi dei lavoratori, ci si può e ci si deve attendere la massima precisione. Pertanto – conclude il Tf – la sentenza impugnata non è lesiva del diritto federale".