Dopo la dura testimonianza apparsa sul ‘Mattino’, Marzio Eusebio rimarca la volontà di fare chiarezza alla luce delle conclusioni dell’indagine del Dss
Violenza verbale, maltrattamenti e ospiti trascurati igienicamente all’interno della casa per anziani Prà Verde di Prato Leventina. Questo il quadro dipinto nella lettera di una familiare di un ex degente pubblicata oggi sul ‘Mattino della domenica’. Una dura testimonianza (si parla di insulti, sberle e materassi non cambiati sebbene maleodoranti a causa dell’urina; situazione che stando alla lettera si sarebbe risolta una volta avvisato il direttore) che si inserisce nel contesto delle criticità emerse negli scorsi mesi (e all’indagine che condurrà il Dss a partire da gennaio) riferite all’Isitutito leventinese per anziani che, oltre a quella di Prato Leventina, comprende anche le case di riposo di Faido e Giornico. «Quella pubblicata dal domenicale si tratta di una questione che risale a circa tre anni fa e che non è sfuggita nell’ambito dell’inchiesta interna condotta negli scorsi mesi dalla Commissione del personale – afferma contattato dalla ‘Regione’ il presidente della Delegazione consortile Marzio Eusebio –. All’interno di questa fase istruttoria, tutti i collaboratori hanno avuto modo di denunciare situazioni che potevano essere conflittuali rispetto ai principi etici e della specifica professione. Situazioni che sono state analizzate da una commissione rappresentata da membri della delegazione consortile, rappresentanti del personale e dei sindacati. Si è quindi fatto appello al Cantone, e ci rimettiamo ai suoi giudizi», aggiunge l’ex sindaco di Dalpe, il quale tiene a sottolineare «la volontà da subito dimostrata da parte della Delegazione di voler chiarire le problematiche e le relative responsabilità. Come ho già avuto modo di dire, consideriamo questo periodo come qualcosa che possa far crescere il nostro Istituto».
Ricordiamo che a seguito della lettera anonima firmata da alcuni collaboratori inviata a fine agosto al Dss e alla direzione dell’Istituto si erano attivati i sindacati. Dopo un’indagine interna che ha confermato le problematiche nelle tre case per anziani (in particolare di entità gestionale) sarà ora avviata, a partire da gennaio e sotto l’egida dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (Osc), un’indagine che prevede colloqui con ognuno dei 250 collaboratori. Obiettivo: avere un quadro completo della situazione e permettere ai dipendenti di entrare nello specifico circa l’eventuale malessere che percepiscono nell’attività quotidiana per poi trovare soluzioni per risolvere i problemi, in modo che il clima di lavoro possa tornare sereno a beneficio di ospiti e dipendenti. Una volta conclusa l’indagine, ci spiegavano i sindacalisti Roberto Cefis (Ocst) e Stefano Testa (Vpod), ci saranno tutti gli elementi per effettuare una valutazione concreta e scientifica della situazione, in maniera tale da prendere, se del caso, i provvedimenti necessari.