Mozione sollecita un sistema più equo per la tassa base e sovvenzioni per casi di comprovata necessità
Si sovrappongono più idee, proposte e critiche a Bellinzona sulla discussa tassa rifiuti. Dopo che il Municipio ha deciso di raddoppiare la tassa base per le sole economie domestiche portandola dal prossimo gennaio dagli attuali 80 a 150 franchi indipendentemente dal numero di persone e con l’obiettivo di incassare 1,8 milioni in più portando così il grado di copertura dal 69 al 100%; dopo che da più parti politiche tale agire è stato criticato auspicando un dietrofront; dopo che lo stesso Esecutivo ha parallelamente avviato un approfondimento volto a capire se e come reimpostare nel suo complesso, nel corso del 2022, la tassa base per le persone fisiche e giuridiche; e dopo che la Commissione della Gestione del Consiglio comunale nel proprio rapporto di maggioranza sul Preventivo 22 gli ha chiesto di rinunciare al balzello immediato per le sole economie domestiche sollecitandolo a prevedere una soluzione d’assieme; ora si aggiunge anche la Lega. La stessa, ricordiamo, che negli ultimi decenni si è battuta sul piano cantonale contro la tassa sul sacco, definendola (Nano dixit) il “fetido balzello”. Il quale è infine diventato regola sul piano cantonale dopo che nel 2017 i ticinesi hanno respinto il referendum contrario alla modifica di legge portata avanti dal ministro del Territorio Claudio Zali, modifica osteggiata da una parte della Lega capeggiata da Attilio Bignasca che raccolse le firme.
Manuel Donati della Lega (Ti-Press)
Ora, a Bellinzona, Manuel Donati (Lega) e co-firmatari hanno depositato una mozione a nome del gruppo Lega/Udc. “Pur deplorando la manovra puramente da cassetta fatta per limitare i danni di un Preventivo in profondo rosso – attacca il testo – siamo consapevoli che il Consiglio comunale non può modificare questa decisione del Municipio”, il quale interviene nell’ambito della forchetta per la tassa base che nel Regolamento comunale sui rifiuti prevede un tetto massimo di 150 franchi a economia domestica. L’obiettivo di Lega e Udc è “cercare di implementare meglio il principio di chi inquina paga”, lo stesso che la Lega fino a pochi anni fa contestava facendone un cavallo di battaglia specialmente a Lugano. “Inoltre l’attuale regolamento non è per nulla sociale – prosegue la mozione – perché non prevede sovvenzioni a nessuna fascia della popolazione con comprovata necessità”. Si chiede quindi di modificare l’articolo 15 “cercando un sistema più equo basato sul principio di chi inquina paga” e “aggiungendo una parte di sovvenzione municipale a casi di comprovata necessità”. Da nemici del ‘fetido balzello’ a un rafforzamento del principio di causalità il passo è insomma breve. Principio che l’iniziativa generica di Maddalena Ermotti-Lepori (Ppd), depositata in ottobre e firmata da una quindicina di granconsiglieri di quasi tutto l’arco parlamentare, chiede a sua volta di migliorare sul piano cantonale lasciando libertà ai Comuni di decidere il costo del sacco, abolendo così la fissazione governativa del tetto massimo che oggi si basa sul costo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel termovalorizzatore di Giubiasco. Incrementare il costo del sacco – rispetto al franco e 20 centesimi per quello da 35 litri posto come tetto massimo dal governo per l’anno prossimo – potrebbe a mente degli iniziativisti incrementare il principio di “chi più inquina più paga” lo smaltimento, mantenendo bassa la tassa base che copre le spese fisse del servizio di raccolta, spese meno legate ai quantitativi di rifiuti.