Bellinzonese

Brenno Martignoni Polti prende in mano l’Udc di Bellinzona

L’ex sindaco acclamato nuovo presidente dopo le dimissioni di Orlandi travolto dallo scandalo delle targhe

Designato all’unanimità
14 ottobre 2021
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«Pronti a voltar pagina con energia e ottimismo». L’ex sindaco turrito Brenno Martignoni Polti (dapprima Plr, successivamente Noce, infine Udc) è stato acclamato questa sera nuovo presidente della sezione democentrista di Bellinzona dopo le dimissioni di Simone Orlandi entrato in carica nel luglio 2020 e travolto lo scorso agosto dallo scandalo dello smercio illegale di targhe automobilistiche. Brenno Martignoni Polti, che negli ultimi due mesi ha condotto la sezione ad interim, è stato scelto come unico candidato in occasione dell’assemblea tenutasi alla presenza di una ventina di aderenti. Soffermandosi sul «non cercato» difficile momento vissuto dalla sezione, il neo presidente ha spiegato che il comitato «ha dimostrato, anzitutto, di essere una compagine affiatata e con tanta voglia di fare».

“Bisogna assaggiare la piazza’

Guardando alla legislatura in corso, durante la quale l’Udc conta due consiglieri comunali sui nove formanti il gruppo Lega/Udc, Brenno Martignoni Polti ha esortato ad agire «con impegno e tenacia, poiché le sfide non mancano e chiedono assoluta devozione e abnegazione». Quanto all’elettorato, che ha portato la lista Lega/Udc ad essere la terza migliore votata alle elezioni di aprile, «la gente chiede presenza e dialogo. Ma soprattutto si aspetta delle piattaforme di confronto aperte a tutti, in un crescente innegabile divario tra base e classe politica. Ciò vuol dire cambiare registro ed essere pronti a dialogare col cittadino comune e con chi fatica a identificarsi in un partito». L’obiettivo, ha proseguito, è «diventare compagine di riferimento, che ha diramazioni ben oltre i confini comunali». Perciò ha esortato i colleghi ad «assaggiare la piazza, uscire, informarsi sulla vita pubblica, a non vivere in una sfera di cristallo, in una torre d’avorio a Palazzo civico. A rendersi conto del contesto e di chi ci circonda». Le elezioni di aprile hanno però premiato altre formazioni: «A fronte di un esecutivo uscente che non ha raggiunto la sufficienza in più ambiti, lo zoccolo duro dell’elettorato ha fatto ciecamente cerchio attorno alle logiche di partito, confermando lo status quo» nonostante i sorpassi di spesa milionari in tre opere pubbliche: «In uguali contingenze, nel privato, un qualsiasi Direttivo o Consiglio di amministrazione non sarebbe stato promosso. A Bellinzona è invece capitato il contrario».

Cinque obiettivi

Quanto all’azione da mettere in campo, il neo presidente ha fissato cinque ambiti: captare i bisogni della gente ascoltandola, aprirsi alla comunicazione creando occasioni d’incontro e scambio, rendere il più sottile possibile il divario fra istituzioni e piazza, favorire il rispetto e la tolleranza, agire con fermezza e vigilare su chi non intende conformarsi a semplici regole di rispetto del prossimo.