Il veterinario cantonale: ‘Intendiamo porre rimedio nei prossimi mesi, ma in Ticino non vi è la massa critica per organizzare corsi di base in italiano’
Sebbene i trasportatori di bestiame stiano seguendo una formazione continua, alcuni di essi non hanno ancora svolto quella di base, generando malcontento fra taluni allevatori. Una lacuna alla quale si intende «porre rimedio nei prossimi mesi», conferma a ‘laRegione’ il veterinario cantonale Luca Bacciarini, precisando che al momento «la situazione non è soddisfacente», ma viene «tollerata». Una situazione dovuta al fatto che in Ticino «non vi è sempre la massa critica sufficiente per organizzare i corsi di base in italiano». Ciononostante «informazioni importanti volte a salvaguardare il benessere degli animali quando vengono trasportati sono anche trasmesse con i corsi di formazione continua». E infatti durante i controlli che si sono svolti ieri mattina a Cresciano in occasione del Mercato di eliminazione del bestiame «non sono state riscontrate irregolarità».
Nel corso del mercato in questione i contadini ticinesi smerciano gli animali (in questi caso bovini) che hanno ad esempio raggiunto una certa età o che non producono più latte. La maggior parte degli animali vengono venduti a commercianti d’Oltralpe che provvedono poi alla macellazione dei capi e in seguito alla vendita della carne. Sebbene questi animali siano destinati a finire sui banchi refrigerati dei negozi per essere venduti ai consumatori, ciò non significa che non debbano essere trattati dignitosamente quando sono ancora in vita. Ad esempio per quanto riguarda il trasporto di animali vigono prescrizioni precise che rispettano le leggi e le ordinanze sulla protezione degli animali così come quelle sulle epizoozie (ovvero la diffusione di malattie infettive, che deve essere evitata). Di conseguenza vengono anche regolarmente effettuati controlli per verificare che tali norme vengano osservate.
«Effettuiamo regolarmente controlli in collaborazione con la Polizia cantonale», spiega Bacciarini. La polizia verifica che vengano rispettate le norme sulla circolazione stradale e che il veicolo sia omologato per il trasporto di bestiame. Da parte sua l’Ufficio del veterinario cantonale verifica che il trasporto venga effettuato in modo corretto nel rispetto della legislazione corrente. Per quanto riguarda quella sulle epizoozie, bisogna presentare i documenti necessari, volti a prevenire la diffusione di malattie infettive. Nell’ambito delle norme per la protezione degli animali è invece necessario garantire il benessere del bestiame, trasportandolo in sicurezza, con spazio sufficiente sul veicolo e assicurando, ad esempio, che l’animale non si ferisca nelle operazioni di carico e scarico. Dai controlli effettuati ieri mattina a Cresciano «non sono emerse inadempienze», afferma il veterinario cantonale.
Insomma, per ottenere l’autorizzazione per trasportare bestiame, gli autotrasportatori devono rispettare una serie di condizioni stabilite nelle normative federali. Fra di esse vi è anche il requisito di aver seguito una formazione di base e di frequentare corsi di formazione continua. Ed è proprio in questo caso che sorge un problema: «Alcuni autotrasportatori ticinesi devono recuperare parte del contenuto del corso di base», sottolinea Bacciarini. In ogni caso, «contiamo di risolvere questa situazione il più presto possibile, ovvero nei prossimi mesi». Una situazione «insoddisfacente, ma tollerata» dovuta in particolare al fatto che solo poche persone si annunciano per completare la formazione di base: «A differenza dei corsi di formazione continua, per quelli di base non vi è la massa critica necessaria per organizzarli regolarmente in lingua italiana», precisa il veterinario cantonale, assicurando però che i trasportatori «sono comunque sensibilizzati su come deve essere trattato l’animale» durante il viaggio.
Tuttavia, stando a Patrick Balmelli, che organizza a livello logistico i corsi di formazione per gli autotrasportatori in Ticino per conto dell’Associazione svizzera negozianti di bestiame, i numeri in realtà ci sarebbero: «Ogni anno si tengono tre corsi di formazione continua ai quali partecipano in totale una cinquantina di persone». Tutte persone che, sostiene Balmelli da noi contattato, «non hanno seguito il corso di base». La conseguenza della tolleranza applicata dalle autorità in questo contesto porterebbe quindi a una sorta discriminazione degli autotrasportatori con tutte le carte in regola che si vedono ‘soffiare’ il lavoro da coloro che invece non le hanno. E questo perché – sempre a detta di Balmelli – la Commissione mercati bestiame Ticino (responsabile della logistica e dell’organizzazione dei trasporti) non sarebbe in possesso di tutte le informazioni necessarie per attribuire in modo impeccabile e corretto i mandati per il trasporto di bestiame.