Bellinzonese

Edificazioni in collina a Bellinzona, tutto regolare?

I Verdi in un’interpellanza chiedono al Municipio perché ha approvato un progetto abitativo in via Artore, quando nel 2015 uno simile era stato annullato

Le quattro case di tre piani sono previste tra i castelli di Montebello e Sasso Corbaro
(archivio Ti-Press)
14 settembre 2021
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In via Artore a Bellinzona, tra il castello di Montebello e quello di Sasso Corbaro, è prevista la costruzione di quattro case di tre appartamenti con un’autorimessa in comune. Un progetto, autorizzato dal Municipio, che i Verdi, in un’interpellanza, contestano, dubitando del fatto che siano state rispettate le norme di legge, in particolare a protezione del paesaggio, della natura e dei beni culturali. Infatti, nello stesso luogo, nel 2015 il Consiglio di Stato aveva annullato la licenza edilizia per la costruzione di tre edifici di tre piani, visto che il progetto (atipico “rispetto al tessuto caratteristico della zona”) ledeva “il quadro normativo applicabile che mira essenzialmente alla conservazione delle caratteristiche dei luoghi”. Il governo cantonale aveva anche sottolineato che “l’obbiettivo principale dei perimetri nella parte collinare è quello di conservare l’isolamento e il carattere emergente dei monumenti che ancora oggi spiccano, per la loro imponenza, nel paesaggio (Castelli)”. La decisione era poi stata confermata anche dal Tribunale amministrativo cantonale e dal Tribunale federale. Insomma, stando al partito ecologista, “dalle conclusioni del CdS, confermate poi da Tram e da Tf, si evince chiaramente che la licenza edilizia per la costruzione di 3 edifici di tre piani ciascuno con autorimessa comune semi-interrata è stata bocciata per lacune nelle motivazioni date” dagli uffici cantonali competenti, “così come per l’impatto palesemente non conforme ai criteri di un inserimento ordinato e armonioso nel paesaggio e alle norme del perimetro di protezione dei beni culturali del complesso immobiliare”. Ora i Verdi si chiedono quindi come sia possibile che, a seguito di queste decisioni, il Municipio abbia autorizzato un progetto che prevede “addirittura 4 edifici di 3 piani ciascuno”. I consiglieri comunali Marco Noi, Giulia Petralli e Ronnie David domandano dunque, fra l’altro, all’esecutivo cittadino “di chi era la competenza di valutare la conformità ai criteri per un inserimento paesaggistico ordinato e armonioso, così come di valutare il rispetto delle norme della zona di protezione dei beni culturali” per quanto riguarda la nuova licenza edilizia approvata nel maggio del 2020. Chiedono inoltre se “il Municipio è sempre ancora convinto che il progetto ora in edificazione sia conforme” alle norme vigenti. Stando ai Verdi il progetto attuale è stato approvato anche grazie a “una vera e propria ‘Salamitaktik’ costruita ad arte”. Infatti, dopo l’annullamento della licenza edilizia nel 2015, il nuovo progetto è stato “spezzettato” in cinque tappe spalmate su più anni, “con avvisi di pubblicazione fuorvianti o comunque non chiari”. “Con questa frammentazione dell’iter procedurale e avvisi di pubblicazione come detto fuorvianti che costringono i cittadini portatori d’interesse da difendere a salti mortali per recarsi ben 5 volte su appuntamento al mal servito ufficio tecnico di Gorduno per poter esercitare il loro diritto con l’eventuale opposizione, non ritiene forse il Municipio che tale diritto venga notevolmente pregiudicato se non quasi impedito?”. Infine, Noi, Petralli e David chiedono anche se non “sia opportuna la creazione di una competente commissione consultiva” che valuti “al meglio a livello comunale (qualora la competenza non sia del Cantone) la conformità dei progetti alle norme di protezione del paesaggio, della natura e dei beni culturali”.