‘Progetto nebuloso e faraonico’: l'ex sindaco e alcuni abitanti chiedono al Municipio di Faido chiarimenti e un incontro informativo pubblico
“Non siamo contro la cultura”, ma il nuovo auditorium musicale progettato a Sobrio da Mario Botta “è un’iniziativa privata del tutto discutibile”. Dopo le prime critiche emerse l’anno scorso sul piano locale e le censure sollevate dal Cantone nell’esame preliminare per il cambiamento di destinazione necessario al terreno individuato (aspetti relativi all’ubicazione, all’inserimento paesaggistico e alla gestione del progetto, nonché alla sostenibilità della sala da 150/180 posti a sedere), dopo le successive modifiche apportate al progetto di massima dal celebre architetto, ora c’è chi mette fuori la faccia e tira il freno a mano sul Villaggio della musica che l’associazione Ars Dei, presieduta dal pianista Mauro Harsch, sta promuovendo da una decina d’anni nella località della Traversa medioleventinese. L’ex sindaco Adriano Milani affiancato da tre abitanti (Giuliana Giandeini, Chantal Bianchi e Moreno Defanti) ha infatti inviato al Municipio e al Consiglio comunale di Faido una presa di posizione critica con la quale si chiede anche di fissare, in tempi stretti, un incontro pubblico informativo: “Queste osservazioni riassumono i malumori della parte della popolazione con la quale siamo in contatto. Sicuramente altri abitanti e villeggianti condividono l’impostazione, secondo noi, nebulosa e faraonica del progetto”.
Le frequenti notizie apparse sui media, attaccano gli scriventi, “sembrano indicare come i sogni del signor Harsch godano del sostegno di tutta la popolazione e delle istituzioni. Finora la popolazione non ha reagito a quelle che possono sembrare informazioni oggettive se non con coloriti commenti di strada”. Una premessa è doverosa: “Abitanti e villeggianti non hanno nulla in contrario all’iniziativa privata: il Villaggio della musica negli anni ha permesso a numerose persone di godere di diversi concerti nella chiesa di San Lorenzo e in Casa Mahler”. Il punto dolente, come detto, è la progettazione di un nuovo auditorium, perché “avrebbe un importante impatto sulla vita del paese e questo ci lascia perplessi”. Secondo l’ex sindaco e i tre co-firmatari le persone che hanno scelto Sobrio come paese di domicilio o nel quale trascorrere dei periodi di ferie “sono preoccupate perché, se nell’ambito del Villaggio della musica si dovessero realizzare tutte le proposte elencate dal promotore, la tranquillità del villaggio ne sarebbe compromessa”.
Detto in altre parole, diventare abitante di un polo culturale, come Harsch ama definire l’iniziativa, “è incompatibile con la scelta di vivere a Sobrio. Non siamo contro la cultura, intesa in senso lato. Per beneficiare della cultura ci spostiamo volentieri altrove; qui invece godiamo della tranquillità, della calma, del paesaggio, di un silenzio impagabile e di un contatto esclusivo con la natura”. In paese una cinquantina di case portano una targhetta con i nomi di alcuni grandi compositori, ciò che potrebbe indurre a credere che il progetto sia tutto sommatto accolto positivamente. Ma per gli scriventi “non si tratta di una particolare sensibilità musicale”. Semplicemente “i rispettivi proprietari hanno accettato di assecondare la richiesta del promotore”, ma questo non vuole ancora dire che cinquanta case facciano parte di un “fantomatico Villaggio della musica”.
L’elenco delle criticità contempla anche “alcuni problemi che si fanno man mano più importanti”. Per esempio, a suo tempo era stato elaborato un progetto di massima per realizzare un ecocentro nella struttura del vecchio caseificio: “Lì avrebbe dovuto confluire un lascito erogato a più riprese dal Comune di Brügg fino alla fusione di Sobrio con Faido. Questa donazione – rammentano Milani e co-firmatari – sarebbe stata idealmente destinata alla realizzazione di opere a favore della popolazione di Sobrio. Mentre ora il vecchio caseificio è stato definito dal signor Harsch come possibile sala d’aspetto, ciò che ci lascia sconcertati”. Ma non è tutto: l’associazione Ars Dei afferma di prevedere la creazione di posti di lavoro nei settori della ristorazione, dell’industria alberghiera dell’intera regione, dei trasporti e di altre attività e di offrire opportunità lavorative a tanti giovani artisti. “Nei primi 10 anni di esistenza Ars Dei ha dato lavoro ad alcune ditte della regione per la riattazione di casa Mahler, ma da lì a creare posti di lavoro ne corrono”.
Gli scriventi sostengono poi che a Biasca si realizzerà a breve una sala da concerto nel futuro polo multiculturale abbozzato dalla Supsi: “A questo punto si creerebbe un doppione con grande spreco di denaro ed energie, mentre a parer nostro bisognerebbe cercare di incentivare le collaborazioni”. Quanto al recente appello di Harsch rivolto a persone di buona volontà affinché si facciano avanti per collaborare, “ne troverà ben poche a Sobrio”. Non da ultimo “temiamo che in un futuro tutti i cittadini di Faido dovranno assumersi anche delle spese”. Le criticità coinvolgono infine gli abitanti della Traversa, che “saranno confrontati ai disagi collegati al progetto”.