Il tenete colonnello Smg Marcello Lesnini: ‘Sono casi isolati e tutti stanno bene’. Non è stato riscontrato alcun caso di variante inglese
Alcune reclute delle scuole sanitarie 42 di Airolo nelle scorse settimane sono risultate positive al coronavirus. «E ve ne sono tuttora, in particolare in due sezioni sulle sedici totali», conferma a 'laRegione' il tenente colonnello Smg Marcello Lesnini, vicecomandante, precisando tuttavia che si tratta di «casi isolati» e che sono state prese «le misure necessarie». Il tenente colonnello sottolinea poi che «tutti presentano o sintomi lievi o sono asintomatici e sono seguiti costantemente da personale medico». Insomma, tutti «stanno bene» e non è stato riscontrato alcun caso di variante inglese. Le reclute positive sono quindi state poste in isolamento «in svizzera interna o presso l'infermeria» ad Airolo, mentre in quarantena sono finiti coloro che sono stati a stretto contatto con le persone contagiate. Stretti contatti che in realtà si verificano raramente, visto che «vengono mantenute le distanze, si indossa la mascherina e, ad esempio, i guanti durante istruzione». Insomma, «abbiamo adottato misure organizzative e logistiche per cercare di evitare i contatti stretti, ma si deve fare affidamento anche sulla responsabilità del singolo milite». In ogni caso, «la nostra priorità è ovviamente posta sulla salute della truppa».
La scuola reclute ad Airolo è iniziata lo scorso 18 gennaio e inizialmente tutto l'effettivo (circa 600 militi) è stato sottoposti al test. Lo scorso fine settimana vi è poi stato il primo grande congedo e alcuni casi positivi sono emersi dopo che le reclute sono tornate a casa. In questo caso «rimarranno in isolamento presso la loro abitazione», rileva Lesnini. Le altre reclute rientreranno in caserma fra questa sera e domani: al fine della gestione epidemiologica locale i militi delle due sezioni coinvolte, verranno sottoposti ad un tampone nasale all'entrata dal congedo. «Tutte le reclute saranno poi di nuovo sottoposte a un test entro sette giorni per identificare e isolare possibili casi positivi» e in ogni caso «il prossimo gran congedo è previsto al più presto tra 14 giorni, ma in modo scaglionato, affinché sia assicurata in permanenza la prontezza in caso di richiesta di aiuto da parte delle autorità civili». Infine, viene ribadito, che l'esercito mette in atto ogni misura per evitare la propagazione del virus in servizio, come pure, nel contesto civile e che la salute delle reclute e dei loro famigliare hanno la massima priorità.